La Camera ha approvato il Decreto Lavoro, proposto dal governo Meloni il Primo maggio, trasformandolo in legge. La votazione ha registrato 154 voti a favore, 82 contrari e 12 astenuti, con il gruppo Azione-Italia Viva che ha annunciato di non voler partecipare al voto.
Saranno introdotte diverse modifiche e riforme che riguardano il sistema di sostegno al reddito e le politiche lavorative. Il Reddito di Cittadinanza (Rdc) verrà sostituito dall’Assegno di Inclusione, il quale sarà esteso al lavoro agile e la sua normativa di favore sarà prorogata oltre il 30 giugno.
Inoltre, sono previste misure per il rafforzamento del taglio al cuneo a beneficio dei lavoratori. Si prevede anche lo smantellamento del decreto Dignità, che riguarda i contratti a termine, e del decreto Trasparenza, che riguarda gli adempimenti delle imprese.
Addio Reddito di Cittadinanza, arriva l’Assegno di Inclusione
A partire dal 31 dicembre 2023, il Reddito di Cittadinanza sarà abolito e sostituito dall’Assegno di Inclusione. Il governo ha manifestato da tempo l’intenzione di superare il Reddito di Cittadinanza e favorire maggiormente l’inserimento lavorativo attraverso una nuova misura.
La nuova misura prevede l’applicazione di specifici parametri e si prevede una riduzione del numero di beneficiari. L’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) per accedere all’Assegno di Inclusione è di 9.360 euro, ma è necessario rispettare anche requisiti reddituali e patrimoniali specifici.
Secondo le ultime modifiche, questa misura sarà destinata anche a persone che si trovano in situazioni di svantaggio e partecipano a programmi di cura e assistenza forniti dai servizi socio-sanitari. Inoltre, il calcolo dell’assegno sarà influenzato da un parametro aggiuntivo della scala di equivalenza, come stabilito dalle recenti novità del Decreto Lavoro.
Una delle ultime novità riguarda anche il Supporto Formazione Lavoro, disponibile a partire da settembre 2023 per coloro che sono occupabili. Inizialmente, questo supporto era previsto solo per coloro che non rientravano tra i beneficiari dell’Assegno di Inclusione, ma secondo le recenti decisioni è stato esteso anche a questa categoria.
Per quanto riguarda le offerte di lavoro, per i genitori con figli di età inferiore ai 14 anni, l’obbligo di accettare la prima offerta di lavoro si applica solo se l’offerta è entro 80 km dalla residenza o raggiungibile entro 120 minuti con i mezzi pubblici. Infine, le donne vittime di violenza domestica possono accedere all’Assegno di Inclusione qualora vivano in un nucleo familiare indipendente con un ISEE autonomo.
Modifiche per i contratti di lavoro
Con il Decreto Lavoro sono state apportate modifiche anche agli aspetti dei contratti di lavoro, in particolare per i contratti a tempo determinato. Le aziende potranno rinnovare i contratti senza specificare le causali per un massimo di 12 mesi.
I contratti a tempo determinato potranno essere rinnovati ulteriormente fino a un totale di 24 mesi, a condizione che ci siano causali specifiche fornite dall’azienda. Questi rinnovi senza applicare immediatamente un contratto a tempo indeterminato devono essere giustificati da esigenze temporanee e straordinarie, come motivi di natura tecnica, organizzativa, produttiva o per la sostituzione di altri lavoratori.
Questa misura è stata oggetto di critiche perché, se da un lato supporta le imprese, dall’altro rischia di aumentare la precarietà per i lavoratori dipendenti, che possono essere soggetti a numerosi rinnovi di contratti a tempo determinato prima di ottenere una conversione in contratto a tempo indeterminato.
Altre novità riguardano il lavoro in somministrazione: vengono eliminati i limiti quantitativi di personale assunto tramite agenzie di somministrazione del lavoro, che attualmente sono fissati al 20% per i lavoratori in apprendistato e per le assunzioni di lavoratori in mobilità, disoccupati o svantaggiati.
Per quanto riguarda le aziende, si prevede l’introduzione di fringe benefit detassati, che sono erogazioni aggiuntive allo stipendio inclusi nella busta paga e che le aziende possono scegliere di fornire ai propri dipendenti. Il governo ha stanziato ulteriori fondi per il 2023 al fine di garantire fringe benefit detassati fino a 3.000 euro ai lavoratori con figli.
Scuola-lavoro, più tutele e indennizzi
Il governo cerca di rilanciare i percorsi di scuola-lavoro per renderli più qualificati e sicuri. La scuola-lavoro è stata resa obbligatoria durante il governo Renzi, ma i finanziamenti sono stati ridotti dagli esecutivi Conte. Il ministro Valditara si impegna a rendere i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento più sicuri. Si prevede che le aziende compilino una sezione nel Documento di valutazione dei rischi se desiderano accogliere gli studenti in stage, garantendo loro luoghi sicuri per la formazione pratica.
Si cerca anche di individuare un docente coordinatore per seguire gli studenti durante le attività pratiche. Sarà creata una piattaforma centralizzata per garantire l’interoperabilità tra i registri dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. Inoltre, verrà istituito un Fondo per indennizzare i casi di decesso durante i percorsi di stage, con un budget di 10 milioni di euro nel 2023.
Gli studenti di ogni ordine e grado, inclusi quelli delle scuole private e dei percorsi di formazione professionale, saranno coperti dall’assicurazione. Nel 2021 sono state denunciate 256 lesioni durante i percorsi di stage, salite a 2.103 nel 2022, con alcuni casi mortali. Le famiglie riceveranno un’indennità cumulabile con l’assegno una tantum erogato dall’INAIL agli assicurati.
Novità per lo smart working
Il Decreto Lavoro include una disposizione importante riguardante lo smart working, estendendo di fatto il lavoro agile senza la necessità di accordi specifici fino al 31 dicembre 2023 per determinate categorie di beneficiari.
Da un lato, la proroga si applica ai lavoratori fragili, ovvero coloro che sono più suscettibili al rischio di contagio. Dall’altro lato, si estende anche ai lavoratori con figli di età inferiore a 14 anni a carico. Per entrambe queste categorie di lavoratori, il lavoro da remoto sarà prorogato fino alla fine dell’anno senza richiedere accordi specifici, rispetto alla precedente scadenza del 30 giugno 2023.
È importante notare che questa proroga non si applica ad altre categorie di lavoratori, i quali possono lavorare in smart working solo se esistono accordi specifici con l’azienda. Per i lavoratori impiegati nelle Pubbliche Amministrazioni, viene prevista esclusivamente la proroga fino alla fine dell’anno per i lavoratori considerati fragili.
Decreto Lavoro, gli altri provvedimenti
Tra gli altri emendamenti previsti nel testo definitivo del Decreto Lavoro, si possono notare le seguenti disposizioni:
- Bonus Estate 2023: Si prevede un sostegno per i lavoratori del settore turistico. Dal 1° giugno 2023 al 21 settembre 2023, verrà garantito un bonus del 15% dei pagamenti lordi per il lavoro notturno e straordinario.
- Incremento del Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro: Viene previsto un aumento delle risorse finanziarie del Fondo per offrire un maggiore sostegno alle famiglie delle vittime di gravi incidenti sul lavoro.
- Contributi per lavoratori autonomi: I lavoratori autonomi, inclusi quelli iscritti alla Gestione Separata dell’INPS, potranno effettuare il versamento di contributi che erano stati annullati a causa di normative speciali.
- Prestazioni occasionali: Vi sono anche novità per le prestazioni occasionali PrestO (precedentemente noti come Voucher Lavoro). Queste prestazioni saranno potenziate nel settore del turismo, e il pagamento potrà essere effettuato tramite il Libretto Famiglia, che potrà essere ricaricato e pagato al prestatore anche presso le tabaccherie.
È importante sottolineare che i dettagli completi del Decreto Lavoro convertito in Legge saranno disponibili solo dopo la pubblicazione ufficiale in Gazzetta Ufficiale.