Pensioni, gli italiani rinunciano a 295 euro al mese ignorando la previdenza complementare

Milioni di lavoratori italiani stanno rinunciando a 295 euro al mese di futura pensione non investendo in previdenza complementare

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 11 Novembre 2024 13:19

Il 74% degli italiani rinuncia a un minimo di 295 euro al mese in media di pensione perché non ha stabilito un fondo per la previdenza integrativa. Una situazione preoccupante soprattutto per le donne, che oltre ad essere meno propense a investire i propri risparmi in questo tipo di soluzioni, hanno in media carriere meno continuative e peggio retribuite degli uomini.

L’attuale sistema pensionistico non garantirà, soprattutto alle prossime generazioni, una pensione sufficiente a mantenere uno stile di vita simile a quello che si aveva quando si lavorava. La pensione integrativa diventa quindi fondamentale per riuscire a sopperire alle mancanze dello Stato.

Quanto perdono gli italiani ogni anno senza la previdenza complementare

Un report della società di consulenza italiana Moneyfarm ha calcolato quanto in media gli italiani che hanno un fondo pensione otterranno al termine della loro carriera lavorativa, cioè appunto quando andranno in pensione. Si parte dai 231 euro delle donne tra i 50 e i 59 anni, fino ad arrivare a 350 euro al mese di integrazione per gli uomini tra i 30 e i 39 anni.

Lo stesso rapporto segnala però un grave problema nella previdenza complementare italiana. Soltanto il 26% dei lavoratori versa soldi in un fondo pensione, sia esso aperto, quindi accessibile a chiunque, o chiuso,  a cui può avere accesso soltanto una certa categoria di lavoratori. Tra questi inoltre, circa il 28% sono fondi dormienti, su cui non vengono fatti versamenti regolari. Questo significa che il 74% degli italiani ignora completamente la previdenza complementare.

Questo dato rappresenta un problema e preoccupa anche lo stesso Governo Meloni, che vuole incentivare soprattutto i dipendenti a investire parte del proprio trattamento di fine rapporto in un fondo pensione. Il piano è quello di renderlo automatico a meno che il lavoratore non chieda espressamente di non farlo. Il Tfr può essere investito con vantaggi significativi nella previdenza complementare, utilizzando i fondi dedicati delle varie categorie di lavoratori.

Come saranno le pensioni italiane in futuro

Lo studio di Moneyfarm lancia però anche l’allarme sul futuro del sistema pensionistico italiano: “In Italia si fanno meno figli, si inizia a lavorare più tardi in un mondo del lavoro più precario e si vive sempre più a lungo: una combinazione di fattori che minaccia il patto intergenerazionale su cui si fonda l’intero sistema previdenziale pubblico” si legge nel report.

Si sottolinea in particolare la difficile situazione delle donne, che avendo retribuzioni minori e carriere più discontinue rispetto a quelle degli uomini, hanno maggiori difficoltà a beneficiare anche dei vantaggi offerti loro dalla legge: “Spesso, dunque, pur potendo beneficiare del requisito di pensione anticipata inferiore di un anno (41 anni e 10 mesi vs 42 anni e 10 mesi per gli uomini), le donne non hanno la continuità lavorativa necessaria per accedere alla pensione per anzianità contributiva” continua il report.

Questo dato si aggiunge a quello che vede le giovani donne tra le lavoratrici meno propense a dotarsi di un fondo pensione per la previdenza complementare. Soltanto il 17% di loro ne ha aperto uno, contro il 27% degli uomini pari età e il 34% degli uomini tra i 50 e i 59 anni.