Pensioni, il tema divide la maggioranza. La Lega fa muro sulle finestre mobili: “Non si toccano”

I partiti restano arroccati sulle loro proposte senza però scendere a patti. Tutte le idee dei partiti e come sarà la Manovra 2025

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Sulla Manovra c’è ancora molto da fare, ma le prime tensioni iniziano già a emergere, con i partiti che non sembrano scendere a patti e trovare un punto d’incontro per le loro richieste.

Come per le pensioni, un tema molto sensibile e che da anni si cerca di riformare: la Lega è in prima fila, determinata a difendere Quota 41 e a bloccare qualsiasi ipotesi di allungamento dei tempi per il pensionamento anticipato, avvertendo che le finestre non devono essere toccate.

Le proposte dei partiti di governo

Il ministro Giorgetti è fermo sulla sua posizione: qualsiasi intervento dovrà essere deciso “all’interno e in modo coerente con la sostenibilità complessiva della finanza pubblica”. Tuttavia, gli alleati esercitano pressioni.

La Lega da tempo insiste per la cosiddetta Quota 41, che da poco è diventata “light“. Questa si differenzia dall’originaria Quota 41 poiché abbandona l’idea di basarsi esclusivamente su 41 anni di contribuzione, senza considerare ulteriori parametri. La versione light proposta dalla Lega prevede invece il ricalcolo dell’assegno pensionistico interamente su base contributiva. I sindacati, però, si oppongono fermamente e promettono battaglia: le loro simulazioni indicano che questa misura potrebbe comportare un taglio degli assegni tra il 15% e il 30%.

Forza Italia invece continua a insistere sull’aumento delle pensioni minime, con l’obiettivo di portarle a mille euro entro la fine della legislatura. “Il prossimo anno faremo un altro passo in quella direzione,” promette Alessandro Cattaneo, responsabile dei dipartimenti di FI. Fratelli d’Italia valuta la possibilità di rallentare le pensioni anticipate e di bloccare l’indicizzazione degli assegni pensionistici all’inflazione. Queste posizioni riflettono tendenze contrapposte: da un lato, ogni partito di maggioranza cerca di soddisfare le aspettative del proprio elettorato; dall’altro, le limitate risorse disponibili costringono a fare i conti con una difficile realtà.

La novità della finestra mobile

Intanto, suscita dibattito la possibilità di un’ulteriore stretta sulle pensioni anticipate. La proposta recente di estendere da 3 a 6/7 mesi la “finestra mobile” per chi decide di uscire con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne) viene fermamente respinta dalla Lega. Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, esprime il suo disappunto: “Non so se qualcuno nella Ragioneria stia cercando di alzare questa soglia, ma non è il momento di farlo”,  avverte, ribadendo che “le finestre non si toccano“. La misura preoccupa l’opposizione e i sindacati, che tornano a chiedere un confronto con il governo.

Nel frattempo, continua la ricerca delle risorse per costruire una manovra da quasi 25 miliardi. Si esplorano diverse strade, dal taglio delle tax expenditures, alle risorse del concordato biennale, fino al possibile tesoretto derivante dal positivo andamento delle entrate. Un altro elemento chiave è la spending review, con l’obiettivo di recuperare 2 miliardi per il 2025. Il Consiglio dei Ministri di venerdì, il primo dopo la pausa estiva, potrebbe essere l’occasione per il ministro dell’Economia di chiedere ai colleghi una prima ricognizione sui risparmi di spesa.