L’Italia è un Paese in cui ci sono poche certezze, ma quelle esistenti si presentano a cadenza periodica con una precisione e una puntualità che lasciano basiti. Infatti, escludendo l’inizio del campionato di calcio, la prima del Teatro alla Scala di Milano e pochi altri eventi mondani, la quasi totalità delle ricorrenze in capo ad un anno assume un carattere di disagio e sgradevolezza agli occhi dell’opinione pubblica. Dalla scadenza dei pagamenti di tasse e tributi, passando per la dichiarazione dei redditi, fino al vaccino per combattere l’influenza: sono questi gli appuntamenti fissi che gli italiani aspettano, regolarmente, con una buona dose di diffidenza.
Una delle deadline più complicate per grandi e piccini è anche quella dell’inizio dell’anno scolastico. Spesso, tra i ragazzi, il sentimento più diffuso è quello della nostalgia per l’estate che giunge al termine. Tra gli adulti, invece, sono la rabbia e lo sgomento a farla da padrone: in particolare, con la puntualità di un orologio svizzero, anche quest’anno stiamo assistendo all’ennesimo caos per quanto riguarda l’entrata in servizio del corpo insegnanti, siano essi aspiranti alla cattedra fissa o docenti in cerca di supplenze.
Supplenze e cattedre vacanti, il ministro Valditara nella polemica a poche ore dall’inizio delle lezioni
A porre l’attenzione sullo stato di confusione che in questi giorni di settembre – a poche ore dal rientro in aula – sta nuovamente attanagliando milioni di cittadini in tutta Italia sono stati due parlamentari, ossia il deputato Franco Mari e la collega Elisabetta Piccolotti, entrambi eletti alla Camera nelle file di Allenza Verdi Sinistra in occasione delle elezioni politiche dell’ottobre 2022. Come riportato dal sito Orizzonte Scuola, sono loro ad aver denunciato la confusione che regna sovrana in questa fase di assegnazione dei posti vacanti.
A finire nel mirino dei due compagni di partito – che proprio in queste ore hanno presentato un’interrogazione in Aula rivolta al titolare del dicastero dell’Istruzione, il ministro Giuseppe Valditara – sarebbe il nuovo algoritmo congegnato per smistare e assegnare in maniera automatizzata le supplenze relative all’anno scolastico 2023/2024. Uno strumento molto simile a quello utilizzato giusto 12 mesi fa, ma che avrebbe dovuto riscontrare notevoli miglioramenti grazie ad alcuni accorgimenti apportati dai tecnici del ministero.
Quante sono le supplenze da assegnare in tutta Italia e quanti i posti di sostegno
Le migliorie invece stentano a palesarsi. Anzi, se possibile il procedimento che si sta svolgendo quest’anno per l’individuazione del personale a disposizione sta funzionando in maniera meno precisa e accurata rispetto alle occasioni precedenti. Tanto da spingere i due politici di Montecitorio a parlare di “cattedre assegnate a candidati che possiedono titoli inferiori rispetto ai loro colleghi scartati dalla procedura”. La richiesta ora è quella di riformulare le graduatorie provinciali “per correggere gli errori generati dall’algoritmo nella distribuzione dei posti”.
I problemi però adesso sono due. Il primo riguarda le tempistiche: ci sono istituti in alcune aree d’Italia in cui le lezioni sono già ricominciate, ad esempio in molti istituti dalla durata quadriennale e in diverse scuole europee. Il secondo concerne i numeri: la mole di sedi vacanti da coprire per le supplenze sfora le 100mila unità, a cui vanno aggiunti altri 80mila insegnanti da reclutare per l’attività di sostegno. Un lavoro che il ministero dovrà svolgere in fretta e furia, per non farsi trovare impreparato al suono della campanella.