Dopo l’edizione 2022, un altro grande successo. La quinta edizione dei Digital Innovation Days 2023 a Milano si preannuncia già con il tutto esaurito, con grandi ospiti e protagonisti del mondo dell’innovazione e del digital. “Milano ambisce ad essere uno dei principali motori europei della trasformazione digitale. Didays offre un grande contributo alla nostra missione di innovazione, mettendo a sistema le tante energie del settore tech dalla nostra città e del resto del Paese” spiega il sindaco di Milano Beppe Sala.
Digital Innovation Days da sempre riunisce professionisti, esperti e leader del settore per discutere, apprendere, costruire connessioni significative nel mondo digitale, condividere esperienze e aprire una finestra sul futuro. L’edizione del 2023 celebra in modo particolare il potere delle sinergie e delle connessioni umane nell’era digitale, portando come tema centrale on stage proprio le Human Connections.
Il successo dei Didays evidenzia quanto sia fertile il territorio lombardo e milanese per le imprese attive nel digitale, ricco com’è di tech company, incubatori e acceleratori che, aggiunge Sala, uniscono il sapere imprenditoriale con quello fornito dal sistema universitario milanese. “Questa formula è alla base di Didays. La crescita esponenziale di iniziative come questa avvicina alla transizione digitale, che è una delle priorità di Milano, e mostra ancora di più come vinceremo le sfide del futuro portando sempre più nuovi talenti e saperi tecnologici in città. Digital Innovation Days è un hub dell’innovazione che aumenta l’attrattività del nostro territorio”.
La quinta edizione del Didays dedicata alle Human Connections
“Per la quinta edizione dell’evento abbiamo scelto di celebrare le connessioni umane in tutte le loro sfumature – spiega a QuiFinanza Nicola Nicoletti, organizzatore dell’evento insieme al fratello Giulio. “Accogliamo sul nostro palco alcuni fra i più autorevoli professionisti dell’innovazione e del digitale, per affrontare insieme e confrontarci sui temi caldi che caratterizzano il nostro presente e il nostro futuro. Non un sermone a senso unico, ma uno scambio partecipativo e costruttivo”.
Si dice entusiasta Giulio Nicoletti: “Partiamo ottimisti, forti di speaker e aziende di grande valore e di una community sempre più grande che durante i tre giorni di Digital Innovation Days avrà l’opportunità di solidificarsi come vera e propria comunità. Puntiamo a consolidare Didays non più solo come evento annuale, ma come vero e proprio hub-sperimentale e comunità innovativa-partecipativa”.
3 giorni di lavori, 1 sala che chiamano “inspirational, 1 sala panel e 2 sale tematiche dedicate al digital e all’innovazione, con 8 focus verticali e diversi workshop. Al centro, appunto, le Human Connections.
“Cura e attenzione. Le ‘HUMAN CONN@CTIONS’ (scritto così, ndr…) ci richiedono proprio questo e con Digital Innovation Days vogliamo puntare proprio a questo attraverso contenuti di qualità e momenti di condivisione del proprio lavoro – racconta a QuiFinanza Stefano Saladino, Head of Content Strategy dell’evento -. Le sinergie tra aziende, professionisti e stakeholder avranno ampio respiro: parlando di digitale e innovazione daremo il giusto spazio ai saperi e alle capacità individuali in grado di connettersi tra loro per generare valore concreto”.
Gli ospiti più attesi dei Didays 2023
Speech ispirazionali, panel, focus e workshop saranno intervallati da incontri business, momenti di networking e conviviali, come il party finale a conclusione della tre giorni di lavoro e occasione perfetta per celebrare i 5 anni di Didays.
Tanti i protagonisti sul palco e nelle sale workshop. Tra questi, anche lo scrittore e imprenditore americano Erik J. Larson, autore de “Il mito dell’intelligenza artificiale” (Harvard University Press), da poco pubblicato in italiano da Franco Angeli. E poi Nicola Neri di Ipsos, Oscar Farinetti, imprenditore e fondatore della catena Eataly, Susanna Martucci, vincitrice del Premio Gammadonna 2023, Pegah Moshin Pour, attivista per i diritti umani e digitali, Ilan Misano, CEO di X-Applied, e Giulia Ventura, Business Development Manager di Alibaba.com.
Accanto a loro, tanti professionisti del settore digital, tra cui Francesco Agostinis, esperto di Meta Ads, Luca La Mesa, formatore, consulente, imprenditore ed esperto di social media marketing, Matteo Pogliani, fondatore dell’Osservatorio Nazionale di Influencer Marketing, Gaetano Romeo, esperto di SEO e autore di vari libri sul tema, Mirko Pallera, fondatore di Ninja Marketing, Riccardo Pirrone, presidente dell’Associazione Nazionale Social Media Manager e diventato famoso per essere il social media manager di Taffo Funeral Services.
Lo studio Ipsos sull’Intelligenza artificiale
Tra gli interventi più interessanti, la presentazione di uno studio condotto da Ipsos in 31 Paesi, tra cui l’Italia, con oltre 22mila adulti intervistati sul tema dell’Intelligenza artificiale, che – dicono i dati – porterà a un incredibile +18% di Pil solo in Italia, nonostante i tanti lavori a rischio, con l’obiettivo di comprendere i sentimenti delle persone sull’AI e le loro aspettative rispetto all’impatto che questo avanzamento tecnologico può avere nelle loro vite, quotidiane soprattutto.
“La conoscenza dell’AI – spiega a QuiFinanza Silvia Andreani, Client Officer e Responsabile Osservatorio Metaverso di Ipsos – non implica automaticamente la conoscenza delle sue applicazioni pratiche: solo 1 consumatore su 2 sa in quali tool viene applicata la tecnologia, mentre i 2/3 degli intervistati sanno cos’è l’Intelligenza artificiale”.
Rispetto alle emozioni che l’AI suscita nelle persone, il campione di intervistati è esattamente spaccato a metà: “C’è molta ansia e preoccupazione verso questa novità tecnologica, ma anche tanta voglia di saperne di più. L’Italia è sicuramente affascinata dall’Intelligenza artificiale, ma non manca qualche timore verso la novità. Rispetto al mondo del lavoro, gli italiani non hanno paura di perdere il proprio posto, ma sono consapevoli che qualcosa inevitabilmente cambierà”. Oggi, senz’altro, il passaggio all’Intelligenza artificiale, in tutte le sue forme, si pone sempre più come un passaggio necessario per tutte le imprese, anche piccole e medie.