Elezioni in Austria, Kickl con l’Fpo: l’estrema destra stravince

Herbert Kickl e l’Fpo vincono con il 29,2% in Austria. Nessuna maggioranza netta, l’Övp di Nehammer segue con il 26,5%. Il Parlamento è diviso

Foto di Francesca Secci

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

L’Austria ha chiuso i seggi e i primi dati tracciano un quadro di forte virata verso l’estrema destra. L’Fpo, il partito ultranazionalista guidato da Herbert Kickl, balza in testa con il 29,2%, superando di poco i popolari dell’Övp, che si fermano al 26,5%. Per l’Austria, è un ritorno alle pulsioni populiste che già avevano segnato la politica nazionale con Jörg Haider e Heinz-Christian Strache, ma stavolta con un Kickl intenzionato a imporsi come Volkskanzler, il “cancelliere del popolo”.

I risultati sono emblematici del fatto che in Europa in questo momento storico la compagine di sinistra sta perdendo sempre più terreno, come abbiamo già visto in Francia e Germania.

Un parlamento diviso: coalizione quasi impossibile

Karl Nehammer, cancelliere in carica, si ritrova con un risultato inferiore alle attese, che evidenzia il calo di consenso del suo partito, l’Övp. Con il 26,2%, la forza politica che una volta guidava il paese con la sicurezza del leader Sebastian Kurz è ora in ritirata.

Con i numeri che emergono dalle urne, la situazione del Parlamento appare quanto mai frammentata. L’Fpo, pur essendo il primo partito, non ha la maggioranza e la possibilità di costruire alleanze si presenta complessa. L’Övp esclude ogni forma di collaborazione con l’estrema destra, lasciando il campo aperto a lunghi e intricati negoziati. Le altre forze politiche, i socialdemocratici con il 20,4% e i Verdi fermi all’8,6%, difficilmente riusciranno a formare una coalizione in grado di governare senza ulteriori compromessi.

Un’opzione alternativa potrebbe essere che l’Övp riesca a formare una coalizione con il Partito Socialdemocratico o i Liberali di Neos, tentando così di evitare che l’Fpo prenda il controllo dell’esecutivo. Il rischio, tuttavia, è che l’Fpo, restando ancora all’opposizione, possa rafforzarsi ulteriormente, accumulando consenso per le prossime elezioni.

Kickl si autoproclama Volkskanzler, “cancelliere del popolo”

“Buongiorno, sono Herbert Kickl, sono alto 172 centimetri e peso 63 chili. Sono in missione per il progetto Cancelliere del popolo” (termine introdotto per la prima volta, ricordiamolo, da Hitler). Così, con un’introduzione quasi teatrale, Herbert Kickl si presenta spesso ai suoi elettori nelle piazze austriache. Un uomo che sembra quasi stupito di essere arrivato dove è ora: un tempo scriveva i discorsi per Jörg Haider e orchestrava le campagne di Heinz-Christian Strache, ora è al comando del Fpo, il partito che ha portato a vette mai raggiunte.

Negli ultimi anni, l’Fpo ha riconquistato terreno, puntando su una retorica fortemente ostile all’immigrazione, in particolare verso i migranti di religione musulmana, e facendo leva sulla crescente sfiducia degli elettori verso i partiti tradizionali. Herbert Kickl, leader del partito, è considerato un estremista anche all’interno del Fpo. Tra le sue proposte più controverse vi è la sospensione del diritto d’asilo e la politica di “Remigration”, un termine eufemistico che si riferisce all’espulsione di massa di migranti e stranieri.

Kickl, grande ammiratore del primo ministro ungherese Viktor Orban, ha fondato con lui il gruppo Patrioti per l’Europa, che riunisce le forze di estrema destra al Parlamento Europeo.

Il leader dell’Fpo, abile nel manipolare il malcontento su temi come immigrazione, misure sanitarie durante la pandemia e la politica estera verso la Russia, ha costruito il suo successo sulla contrapposizione frontale all’attuale governo.

La sua forza risiede nella retorica, spesso violenta, infarcita di slogan incendiari. I suoi discorsi, che non si distaccano dal linguaggio dell’estrema destra, attaccano senza riserve i suoi avversari. Utilizza espressioni come Volksverräter (traditori del popolo) per chiunque si opponga alle sue idee. Nei suoi discorsi, non potevano mancare slogan come: “L’amore per la patria invece dei ladri marocchini”. Il passato di discorsi scioccanti non poteva non includere anche attacchi alla comunità ebraica.

Tra le sue decisioni, la scelta di ribattezzare i centri di accoglienza per migranti come “centri di espulsione” e la perquisizione dei servizi segreti, sospettati di spiare il suo partito.