Più pensionati che lavoratori, quadro critico in una Regione

Un recente studio ha fatto emergere un quadro critico in una Regione del Sud dove il numero dei pensionati è ben più alto rispetto a quello degli occupati attivi

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

In alcune Regioni d’Italia tiene ancora banco il problema legato al mondo del lavoro, con un numero elevato di inoccupati paragonato all’intera popolazione. Territori in cui purtroppo si soffre per la disoccupazione, con diverse città vere e proprie maglie nera in una speciale classifica in cui, ancora una volta, viene ribadito il netto divario tra Nord e Sud.

E ancora una volta il problema emerge in un recente studio messo a punto da Il Sole 24 ore che ha fotografato la situazione tra pensionati e lavoratori attivi in Italia. Il dato che emerge è allarmante, con alcune Regioni che sono ancora ben lontane dalla soglia di parità, ovvero il punto in cui pensionati e occupati coincidono, e poche sono quelle in cui viene superata.

Pensionati e occupati, lo studio

Nello studio pubblicato su Il Sole 24 ore, infatti, viene analizzata l’attuale situazione occupazionale in Italia in cui emerge una fotografia ben chiara. Soltanto il 37% delle province italiane può brindare al superamento della soglia di parità. Tradotto? Nel 63% del territorio italiano ci sono più pensionati che occupati.

La ricerca premia il Nord e bacchetta ancora una volta il Sud. Un gap, che come abbiamo visto spesso, si fa sempre più netto e sentito. E Il Sole 24 ore, fotografando questa situazione, non può far altro che sciorinare dei numeri che a molti sono noti.

Il miglior scenario in assoluto è infatti a Bolzano, dove ogni 100 pensionati ci sono ben 162 lavoratori attivi, mentre Roma e Milano seguono a stretto giro. Nella Capitale, così come nella città meneghina, sono infatti 133 i lavoratori attivi ogni 100 pensionati. Situazione un po’ diversa cominciando a scendere verso gli altri territori italiani, con un salto a Torino e Genova che fa tornare l’asticella verso il baratro. In Liguria e in Piemonte, infatti, la soglia di parità è superata di poco.

Il quadro critico e i motivi

E nelle altre province? Il 63% del territorio italiano, come detto, vede il numero degli occupati attivi al di sotto di quello dei pensionati. Nello specifico scendendo e salendo per lo Stivale la situazione non è delle migliori.

Si va da Barletta e Matera che superano di poco la soglia di parità con 111 e 105 occupati ogni 100 pensionati, così come Bari, con appena 102 occupati attivi a fronte di 100 pensionati. Ma più si scende e più peggiora la situazione.

Se Bolzano vince, agli antipodi c’è Reggio Calabria in cui i lavoratori attivi sono 67 ogni 100 pensionati. Poco meglio a Messina, il cui rapporto è di 72 occupati ogni 100 pensionati, mentre a Foggia e di 88 e a Napoli di 96.

Oltre alle citate sono 39 le province in cui i pensionati superano gli occupati. Nello specifico si tratta di Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia, Lecce, Cosenza, Caltanissetta, Oristano, L’Aquila, Taranto, Terni, Nuoro, Isernia, Benevento, Palermo, Campobasso, Agrigento, Potenza, Trapani, Biella, Enna, Ancona, Rieti, Catania, Perugia, Ferrara, Siracusa, Imperia, Ascoli Piceno, Vercelli, Rovigo, Avellino, Asti, Salerno, Savona e Chieti.

Insomma, un quadro funesto per il Sud. Ma perché? Come sottolinea lo studio de Il Sole 24 ore, a giocare un ruolo fondamentale al meridione è il fatto che moltissimi giovani se ne vanno per cercare fortuna e lavoro al Nord. E secondo un’analisi dell’Istat di gennaio sulle criticità del Mezzogiorno, nel 2020 Sud e Isole hanno perso ben 42 giovani residenti (25-34 anni) ogni 100 movimenti anagrafici nei flussi interni extra-regionali (+ 22 nel Centro-Nord) e 56 su 100 in quelli esteri (49 nel Centro-Nord).