L’attentato a Ronald Reagan e la storia dell’uomo che gli salvò la vita

L'incredibile storia del quasi omicidio di Ronald Reagan e dell'uomo che gli ha salvato la vita: chi ha sparato al Presidente USA

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Pubblicato: 24 Luglio 2023 17:00

La storia dell’attentato a Ronald Reagan è una delle più famose della storia americana. Era il 30 marzo 1981 e il Presidente riuscì ad avere salva la vita grazie all’intervento salvifico di una persona, Jerry Parr. L’agente della sua scorta riuscì a intervenire in maniera così rapida da impedire ai sei colpi sparati da distanza ravvicinata di risultare fatali.

Attentato Reagan

Considerando il grande amore del popolo americano per il Presidente Ronald Reagan, non è da escludere che un’intera generazione sappia rispondere alla domanda: cos’è accaduto alle 14.27 del 30 marzo 1981?

A Washington l’allora Presidente degli Stati Uniti d’America si ritrovò a breve distanza da un uomo affetto da problemi mentali. Questi era armato e non si fece scrupolo nell’esplodere sei colpi di pistola.

Repentino e salvifico l’intervento di Jerry Parr, parte della sua scorta, che afferrò POTUS e lo spostò di peso, spingendolo nell’auto presidenziale. Tutto è avvenuto presso il Washington Hilton, hotel presso il quale Reagan tenne un discorso.

In carica da appena due mesi, seguiva le indicazioni della scorta alla lettera. Uscita da una porta secondaria, per poi percorrere appena dieci metri, circa, fino all’ingresso in un’auto blindata. Per quanto breve, però, quel tratto ha rischiato di risultare fatale. C’era un piccolo gruppo di persone, tenuto al di là di una transenna, e Reagan vi passò a una distanza di circa quattro metri.

Nel gruppo c’era però anche il 25enne John Hinckley, con problemi mentali e una pistola ben celata in tasca. Fece fuoco in rapida successione, con i primi due colpi non indirizzati al Presidente. Ferì l’addetto stampa presidenziale e poi un agente di polizia, postosi sulla linea di tiro.

Il terzo colpo sarebbe stato quello cruciale, quello pronto a passare alla storia, essendo indirizzato alla testa dell’uomo più potente d’Occidente. In un lampo Jerry Parr gli era addosso, afferrando Reagan per la vita e gettandolo in auto, crollandogli sul corpo per fargli da scudo umano.

Chi era Jerry Parr

Nato a Montgomery nel 1930, Jerry Parr è morto proprio a Washington nel 2015, all’età di 85 anni. Al tempo dell’attentato era già un veterano del Secret Service, ovvero l’agenzia federale incaricata della protezione del Presidente degli Stati Uniti.

Caso vuole che si appassionò alla scorta presidenziale proprio dopo aver visto Reagan recitare. In una vecchia intervista, l’agente ha ricordato d’aver subito capito cosa stesse accadendo dopo il primo rumore: “Era il momento che avevo sempre aspettato”.

In pochi istanti intervenne e il resto è storia. Nel giorno dei suoi funerali era presente anche Nancy Reagan, ex first lady deceduta un anno dopo, che ha ricordato come suo marito sia sopravvissuto unicamente grazie al coraggio di un altro uomo pronto al sacrificio estremo.

Quel terzo proiettile colpì una finestra dall’altra parte della strada, il quarto un agente del Secret Service, il quinto rimbalzò contro il vetro dell’auto blindata e il sesto, l’ultimo, contro la carrozzeria, riuscendo a colpire Reagan sotto l’ascella. Polmone perforato e proiettile fermatosi a pochi centimetri dal cuore. Il Paese rimase col fiato sospeso a lungo e soltanto grazie a Parr fu graziato dall’assistere alle immagini di un altro Presidente ammazzato in un attentato.