La pensione delle donne è più bassa del 25%, i pensionati sono 16,3 milioni

Il rapporto dell'Inps sulle pensioni in Italia nel 2024 conferma il divario tra uomini e donne per quanto riguarda l'importo delle pensioni: salgono a 16,3 milioni i pensionati

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

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L’Inps ha pubblicato i dati dell’Osservatorio statistico sulle prestazioni pensionistiche e beneficiari del sistema pensionistico italiano. In totale, le prestazioni erogate dall’Istituto sono circa 23 milioni. Questo però non significa che in Italia ci siano 23 milioni di pensionati. Sono infatti in totale 16,3 milioni le persone che ricevono almeno una pensione.

Molte, infatti, ricevono più di un trattamento allo stesso tempo, come quello di vecchiaia e una pensione di invalidità. Il rapporto ha evidenziato anche una netta differenza tra le pensioni degli uomini e delle donne: i primi prendono circa un terzo in più delle seconde e questo dipende dalle caratteristiche del mercato del lavoro italiano.

Aumentano la spesa ma non le pensioni

Secondo i dati dell’Inps, le pensioni elargite al 31 dicembre 2024 erano 23.025.011, in aumento dello 0,4% rispetto all’anno precedente. Allo stesso modo, i beneficiari di un trattamento previdenziale o assistenziale, i pensionati, sono aumentati dello 0,5%, arrivando a 16.305.880. La spesa pensionistica è però cresciuta molto di più, ben del 4,9%, arrivando a 364,13 miliardi di euro.

Considerando che il Pil italiano nel 2024 è stato di 2.200 miliardi di euro circa, significa che la spesa pensionistica lo scorso anno ha coperto il 16% della ricchezza prodotta nel nostro Paese. Per fare un paragone, la spesa sanitaria è il 6,3% del Pil, quella per l’istruzione è al 4% del Pil.

La ragione principale di questo aumento della spesa per le pensioni, molto più rapido dell’aumento dei pensionati e di quello delle prestazioni pensionistiche, è l’inflazione. Nel 2024 il meccanismo automatico che aggiorna l’importo degli assegni risentiva ancora del dato, relativamente alto, del 2023 sull’aumento dei prezzi.

Le differenze tra uomini e donne

Un’altra peculiarità del sistema pensionistico italiano che l’Osservatorio ha registrato è lo squilibrio tra uomini e donne, non nel numero di pensioni, che è leggermente a favore delle donne (51%), ma negli importi. In totale, gli uomini ricevono infatti il 56% dei redditi pensionistici, contro il 44% delle donne.

Questo si traduce in uno squilibrio evidente a livello di importo medio lordo dell’assegno percepito dagli uomini e dalle donne. La differenza è di circa il 25% a danno delle donne:

  • gli uomini percepiscono in media 25.712 euro lordi all’anno;
  • le donne percepiscono in media 19.140 euro lordi all’anno.

Questo dato è il risultato del basso coinvolgimento delle donne nel mercato del lavoro. Oltre a essere sottoccupate nei confronti degli uomini (ancora ad agosto 2025 il tasso di occupazione femminile era al 53,9% contro il 71,4% degli uomini), le lavoratrici sono pagate in media meno dei loro colleghi maschi (circa il 5,6% in meno su base oraria secondo l’Istat). Questo comporta meno contributi versati e di conseguenza pensioni sempre più basse, con l’avanzare del passaggio al sistema contributivo.

La maggioranza delle pensioni va al Nord

Infine, l’Osservatorio ha anche notato una distribuzione diseguale ma coerente con la popolazione delle pensioni a livello territoriale. Il Nord conta il 47,3% delle pensioni e il 47,7% dei pensionati. La spesa pensionistica ha però una distribuzione leggermente diversa:

  • Nord 51,1%;
  • Centro 20,9%;
  • Sud 28,0%.

Le pensioni al Nord sono quindi più alte in media rispetto al resto d’Italia, di circa il 7,1%. Anche in questo caso si tratta di una conseguenza del mercato del lavoro, in particolare delle retribuzioni. Nelle regioni settentrionali, i lavoratori guadagnano in media di più.