Quasi 800 milioni di euro dalla cassaforte di Hermès ai 100 discendenti del capostipite Thierry. Gli eredi della storica pelletteria fondata a Parigi nel 1837 e diventata un colosso mondiale dell’alta moda, hanno visto accreditato sul proprio conto corrente circa 80 milioni ciascuno di dividendi.
Una cifra da record per il gruppo negli ultimi anni, nonostante un settore del lusso ancora traballante, distribuita dalla holding H51, che controlla il 54% di Hermès International.
I dividendi da 80 milioni di euro
Gli amministratori della cassaforte dei 100 successori di Hermès hanno dato il via libera ai dividendi destinati ai soci per un totale di 794.320.165,58 euro, a fronte di un utile di 1,4 miliardi, frutto soprattutto dei buoni risultati di vendita delle borse Birkin e Kelly.
Di questo ammontare, altri 200 milioni potrebbero essere destinati a un’ulteriore suddivisione tra gli eredi da parte della holding H51, che ha confluito 400 milioni circa nelle riserve della maison.
I risultati di Hèrmes stanno a dimostrare come la crisi del lusso non stia colpendo allo stesso modo tutti i colossi del settore.
Il prima semestre del 2025 si è chiuso per il gruppo con un utile netto in calo del 5%, da 2,37 a 2,25 miliardi di euro, ma solo a causa del contributo fiscale eccezionale sui profitti richiesto in Francia alle grandi aziende, senza il quale il risultato sarebbe aumentato del +6% su base annua.
Il risultato operativo ricorrente è di 3,33 miliardi di euro, pari al 41,4% del fatturato, in salita rispetto ai 3,15 miliardi registrati nello stesso periodo del 2024, mentre i ricavi sono aumentati del 7,1% a 8,03 miliardi.
A fine luglio il colosso francese comunicava che, dopo la distribuzione di dividendi ordinari e straordinari per 2,75 miliardi, la posizione finanziaria netta rettificata resta solida a 10,7 miliardi, anche se in calo dai 12 miliardi di fine 2024.
Il confronto con Lvmh
Il colosso monomarca aveva superato 253 a 249 miliardi di capitalizzazione di Borsa il gruppo Lvmh, che racchiude 70 marchi del lusso, da Bulgari a Moët & Chandon, da Loro Piana a Vuitton, e che nel 2024 ha fatturato 85 miliardi con un utile netto di 12,6 miliardi.
La holding H51 è stata creata nel 2011 anche per respingere i tentativi di scalata ad Hèrmes da parte di Lmvh, arrivata a una quota del 22% fino a fermarsi di fronte alla resistenza degli eredi di Thierry Hermès, i quali hanno garantito di non vendere azioni fino al 2041.
Come riporta il Corriere della Sera, i risultati stanno ripagando al momento l’impegno, anche se in quanto a dividendi gli eredi di Bernard Arnault, il miliardario a capo di Lmvh, non sono da meno: 839 milioni suddivisi tra i cinque figli, nonostante il calo di circa 160 milioni.
Lo scorso anno la Financiere Agache, la finanziaria più operativa tra quelle della famiglia, ha chiuso un bilancio con 2,6 miliardi di utile netto.