Cifre altissime rispetto a quelle percepite dai dipendenti medi. È questo il primo dato che salta all’occhio quando si osservano i risultati della ricerca sugli stipendi di Ceo e presidenti delle più grandi aziende del mondo, condotta dalla società di consulenza ISS Corporate Solutions. Il report internazionale apre una finestra anche sulle paghe dei manager in Italia.
C’è da dire che i dirigenti delle società “di casa nostra” non raggiungono comunque gli stipendi record dei loro colleghi degli Stati Uniti. I dati che riguardano i primi sono stati approfonditi anche nel Rapporto Fin-Gov sulla corporate governance in Italia, realizzato dal Centro di ricerche finanziarie dell’Università Cattolica di Milano.
Come si calcola il compenso di presidenti e Ceo
Il compenso medio di un presidente o amministratore delegato si calcola in relazione a due fattori fondamentali. C’è innanzitutto una parte fissa, che consiste nel cosiddetto stipendio e in benefici anche non monetari, pari al 40% del totale.
C’è poi anche una parte variabile, che per l’appunto cambia in base al valore di Borsa e, di conseguenza, con la capitalizzazione delle società. Si tratta in pratica di una cifra che può subire sensibili variazioni anche da un giorno all’altro. Gli esperti hanno stimato che la parte variabile è pari a 1,23 milioni se la capitalizzazione è inferiore ai 5 miliardi, mentre aumenta fino a 5 milioni se è invece oltre i 20 miliardi.
I top manager italiani: ecco chi sono
Secondo il Rapporto Fin-Gov, la remunerazione media dei manager italiani sfiora quota 2 milioni di euro, attestandosi per la precisione a un milione e 946 mila euro. Di conseguenza varia anche la pay ratio, e cioè la differenza salariale tra lo stipendio di Ceo e presidenti con quello del dipendente mediano. La media è di 35,8 nelle grandi aziende contro i 19,4 delle piccole aziende.
Ai vertici nella classifica dei Ceo più pagati in Italia ci sono i dirigenti del comparto energia. A cominciare da Francesco Starace, direttore generale e amministratore delegato di Enel, il quale nel 2019 ha ottenuto un compenso di 7,5 milioni di euro. Segue a ruota l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, che nello stesso anno ha guadagnato circa 6 milioni di euro in un momento in cui anche Palazzo Chigi si aumenta gli stipendi.
Secondo uno studio di Mediobanca, a guidare la classifica nel 2020 è invece l’inglese Mike Manley, l’ex amministratore delegato di Fca e attuale responsabile delle attività nordamericane di Stellantis. Il suo compenso è stato di 8,61 milioni di euro, contro i “vicini” 8,5 milioni del numero uno di Exor, John Elkann.
Uno sguardo sul mondo: chi sono Ceo più ricchi del pianeta
Stando ai dati riportati da ISS Corporate Solutions, gli stipendi dei massimi dirigenti delle aziende americane sono cresciuti anche durante la pandemia, passando da una media di 13,5 milioni di dollari a 14,2 milioni di dollari all’anno. Ovviamente esistono anche delle eccezioni al rialzo, con top manager che arrivano ad accumulare anche 250 milioni di dollari.
Consultando invece i numeri di Equilar, società specializzata in ricerche di mercato, si può vedere come gli stipendi dei 500 amministratori delegati delle principali società americane siano saliti in media del 20% tra 2020 e 2021. La classifica svela cifre da capogiro e il predominio dei settori della comunicazione e delle big tech. In cima alla piramide troviamo quella di David Zaslav, presidente e amministratore delegato di Discovery Inc, che ha guadagnato 247 milioni di dollari nel 2021. Segue Andy Jassy, Ceo di Amazon, il cui stipendio è invece di 212,7 milioni di dollari. Tra i più pagati figura anche Pat Gelsinger, amministratore delegato di Intel, con 178,6 milioni di dollari.