Pensioni, Quota 100 brucerà 63 miliardi di euro fino al 2036

Il pensionamento anticipato con Quota 100 rappresenterà un onere non indifferente per i conti pubblici e per la spesa pensionistica in rapporto al PIL.

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Redazione

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Pubblicato: 12 Settembre 2019 12:21

Il pensionamento anticipato con Quota 100, che prevede la possibilità di andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi, rappresenterà un onere non indifferente per i conti pubblici e per la spesa pensionistica in rapporto al PIL.

Lo ha chiarito la Ragioneria generale dello Stato, indicando una cifra monstre di 63 miliardi di euro. pari al 15,9% del PIL nazionale. Questo onere è stato calcolato dall’ufficio che si occupa della contabilità di stato per il periodo che va dal 2019 al 2036, anno in cui si prevede che lo scostamento rispetto alla legge previdente vada ad azzerarsi.

Più in dettaglio, ci si attendono oneri aggiuntivi pari a 0,2 punti di PIL l’anno, pari a circa 3,5 miliardi l’anno, ma il pensionamento anticipato graverebbe in maniera più incisiva nei primi due anni di applicazione, poiché nel biennio 2020-2021 vi sarebbe uno scostamento pari a 0,5 punti di PIL rispetto alla spesa precedente, equivalente a 8,8 miliardi l’anno.

A partire dal 2037, l’incidenza della spesa pensionistica in rapporto al PIL risulterebbe in media più bassa di circa 0,05 punti rispetto al livello previsto dalla legislazione precedente e dunque l’impatto si azzererebbe. E questo avverrebbe perché l’assegno pensionistico con Quota 100 è più basso del 6% rispetto alla cifra che si percepirebbe con la legislazione ordinaria, che prevede l’uscita a 67 anni d’età, a causa della minore contribuzione. Un fattore che sinora ha un po’ frenato il ricorso a Quota 100, assieme a quello del divieto di cumulo con altri redditi da lavoro nel rimo quinquennio di pensionamento.

Nel 2019, primo anno di introduzione del pensionamento anticipato, le domande sono state molto inferiori al previsto (circa 175 mila), con un ampio risparmio della spesa pensionistica.  Il Presidente dell’INPS Pasquale Tridico ha confermato che sono arrivate sinora “la metà delle domande previste” con un risparmio di circa 1 miliardo sulla dotazione prevista. Pochissime le donne che hanno fatto ricorso all’anticipo pensionistico, che appare una prerogativa degli uomini con una lunga carriera contributiva.

E’ pur vero che Quota 100 è una misura sperimentale, per ora valida sino al 2021, anno in cui questa misura potrebbe essere ripensata alla luce del cambio di Governo. Qualcuno anzi ha ipotizzato anche un ritiro precoce di questa misura voluta la precedente esecutivo giallo-verde su proposta della Lega, sebbene sia già arrivata una smentita dal nuovo Ministro del welfare.

Già in allerta i sindacati che etichettano queste previsioni di costo come “sovrastimate” e ribadiscono che “il sistema è in equilibrio”.