APe Sociale confermata nel 2021: anche quest’anno, chiunque risulterà essere in possesso dei requisiti, potrà presentare la domanda di uscita dal lavoro anticipata e, quindi, richiedere la pensione prima del tempo.
APe Sociale 2021, come funziona
L’Ape Sociale è stata introdotta per la prima volta con la legge di bilancio 2017, in via del tutto sperimentale, per accompagnare verso l’età pensionabile soggetti in determinate condizioni e soggetta a limiti di spesa.
Si tratta di un’indennità a carico dello Stato erogata dall’INPS a soggetti in determinate condizioni previste dal legislatore, che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta in Italia o all’estero. L’indennità è corrisposta, su domanda, fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, ovvero fino al conseguimento della pensione anticipata o di un trattamento conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia.
L’indennità dell’Ape Sociale decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda di accesso al beneficio ed è corrisposta ogni mese per 12 mensilità nell’anno, fino all’età prevista per il conseguimento della pensione di vecchiaia, ovvero fino al conseguimento di un trattamento pensionistico diretto anticipato o conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia.
Domanda entro marzo
Chi matura il diritto all’APe Sociale nel 2021 deve presentare all’INPS domanda di accesso al beneficio entro fine marzo. L’istituto di previdenza risponde poi entro giugno, certificando il possesso dei requisti (o rigettando la richiesta, con decisione motivata). A quel punto è possibile presentare la domanda di APe vera e propria. Quella che scade a marzo è la prima finestra a disposizione, dopo la quale ci sono altre possibilità di presentare la richiesta, che però vengono accolte solo previa disponibilità di risorse economiche.
Pensioni, requisiti Ape Sociale 2021
L’Ape Sociale spetta ai lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti o alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, nonché a quelli iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi o alla Gestione Separata, i quali:
- si trovano in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;
- non abbiano più un lavoro a seguito di scadenza del contratto a tempo determinato, ma a condizione che abbiano avuto, nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi hanno concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante da almeno 3 mesi e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
- assistono, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, oppure ancora un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti, e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
- hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74% e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
- sono lavoratori dipendenti, al momento della decorrenza dell’indennità, in possesso di almeno 36 anni di anzianità contributiva e che abbiano svolto da almeno sette anni negli ultimi 10 ovvero almeno sei anni negli ultimi sette una o più delle seguenti attività (cd. gravose).
Sono considerate attività gravose (o lavori usuranti), per esempio, quelle svolte da operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici, personale sanitario, facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati, personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia etc. (l’elenco completo è consultabile sul sito Inps). Inoltre, ai fini del riconoscimento dell’indennità, i requisiti contributivi richiesti sono ridotti, per le donne, di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni.
Ape Sociale 2021, la domanda
I soggetti che sono in possesso dei requisiti e interessati all’anticipo pensionistico tramite Ape Sociale devono, preliminarmente alla domanda di prestazione, presentare domanda di riconoscimento delle condizioni di accesso al beneficio entro i termini. Contestualmente o nelle more dell’istruttoria della domanda di riconoscimento delle condizioni di accesso all’APE sociale, il soggetto può presentare la domanda di accesso alla prestazione.
Le domande, sia di riconoscimento delle condizioni per l’accesso all’Ape sociale, sia di accesso al beneficio, devono essere indirizzate alle sedi territoriali Inps di competenza e presentate in modalità telematica utilizzando i consueti canali istituzionali.
In pensione con l’Ape Sociale: quanto spetta
L’indennità corrisposto al seguito del riconoscimento della pensione anticipata tramite Ape Sociale è pari:
- all’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione, se inferiore a 1.500 euro;
- pari a 1.500 euro, se la pensione è pari o maggiore di detto importo.
La quota dell’indennità non è rivalutata, né integrata al trattamento minimo e durante il godimento dell’indennità non spetta contribuzione figurativa né gli assegni al nucleo familiare.
Va ricordato, infine, che il trattamento cessa in caso di decesso del titolare e non è reversibile ai superstiti.