Pensioni, Quota 100: Inps la privilegia e taglia le pensioni “normali”

Quota 100 sarebbe un imbuto per tutte le altre domande di pensionamento. L'Inps avrebbe tagliato del 25% le pratiche per le pensioni normali

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Redazione

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Quota 100, la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro con almeno 62 anni e 38 di contributi, si conferma un imbuto per tutte le altre domande di pensionamento. L’Inps avrebbe di fatto tagliato il 25% delle pratiche per le “pensioni normali”, privilegiando le uscite anticipate con quota 100. L’Istituto nega, ma un documento lo inchioderebbe.

I NUMERI INPS – Circa 35 mila pensioni con quota 100 sono in pagamento, le altre lo saranno a maggio. L‘importo medio mensile di una pensione Quota 100 è di 1.865 euro, riferisce il presidente dell’Inps Tridico, che snocciola i dati: oltre 117.000 domande, in prevalenza di persone di età tra i 63 e i 65 anni, dipendenti privati; 40mila domande dai lavoratori statali, la metà delle quali provenienti dai docenti e dal personale della scuola.

TRE FINESTRE DI PAGAMENTO STRAORDINARIE – L’obiettivo dell’Inps è quello di erogare entro maggio (ovvero prima del voto del 26 maggio) 50mila assegni per le uscite anticipate, mentre si registra una frenata delle domande accolte per le altre tipologie. Secondo quanto riporta Repubblica, Quota 100 ha tagliato del 25% le pratiche per le pensioni normali: in pratica l’Inps starebbe trascurando le richieste di pensione con altri percorsi previdenziali. Tanto da autorizzare tre finestre di pagamento straordinarie per quota 100 nel mese di aprile: l’1, l’8 e dopo il 20 aprile.
Le cifre riportate da Repubblica testimonierebbero come un pensionato quotista possa ottenere prima l’assegno rispetto ad uno “tradizionale”. Le pratiche di quota 100 accolte nei primi tre mesi dell’anno sarebbero 37.172, quelle “normali” si fermerebbero invece a 23.532 pratiche. Le domande accolte riguardo la pensione di vecchiaia sarebbero calate del 25,5 per cento. Quelle delle anticipate sono calate del 22 per cento

INPS NEGA – L’Inps nega in modo categorico: “L’impegno profuso dall’Istituto ha consentito di liquidare oltre la metà delle pensioni Quota 100 aventi decorrenza 1 aprile, senza che ciò abbia comportato un allungamento dei tempi di pagamento delle altre tipologie di pensione, con un volume di nuove pensioni liquidate sensibilmente migliorato nel primo trimestre 2019 rispetto al 2018″.
Lo stesso presidente Inps, Tridico, ha negato coi dati alla mano: “Non è vero: nel primo trimestre 2018 sono state definite il 68% delle domande di pensione, nello stesso periodo del 2019, senza considerare Quota 100, tale percentuale è salita al 72%. C’è da essere contenti dell’efficienza dell’istituto, soprattutto considerando che c’è stata una riduzione del personale di oltre mille unità. L’Inps sta rispondendo in modo eccellente al carico di lavoro eccezionale. La legge ha autorizzato 1.004 assunzioni, ma bisogna anche stabilizzare e aumentare i medici nell’istituto”.