Sul tema delle pensioni il Governo continua a cercare la quadra. L’ultima novità arriva dalle dichiarazioni del sottosegretario al Lavoro in quota Lega, Claudio Durigon.
Durante il Meeting di Rimini, Durigon ha dichiarato che l’esecutivo è al lavoro per bloccare l’aumento dell’età pensionabile previsto dal 2027.
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Claudio Durigon sul requisito anagrafico per la pensione
“Ho già parlato con il ministro Giorgetti incontrando la sua disponibilità a inserire il provvedimento all’interno della Legge di bilancio”.
Le parole di Claudio Durigon sono state raccolte a margine dell’incontro dalla testata Il Sussidiario. L’intervento, se confermato, andrebbe a congelare l’automatismo che lega i requisiti di uscita dal lavoro all’aspettativa di vita.
Senza un intervento legislativo, infatti, dal 2027 scatterebbe un innalzamento dei requisiti anagrafici, mettendo sul terreno un ulteriore ostacolo nella corsa dei lavoratori verso la pensione.
Il nodo dell’età pensionabile
Il sistema previdenziale italiano è da tempo regolato da meccanismi che collegano l’età pensionabile all’aumento dell’aspettativa di vita, con adeguamenti automatici ogni due anni. La scelta di bloccare questo meccanismo rappresenterebbe dunque una svolta significativa: un freno alla rigidità normativa che negli anni ha reso sempre più arduo l’accesso alla pensione.
Secondo Durigon, la priorità è evitare che le future generazioni di lavoratori si trovino di fronte a requisiti anagrafici troppo elevati, a fronte di assegni già penalizzati dal sistema interamente contributivo.
Il vero nodo, secondo Durigon, resta però l’impatto sull’importo dell’assegno del sistema pensionistico interamente contributivo: nei prossimi anni sempre più lavoratori andranno in pensione con assegni calcolati esclusivamente sui contributi versati, con importi più bassi rispetto al passato.
Un punto cruciale riguarda la possibilità di pensionamento anticipato a 64 anni con almeno 25 anni di contributi, a patto che l’assegno maturato raggiunga almeno tre volte il trattamento minimo. Una misura che, secondo Durigon, rappresenta un equilibrio adeguato rispetto all’attuale mercato del lavoro.
Al di là delle intenzioni, la vera partita si giocherà con la prossima manovra di bilancio, anche se rimane aperto il tema della sostenibilità del sistema previdenziale.
Per questo, il Governo intende rafforzare il cosiddetto “secondo pilastro”, cioè la previdenza complementare, integrandola maggiormente con il sistema pubblico. Non si tratta di una trovata dell’ultim’ora: già lo scorso anno, durante i lunghi lavori finalizzati a trovare la quadra per la legge di bilancio, Durigon aveva dichiarato senza troppi giri di parole che senza una componente complementare i lavoratori giovani andranno incontro a pensioni “da fame”.
Il ruolo del bonus Giorgetti
Oltre al congelamento dell’età pensionabile, il sottosegretario ha sottolineato l’importanza del bonus Giorgetti, una misura che intende incentivare la permanenza al lavoro, ma senza vincolare i lavoratori a una sola opzione: “Una misura che rafforza la libertà del lavoratore, che si tratti di restare al suo posto o di poter andare prima in pensione, è a mio avviso fondamentale”, ha detto il sottosegretario.
Questo strumento mira a bilanciare la sostenibilità dei conti pubblici con la flessibilità individuale, offrendo un incentivo economico a chi sceglie di rimandare l’uscita dal lavoro, senza però penalizzare chi decide di anticiparla.