Istat, 329mila occupati in più in un anno: amaro il confronto con l’Europa

Il report Istat getta luce sul mondo del lavoro in Italia nel secondo trimestre del 2024: buone notizie ma non basta

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

L’Istat ha pubblicato i dati relativi al mercato del lavoro in Italia, con riferimento al secondo trimestre del 2024. In estrema sintesi, si sottolinea come l’occupazione sia in aumento e il tasso di disoccupazione sia rivisto al ribasso. Anteprima a parte, ecco quanto posto in evidenza dal report.

Occupati e disoccupati in Italia

Rispetto al primo trimestre del 2024, l’Istat ha evidenziato 124mila persone in più occupate. Si parla di un +0,5%. Nello specifico, si registra un +0,9% di dipendenti a tempo indeterminato, così come un +0,7% di indipendenti. La prima percentuale in negativo riguarda invece i dipendenti a tempo determinato, con un -1,9%. Generalmente una notizia positiva, considerando come non corrisponda a un aumento del tasso di disoccupazione.

Quest’ultimo è infatti sceso al 6,8%, con un -0,3% rispetto al trimestre precedente. Lieve miglioria sul fronte del tasso di occupazione, con un +0,2%, che ci porta al 62,2%. Siamo purtroppo ben distanti da quelli che sono gli altri grandi Paesi dell’Unione europea, come evidenziato da Eurostat ad aprile 2024. L’Ue ha superato nel 2023 quota 75% in termini di occupati. Ecco però un po’ di esempi poco rassicuranti per noi:

  • Spagna: 70,5%;
  • Portogallo: 78,2%;
  • Francia: 74,4%;
  • Germania: 81,1%.

Proseguendo nell’analisi dei dati, di fatto non ci sono novità in un senso o nell’altro per quanto riguarda il tasso di inattività. Nella fascia 15-64 si resta al 33,1%, con riferimento a chi non studia e non lavora.

Cosa accade invece se il confronto è su base annua? Istat evidenzia +329mila occupati, pari a un +1,4%. Tra questi, +3,3% indeterminato, +0,6% indipendenti e -6,7% per i dipendenti a termine. “Prosegue il calo dei disoccupati (-194 mila in un anno, -10,2%) e, a ritmi meno sostenuti rispetto al trimestre precedente, quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-32 mila, -0,3%). Tale dinamica si riflette nella crescita del tasso di occupazione (+0,7 punti rispetto al secondo trimestre 2023) e nella diminuzione dei tassi di disoccupazione (-0,8 punti) e di inattività (-0,2 punti)”.

Situazione imprese

Il mondo delle imprese italiane evidenzia ancora una crescita delle posizioni dipendenti. Un aumento congiunturale, sottolinea il report Istat, che prosegue dal secondo trimestre 2021. In termini percentuali si parla di un ulteriore 0,5%.

Il tasso di crescita risulta similare per l’impiego a tempo pieno. Leggermente inferiore, invece, il tasso per quanto concerne l’impiego a tempo parziale: +0,4%. Tutto ciò si conferma anche in termini tendenziali tra posizioni dipendenti (+2,6%), full time (+2,6%) e part time (+2,4%).

Rimodulata in parte anche la giornata lavorativa, con i dipendenti impiegati per meno ore, -1,0% in termini congiunturali. In termini tendenziali, però, si registra un aumento del +0,3%. Un aspetto cardine e spesso scottante, quello della cassa integrazione, registra un calo nel ricorso a 7,5 ore ogni molle lavorate.

Diminuito anche il tasso dei posti vacanti, precisamente di 0,1 punti nel confronto congiunturale e 0,3 punti in quello tendenziale. Crescita e retribuzioni (+1,7%) hanno avuto un effetto sull’aumento su base congiunturale (1,9%) del costo del lavoro per Unità di lavoro equivalente a tempo pieno. A ciò si aggiunge però un altro fattore, dal peso leggermente superiore in termini statistici, ovvero i contributi sociali (+2,4%). Istat registra infine un aumento del costo del lavoro anche in termini tendenziali. Ci si attesta infatti al 4,5%. Ciò grazie all’ambito retributivo (+4,7%) e ai contributi sociali (+4,4%).