La manifestazione Atreju, storica kermesse giovanile della destra italiana oggi legata a Fratelli d’Italia, torna al centro del dibattito pubblico dopo la presa di posizione dei titolari dei diritti di Michael Ende, autore de La Storia Infinita. Gli eredi contestano l’uso del nome del giovane eroe letterario per un evento politico, ritenendolo incompatibile con lo spirito dell’opera e con la visione culturale dello scrittore tedesco.
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La dichiarazione ufficiale degli eredi
In una nota diffusa sui social ufficiali, i detentori dei diritti dell’autore affermano che l’utilizzo del nome “Atreju” da parte di un partito politico risulta inappropriato. Nella dichiarazione si legge che le opere di Ende «”sono luoghi di libertà interiore, di gioco e di fantasia” e che l’associazione con la politica, per sua natura divisiva, non rispecchia i valori dello scrittore.
Gli eredi chiariscono anche di aver richiesto la cessazione dell’uso del nome, ma di non aver ottenuto tutela legale. Né il diritto d’autore tedesco, né quello italiano o europeo consentono infatti di impedirne l’adozione come titolo di un evento politico. La loro presa di posizione resta dunque morale e culturale: “Fantàsia appartiene a tutti. Nessun movimento politico può rivendicarne la proprietà”.
L’origine della contestazione e il ruolo dell’agente letterario
Roman Hocke, amico di Ende e suo agente letterario, ha raccontato in un’intervista all’Huffington Post come venne a conoscenza dell’utilizzo del nome “Atreju” da parte della destra italiana. La segnalazione arrivò anni dopo la nascita della manifestazione, quando l’evento aveva ormai raggiunto una forte visibilità nazionale. Dal 1998, infatti, la kermesse è stata organizzata dalle diverse realtà giovanili della destra, fino a diventare un appuntamento stabile di Fratelli d’Italia.
Secondo Hocke, l’uso del nome non è mai stato autorizzato: “Prendiamo le distanze dall’uso del nome di un protagonista de La Storia Infinita per scopi politici o partitici”. L’agente ha ricordato come Ende ritenesse la cultura uno strumento per unire, mentre la politica, per sua natura, definisce posizioni e confini.
Perché il nome Atreju è considerato inappropriato in politica
La contestazione degli eredi nasce da una diversa interpretazione del significato del personaggio. Giorgia Meloni ha più volte spiegato che Atreju rappresenta il giovane coraggioso che combatte “il Nulla che avanza”, un simbolo che la leader interpreta come lotta al nichilismo. Per gli eredi questo riferimento si colloca sul piano filosofico e letterario, non politico.
Secondo Hocke, associare Atreju a un partito significa snaturare l’opera. Ende, cresciuto in un contesto segnato dall’esperienza del nazismo e dalle restrizioni culturali imposte al padre pittore, era contrario alla strumentalizzazione dell’arte. Per questo motivo, riteneva fondamentale difendere la libertà creativa e mantenere indipendenti le opere da qualsiasi finalità partitica.
La storia della manifestazione Atreju
Atreju nasce nel 1998 come festa dell’organizzazione giovanile Azione Giovani, a Roma. Nel corso degli anni è diventata un appuntamento centrale della destra italiana, passando prima alla Giovane Italia e poi a Gioventù Nazionale, la struttura giovanile di Fratelli d’Italia.
Il nome venne scelto per evocare l’eroe del romanzo di Ende, simbolo della lotta contro il “Nulla” e della difesa di un mondo di valori. La scelta non è mai stata condivisa dagli eredi, che da oltre dieci anni esprimono contrarietà alla sua associazione politica.