Sciopero nazionale dei metalmeccanici, 8 ore di stop per il contratto

I sindacati dei metalmeccanici hanno indetto uno sciopero in tutta Italia per chiedere di riprendere le trattative sul Ccnl di categoria, interrotte a novembre

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Pubblicato: 6 Marzo 2025 15:45

Metalmeccanici in agitazione in tutta Italia per il mancato rinnovo del contratto nazionale. Le sigle sindacali di categoria hanno proclamato per la giornata del 28 marzo uno sciopero di otto ore per chiedere di riprendere la trattativa interrotta a novembre, sul Ccnl scaduto a fine giugno 2024, riguardante circa 1,5 milioni di lavoratori.

La mobilitazione proclamata dalle segreterie nazionali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, prevederà manifestazioni provinciali e regionali.

Lo sciopero dei metalmeccanici

I lavoratori metalmeccanici torneranno a incrociare le braccia dopo gli scioperi di 16 ore andati in scena tra dicembre e febbraio 2024.

Secondo quanto annunciato in una conferenza stampa unitaria dalle sigle sindacali di categoria, le nuove proteste saranno precedute da tre assemblee programmate il 21 marzo, in contemporanea al Nord, Centro Italia e al Sud, con la presenza di migliaia di delegati.

Il contratto nazionale

L’obiettivo dell’agitazione è riprendere il dialogo per il rinnovo del contratto nazionale con Federmeccanica e Assistal a otto mesi di distanza dall’avvio della trattativa.

Nella proposta di piattaforma presentata a novembre da Fim, Fiom e Uilm, si chiedeva per i metalmeccanici un aumento del salario medio a regime di 280 euro mensili per tre anni sui minimi, per il livello C3 (ex quinto livello).

Tra gli altri punti inclusi nel piano dei sindacati rientra anche una fase di sperimentazione contrattuale allo scopo di raggiungere progressivamente una riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali.

Dall’altra parte, le associazioni dei datori di lavoro hanno proposto invece di confermare l’aumento definito in base all’inflazione (Ipca-Nei), sulla base delle attuali previsioni disponibili da parte dell’Istat, equivalente a 173,37 euro in quattro anni: una soluzione che prevederebbe quindi l’allungamento del periodo contrattuale 2024-2027 fino al giugno 2028.

I motivi della mobilitazione

Il segretario generale Uilm, Rocco Palombella ha tenuto a precisare che “programmare le ore di sciopero non è uno sport, non lo è per i lavoratori e non lo è per le aziende, ma ci hanno costretti”, con l’obiettivo di “riprendere a trattare, perché di trattative finte non sappiamo che farne”.

“Con questo rinnovo si è fatto un passo indietro: 24 ore di sciopero non si facevano dal 1999” ha aggiunto, sottolineando che se da parte delle associazioni datoralie non c’è un negoziato di merito, ma una contropiattaforma con “aumenti salariali fumosi e insufficienti e altre misure non adeguate”, la mobilitazione è destinata a continuare.

Per il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, “il contratto nazionale serve ad affrontare anche i problemi derivanti dalla crisi internazionale, dalle guerre, dal calo della produzione industriale e dal costo dell’energia, come abbiamo fatto durante la pandemia”.

“Le metalmeccaniche e i metalmeccanici scioperano per riaprire la trattativa sulla base della piattaforma presentata da Fim, Fiom, Uilm – ha dichiarato il rappresentante sindacale in una nota – Vogliamo aumentare il salario per rilanciare l’economia, contrastare la precarietà per stabilizzare i rapporti di lavoro, ridurre l’orario di lavoro e rafforzare la formazione per una maggiore occupazione, estendere i diritti e la sicurezza per tutte le lavoratrici e per tutti i lavoratori anche degli appalti”