Emporio Armani, la prima sfilata senza Re Giorgio

Un’assenza che diventa presenza: l’omaggio a Giorgio Armani durante la Milano Fashion Week, con una collezione che riassume il suo stile unico

Foto di Matteo Calzaretta

Matteo Calzaretta

Giornalista

Giornalista pubblicista, collabora con alcune tra le principali testate nazionali di lifestyle e spettacoli.

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Il momento più toccante della Milano Fashion Week non è stato un abito, né un dettaglio scenografico, ma un lungo applauso. Un applauso che ha unito modelle e pubblico, che ha fatto brillare occhi lucidi e ha trasformato le lacrime in un ricordo condiviso. All’Armani/Teatro, la porta della passerella è rimasta vuota, ma la sensazione era che Giorgio Armani fosse comunque lì, invisibile e presente, a ricevere l’abbraccio della sua città e del mondo della moda. Un’assenza che diventa la più acuta delle presenze.

“Ritorni”, il viaggio che diventa stile

La nuova collezione Emporio Armani donna Primavera/Estate 2026 porta un titolo emblematico: “Ritorni”. Un nome che evoca il ritorno a casa, il momento sospeso tra memoria e presente, quando la quotidianità si colora di ricordi di viaggio e si arricchisce di forme e motivi che arrivano da lontano. È una moda che racconta la leggerezza di chi vive un attimo speciale, fatto di nostalgia e nuova energia.

Sfilata Emporio Armani SS26, Milano
ufficio stampa Armani
Sfilata Emporio Armani SS26, Milano

Le forme sono leggere, allungate, mai urlate. I colori si muovono con eleganza dal beige al nero, passando per tonalità fredde e neutre con tocchi di grigio minerale. La silhouette è fluida, dinamica, ma sempre composta: un equilibrio perfetto tra libertà e misura.

Dettagli che parlano di altrove

La collezione intreccia suggestioni multiculturali con il guardaroba cittadino. Ecco gli ikat che punteggiano abiti e pantaloni ampi, le chiusure a kimono, gli obi che raccontano una gestualità diversa, più lenta. Accanto a questi dettagli, piccoli accessori dal sapore etnico come le cuffiette crochet di rafia, le sacche nomadi, i sandali piatti dalle punte pronunciate. Tutto però viene ricondotto alla misura urbana: giacche, soprabiti leggeri, parka, completi pigiama, slipdress impalpabili che sembrano respirare l’aria di una sera d’estate.

Sfilata Emporio Armani SS26, Milano
ufficio stampa Armani
Sfilata Emporio Armani SS26, Milano

Il gilet come gesto iconico

Il capo simbolo della collezione è il gilet. Lungo, ridisegnato, reinterpretato, diventa protagonista di look che giocano con la verticalità del corpo. Si alterna a giacche morbide, spolverini sottili, tute in seta fluide, gonne corte che si affiancano a pantaloni extra large con coulisse. Ogni linea è pensata, ogni volume disciplinato: non c’è nulla di casuale, ma tutto respira la visione rigorosa che Re Giorgio ha insegnato al mondo.

Un tempio silenzioso che sussurra moda

All’Armani/Teatro, firmato da Tadao Ando, pochi mesi fa trasformato in luogo di omaggio e cordoglio, la moda non ha alzato la voce. Ha sussurrato. E quel sussurro aveva il timbro caldo di Giorgio Armani: elegante, sobrio, commosso. Le scale ispirate a M.C. Escher, i tendaggi discreti, l’atmosfera sospesa hanno amplificato la sensazione di essere dentro un rito collettivo.

È la prima sfilata senza di lui, ma ogni dettaglio parla la sua lingua. Ed è questo il paradosso più emozionante: nel momento dell’assenza, la presenza di Giorgio Armani è apparsa più forte che mai.