Una delle principali misure della Manovra 2025 è quella in materia di congedi parentali. È infatti previsto un aumento dell’indennità all’80% per un periodo più lungo di tempo, anziché al 60% per il secondo mese. Le novità in fatto di congedi parentali fanno parte di tutta quella serie di “bonus per la famiglia”, come il bonus Bebè, il bonus Asilo nido, l’esonero contributivo per le mamme lavoratrici e altri come il bonus per l’acquisto di beni alimentari, per l’acquisto di elettrodomestici o i fondi garanzia per l’accesso al mutuo della prima casa.
Torniamo ai congedi parentali e analizziamo tutto ciò che c’è da sapere in merito alle novità presentate nella Manovra 2025.
Indice
Come funziona il nuovo congedo parentale
Il congedo parentale è poco richiesto in Italia, ancora, e si tratta di un periodo di tempo di astensione facoltativa dal lavoro che viene concesso ai genitori per prendersi cura del bambino nei suoi primi anni di vita. A differenza del congedo di maternità, il congedo parentale è su base volontaria.
Il congedo parentale, inoltre, si condivide tra i due genitori, entro dei limiti di tempo, e può essere continuativo o frazionato.
Ricordiamo inoltre che possono accedere al congedo parentale i lavoratori dipendenti, i lavoratori iscritti alla gestione separata e i lavoratori autonomi. Infine, è bene sapere che il congedo vale anche in caso di adozione e/o affidamento.
Quali sono le percentuali di congedo retribuite
Il congedo parentale viene suddiviso in percentuali di retribuzione. In base a questo, è possibile vedersi riconoscere congedi retribuiti:
- al 100%;
- all’80%;
- al 30%.
Nel 2025 è stato riconosciuto un mese aggiuntivo di congedo parentale retribuito all’80%. Rispetto al passato, dove la percentuale di retribuzione si abbassava dopo il primo mese, è possibile usufruire di tre mesi retribuiti all’80% e non più al 60%.
Attenzione: l’aumento della retribuzione del congedo parentale non si applica nel caso in cui la madre o il padre abbiano terminato il congedo di maternità o di paternità entro il 31 dicembre 2024.
Quanti sono i mesi di congedo parentale nel 2025
La Manovra 2025 prevede la conferma di quanto già tentato con le precedenti leggi di Bilancio: favorire la genitorialità attraverso una maggiore retribuzione nei primi mesi e anni di vita del figlio per fare fronte al calo demografico.
Nel testo approvato si conferma che, entro il sesto anno di vita del bambino o di ingresso in famiglia del minore in caso di adozione o affidamento, è previsto un riconoscimento al padre o alla madre (nel limite di due mesi) all’80% anziché al 60%. Per tutto il 2025 le famiglie hanno a disposizione tre mesi con indennità all’80% e altre tre mensilità al 30%. Questi possono essere ottenuti in alternativa tra i genitori fino al sesto anno di età del bambino. Il diritto quindi non è trasferibile all’altro genitore.
Il periodo di tempo può essere più lungo in caso di reddito individuale o nel caso in cui il congedo riguardi un minore disabile. Nel primo caso, il congedo arriva fino a nove mesi, mentre nel secondo caso si aggiungono tre mesi per ciascun genitore.
Come si calcola il periodo di congedo
Una domanda molto comune fa riferimento alla durata del periodo di congedo parentale. L’Inps ha risposto diverse volte all’interrogativo e lo riportiamo per maggiore chiarezza.
La durata del periodo di congedo parentale è:
pari a un mese o a un multiplo dello stesso (es: dal 1° gennaio al 31 gennaio, ovvero dal 18 febbraio al 17 marzo). Si computano uno o più mesi interi. Se i periodi sono di durata inferiore al mese, si sommano le giornate di assenza di ciascun periodo fino a raggiungere il numero 30, considerando le stesse pari a un mese. Se i periodi sono di durata superiore a un mese (ma non multipli dello stesso), si computa il mese o il numero di mesi inclusi nei periodi medesimi secondo il calendario comune, lasciando come resto il numero dei giorni che non raggiungono il mese intero.