Donne e gravidanza: quali sono i lavori a rischio?

Donne e gravidanza: quali sono i lavori a rischio per la salute della futura mamma e del bambino

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Pubblicato: 21 Gennaio 2018 18:33Aggiornato: 16 Maggio 2024 08:38

Nell’ambito della tutela della maternità sul luogo di lavoro, la normativa prevede specifiche disposizioni per le donne in stato di gravidanza che svolgono mansioni considerate a rischio. Questa precauzione mira a salvaguardare la salute della madre e del nascituro, garantendo un ambiente lavorativo sicuro e compatibile con le esigenze della gravidanza.

In base a tali normative, il datore di lavoro è tenuto ad adottare misure adeguate per proteggere le lavoratrici in gravidanza. Ciò implica non solo il dovere di modificare e alleggerire il carico di lavoro delle lavoratrici incinte, ma anche l’obbligo di valutare la possibilità di ridimensionare le mansioni in modo da ridurre al minimo i rischi per la salute della madre e del bambino.

Qualora non sia praticabile una ridistribuzione delle mansioni che assicuri un ambiente di lavoro sicuro durante la gravidanza, il datore di lavoro ha l’obbligo di prendere ulteriori provvedimenti. Questi possono includere il trasferimento temporaneo della lavoratrice in altre mansioni che non comportino rischi per la salute, la fornitura di strumenti di protezione adeguati o la concessione di permessi retribuiti per eventuali controlli medici.

Nel caso in cui le misure adottate non siano sufficienti a garantire la sicurezza e la salute della lavoratrice incinta, il datore di lavoro è tenuto a presentare una richiesta di maternità anticipata presso la Direzione Provinciale del Lavoro competente. Tale richiesta deve essere corredata da documentazione medica attestante la necessità di allontanare la lavoratrice dalle mansioni a rischio per proteggere la sua salute e quella del nascituro.

La Direzione Provinciale del Lavoro esaminerà la richiesta del datore di lavoro e prenderà le misure necessarie per proteggere la lavoratrice incinta. Potrebbe approvare la maternità anticipata, consentendo alla lavoratrice di fermarsi dal lavoro prima del previsto per proteggere la sua salute e quella del bambino.

Donne in gravidanza: il decreto che le tutela

Il decreto legislativo 151/01 tutela tutti i diritti delle donne lavoratrici in stato di gravidanza e il relativo periodo di maternità. Per sapere se si sta svolgendo un lavoro a rischio basta consultare l’allegato A del suddetto documento, dove sono elencati gli incarichi di lavoro giudicati pericolosi per la salute del feto e della futura mamma: in questi casi, il datore di lavoro è obbligato a spostare la propria dipendente su altre mansioni che non implichino rischi e, dove non sia possibile, provvedere a un’astensione anticipata e, in alcuni casi, anche a un rientro posticipato fino a 7 mesi dopo il parto.

Lavori considerati a rischio per le donne in gravidanza

Ci sono varie tipologie di lavori considerati rischiosi, che possono essere distinti in tre categorie principali: quelli che comportano esposizione a sostanze nocive, quelli che causano fatica e quelli che implicano movimenti vibratori che possono essere dannosi per la madre e il bambino.

Per le donne in gravidanza, è fondamentale considerare attentamente il rischio di esposizione a sostanze nocive sul luogo di lavoro. Queste sostanze possono essere di natura chimica, come acidi o altre sostanze pericolose impiegate nei laboratori di ricerca, determinati fertilizzanti e sostanze tossiche utilizzate in agricoltura o nell’allevamento, o di natura biologica, come virus e batteri.

Le donne incinte devono prestare particolare attenzione se lavorano in settori in cui sono a contatto con tali sostanze. Questi possono includere professioni nel campo sanitario che comportano stretto contatto con pazienti infetti, come anche mansioni in sala operatoria o nell’assistenza alla prima infanzia.

I lavori che richiedono sforzi fisici includono attività che implicano il sollevamento e il trasporto di merci pesanti, così come la manipolazione di oggetti voluminosi. Le donne in gravidanza devono evitare anche mansioni che comportano l’uso di scale o impalcature mobili o fisse.

Se una futura mamma trascorre più della metà della giornata lavorativa in piedi o se deve sopportare un carico orario eccessivo, il datore di lavoro è tenuto a ridurre le ore lavorative o a cambiare temporaneamente la sua mansione. Inoltre, fino al terzo anno di vita del bambino, le madri possono rifiutare il lavoro notturno.

Infine, le future mamme non possono lavorare con l’ausilio di macchine che prevedono il funzionamento a pedale o comandata a pedale, con un ritmo frequente e usurante dispendio fisico, così come sono vietate macchine che scuotono o con intense vibrazioni. In ultimo, sono considerate a rischio anche tutte le occupazioni che prevedono l’utilizzo di un veicolo a motore, come aerei, navi, treni e pullman.