Yohji Yamamoto ha presentato la sua collezione maschile Autunno/Inverno 2024 alla Settimana della Moda di Parigi, con un invito a non accelerare la vita. “Tale of the Unexpected“, sulle note di “Creep” dei Radiohead, “Levitating” di Dua Lipa e “The Little Drummer Boy”, cantate come cover in versione slow, ha dilatato il tempo in un settore che si concentra sulla velocità, sui giovani, sulla ricerca incessante di novità.
La sfilata nel dettaglio
I modelli hanno sfilato in una atmosfera morbida e tranquilla. Mentre molti stilisti, infatti, usano la musica per enfatizzare le loro collezioni, Yamamoto ha voluto che gli abiti si distinguessero e che la musica fosse solo la colonna sonora. «La calma è importante. Non voglio sorprendere le persone con il suono. Voglio sorprenderle con i miei abiti», ha dichiarato il creativo.
Gli “amici” della maison
Lo stilista ottantenne rispetta e valorizza le tradizioni. Nato durante la Seconda Guerra Mondiale, ricorda “l’oscurità” dei vecchi tempi e racconta con una sigaretta accesa in mano nel backstage, come sceglieva i vari amici della maison per sfilare. Tra questi oggi ci sono il regista tedesco Wim Wenders, reduce dall’ultimo successo Perfect Days ambientato proprio a Tokyo in Giappone, l’attore Norman Reedus, il fotografo Max Vadakul, il musicista Warren Ellis e il ballerino Brandon Miel Masele.
La collezione vista da vicino
I modelli di varie età, giovani e anziani, alti e bassi, sfilano come se fossero una famiglia che passeggia insieme, sfiorandosi sulla catwalk o percorrendola a coppie. Indossano abiti simili, come i lunghi e ampi cappotti iconici dello stilista e le giacche squadrate con ogni sorta di ornamento: dipinti di donne in pose sensuali, spille di piume d’oro, una rete metallica sul décolleté e messaggi criptici cuciti a caratteri cubitali sul retro e sul davanti dei capi.
Uno recita “Amo Yohji ma è in vendita”, mentre un altro: “YoYo ama il nero. La tua biancheria intima è nera? È trasparente?”.
«Le persone dovrebbero essere libere di esprimere se stesse», ha dichiarato lo stilista. Dai cappotti fluenti alle giacche squadrate, Yamamoto evoca sulla passerella sartoria ed eleganza sotto forma di blazer e gonne ampie, completi neri e panna che aprono la strada a silhouette più classiche.
Lo spettacolo procede per movimenti, per scene, per capitoli, per strofe. Dalla camicetta da poeta annodata e dal cappotto con le spalle scoperte, ai sontuosi abiti di velluto e broccato. Dall’uniforme da studio di giacche larghe e giubbotti multiuso ai cappotti con scritte ricamate destinate a essere lette. Dalle giacche da motociclista tattili e dai blouson in lana chevron su strati fluidi e più lunghi, alle camicie ricoperte da vivaci pennellate infilate in pantaloni con bretelle. Lo show si è concluso con l’iconica uscita del maestro Yamamoto che, come con i suoi abiti, ha suscitato un lungo applauso.