Concorso scuola 2020, vincitori della prova suppletiva rischiano il posto: appello a Valditara

Il concorso per la scuola del 2020 svolto in data suppletiva era irregolare secondo il Consiglio di Stato: quasi 400 insegnanti a rischio licenziamento

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Alcuni degli insegnanti vincitori del concorso per la scuola del 2020 rischiano il licenziamento alla fine dell’anno scolastico a causa di una sentenza del Consiglio di Stato. La loro prova era infatti stata fissata in una data suppletiva proprio perché la pandemia aveva impedito il regolare svolgimento. Il secondo grado della giustizia amministrativa ha però definito questa modalità di svolgimento irregolare.

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara aveva promesso lo scorso febbraio una soluzione che però, denuncia il comitato degli insegnanti coinvolti, non è ancora arrivata. Se le cose non dovessero cambiare, tutti i docenti entrati nella scuola con quel concorso rischierebbero di perdere il posto di lavoro.

Il concorso della scuola del 2020 e la sentenza del Consiglio di Stato

Nel 2020 era stato bandito un concorso per l’assunzione di molti insegnanti nelle scuole dell’obbligo in Italia. Un momento complesso per tenere prove che coinvolgono migliaia di persone, a causa della pandemia da Covid-19 che stava imperversando nel Paese. Con grande difficoltà, il ministero dell’Istruzione del governo di allora, quello guidato da Giuseppe Conte con il supporto del Partito Democratico, istituì una data suppletiva per i candidati che non erano riusciti a partecipare alla prima a causa di un’emergenza.

Il concorso si svolse normalmente in questa data, ci furono quindi dei vincitori che ottennero il posto da insegnante. Quattro anni dopo, una sentenza del Consiglio di Stato, il secondo grado di giudizio della giustizia amministrativa in Italia, he però annullato quella prova. Secondo i giudici, anche se il concorso si era svolto in maniera irregolare, l’istituzione di una data suppletiva per quelli che erano stati definiti “meri impedimenti personali“, ossia la pandemia da Covid-19, era illegittima. La conseguenza di questa sentenza è stata quindi l’annullamento dei risultati della prova. Diversi insegnanti si ritroveranno a rischio licenziamento alla fine di questo anno scolastico.

L’intervento del ministero e il comitato degli insegnanti

Per proteggersi in questa situazione di incertezza, gli insegnanti che avevano passato il concorso del 2020 nella data suppletiva hanno formato un comitato in data 6 marzo. Già un mese prima però, precisamente l’8 febbraio, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara aveva promesso una soluzione prima della fine dell’anno scolastico. Tre mesi dopo però, a poco più di 30 giorni dalla fine delle lezioni, dal ministero non sarebbe arrivato ancora un piano per affrontare il possibile licenziamento di questi insegnanti.

“Il primo provvedimento legislativo utile sarebbe stato il Decreto Coesione, ma della promessa risoluzione della posizione dei docenti ingiustamente licenziati non c’è alcun segnale. Al momento restano solo comunicati stampa e strette di mano ma la norma per preservare la condizione di questi insegnanti, che hanno vinto un regolare concorso, ad oggi non c’è” hanno dichiarato gli insegnanti in un comunicato.

È intervenuta a riguardo anche la Flc Cgil, uno dei principali sindacati degli insegnanti, che in una nota ha scritto: “Rimane ancora aperta la paradossale vicenda dei 387 docenti che sono risultati vincitori delle prove suppletive dei concorsi banditi nel 2020 e che, in virtù della recente sentenza del Consiglio di Stato n. 766/24, rischiano di vedere revocato il loro inserimento nelle graduatorie di merito e quindi di venire licenziati. Vanno date certezze e tranquillità a questi insegnanti. Chiediamo che si agisca rapidamente per via normativa.”