Pensione ‘provvisoria’: la nuova ipotesi per il dopo Quota 100

La pensione "provvisoria" proposta dal oresidente Inps Tridico per superare l'addio a Quota 100.

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Redazione

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Pubblicato: 13 Ottobre 2021 08:47

Accesso a partire dai 63/64 anni di età ad una pensione di importo pari alla quota contributiva maturata alla data della richiesta per poi avere la pensione completa al raggiungimento dell’età di vecchiaia. È la proposta avanzata dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, per superare la fine di Quota 100 in un’audizione presso la Commissione Lavoro della Camera. Un’ipotesi per Tridico “sostenibile” dal punto di vista finanziario con un aggravio di circa 2,5 miliardi per i primi tre anni e risparmi a partire dal 2028.

Numeri

Secondo i calcoli dell’Inps, nel 2022 potrebbero accedere a questo strumento 50mila persone per una spesa di 453 milioni mentre nel 2023 potrebbero accedere 66mila persone per 935 milioni. Costo più sostenuto per gli anni 2024 e 2025 quando a fronte di 160mila uscite la spesa dovrebbe salire oltre 1,1 miliardi.

Oltre al requisito anagrafico da adeguare alla speranza di vita, la proposta Tridico prevede il possesso di almeno 20 anni di contribuzione e l’aver maturato, alla data di accesso alla prestazione, una quota contributiva di pensione di importo pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale. La prestazione completa spetta fino al raggiungimento del diritto per la pensione di vecchiaia.

Cumulabilità parziale

La prestazione sarebbe comunque parzialmente cumulabile con redditi da lavoro dipendente e autonomo, e si potrebbero prevedere, ha spiegato il presidente dell’Inps – meccanismi di staffetta generazionale, legati anche a part time. La soluzione sarebbe però incompatibile con trattamenti pensionistici diretti, trattamenti di sostegno al reddito, reddito di cittadinanza, APE sociale e indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale.

Nella legge di Bilancio dovrebbero essere stanziati circa 5 miliardi per il capitolo pensioni, in parte per la rivalutazione degli assegni e in parte per attutire la fine di Quota 100 e continuare a consentire forme di uscita anticipata, non solo attraverso l’ampliamento dell’Ape sociale, con requisiti ridotti rispetto allo ‘scalone’ Fornero. Per le modifiche all’Ape sociale proposte dalla Commissione sui lavori gravosi (proroga fino al 2026, ampliamento della platea per i lavori gravosi e riduzione dei contributi per gli edili da 36 a 30) lo stanziamento necessario ammonterebbe a poco più di un miliardo in tre anni in base alle tabelle presentate dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, in una audizione: nel dettaglio, per il 2022 l’aggravio sarebbe di 126,7 milioni, 337,1 nel 2023 e 520,7 nel 2024 per poi salire fino a 805 milioni di euro nel 2026.