Un fatto è certo: i cibi in scatola fanno comodo a tutti. Velocizzano i tempi ai fornelli, salvano dal preparare tutto da soli e si mantengono in dispensa per tempi notevolmente lunghi, garantendo un rapido “salvataggio” in caso non siate riusciti a fare la spesa. Non è un problema, dal punto di vista nutrizionale, farne uso ogni tanto in cucina (pur ricordando che è sempre meglio preferire ingredienti freschi, preparati sul momento e possibilmente bio), ma è importante saperli scegliere con cognizione e valutarne l’apporto nutritivo, imparando a leggerne correttamente le etichette.
La prima cosa da considerare è che gli alimenti in scatola subiscono, durante il processo di conservazione, dei trattamenti termici che tendono a causare una diminuzione notevole di diverse sostanze nutritive, prime fra tutte le vitamine. Per ovviare a questo problema, possiamo scegliere prodotti con cottura al vapore, che di sicuro limita i danni in questo senso (è uno dei metodi di cottura che mantiene maggiormente le caratteristiche nutritive degli alimenti, e sarebbe da preferire anche a casa).
Fate attenzione anche ai cosiddetti “liquidi di governo”, cioè le sostanze liquide in cui vengono conservati gli alimenti, e che consentono di mantenere più a lungo il prodotto. A seconda del contenuto alimentare, il liquido di governo può essere costituito da acqua, oppure salamoia, aceto, soluzioni acquose di sale o zucchero, o ancora succhi di frutta e ortaggi di vario genere. Anche l’olio ha la stessa funzione, sebbene non sia chiamato propriamente “liquido di governo”.
Qualunque sia il liquido di governo del vostro alimento in scatola, è bene eliminarlo e, se possibile, anche risciacquare il prodotto. Se invece si tratta di olio, fate attenzione alla qualità: evitate quelli di semi, non salutari perché estratti con procedimenti chimici o ad alte temperature, e preferite, quando possibile, l’olio extravergine d’oliva. Costerà di più, ma la qualità a livello alimentare è molto più elevata. In generale, occhio ai prezzi troppo bassi: meglio non andare troppo al risparmio, quando si tratta di questi prodotti, per assicurarsi una maggiore qualità della conserva.
Quanto ai contenitori, i migliori perché più inerti e quindi sani (non rilasciano le loro componenti nel cibo) sono quelli di vetro, sempre da preferire, anche per un discorso di minore impatto ambientale. Se scegliete le classiche “scatolette” in metallo, assicuratevi che abbiano il rivestimento bianco all’interno. Se notate strani rigonfiamenti sulla confezione, e aprendola, il prodotto vi risulta maleodorante, non esitate a cestinarla: potrebbero essere presenti pericolosi microrganismi, tra cui il famigerato e letale botulino. Una volta aperta la confezione, il prodotto andrebbe consumato subito. Se prevedete di doverlo conservare, travasatelo in un contenitore di vetro chiuso ermeticamente e tenetelo in frigorifero, consumandolo comunque entro brevissimo tempo. Non riscaldate mai i cibi in scatola nei loro recipienti.
Infine, attenzione all’etichetta. La prima cosa da controllare è la data di scadenza. Ricordate che la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro…” significa che il prodotto può essere consumato anche qualche giorno dopo la data di scadenza senza pericoli per la salute; la scritta “da consumarsi entro…” si riferisce invece ad alimenti a scadenza rigida, che possono diventare nocivi. Controllate bene gli ingredienti (che vanno dal più presente al meno presente): meno ce ne sono, meglio è. Occhio anche agli additivi: sono segnalati in etichetta con la lettera E, mentre il numero successivo ne specifica la categoria. I coloranti vanno da E100 a E199; i conservanti da E200 a E299; gli antiossidanti da E300 a E322; i correttori di acidità da E325 a E385; gli addensanti, infine, da E400 a E495. Meno ce ne sono, ovviamente, e più il prodotto sarà preferibile.