Frejus aperto, ma chiuso il tunnel del Gottardo: cosa succede

Il danneggiamento della soletta intermedia della galleria è il motivo per cui il tunnel del San Gottardo è stato chiuso al traffico fino a domenica

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

A partire dalla tarda domenica, le autorità svizzere hanno annunciato la temporanea chiusura della galleria stradale del San Gottardo, uno dei principali attraversamenti alpini utilizzati quotidianamente anche per il trasporto di merci provenienti dall’Italia. La ragione di questa chiusura è attribuita al “danneggiamento della soletta intermedia”, in cui alcune porzioni di calcestruzzo si sono staccate dalla galleria, precipitando sulla carreggiata. Fortunatamente, nessuno è stato coinvolto nell’incidente, ma questo ha suscitato preoccupazioni tra gli esperti.

Durante un primo sopralluogo, è stato individuato un cedimento lungo 25 metri sulla parte superiore del tunnel. Attualmente, non è stata stabilita una data precisa per la riapertura, poiché ciò dipenderà dall’entità dei danni rilevati e dalla necessaria manutenzione. Nel frattempo, il traffico stradale è stato deviato attraverso la strada del San Bernardino, che passa attraverso il valico del Gottardo.

Flusso merci interrotto: le cause

Oltre al percorso autostradale, la galleria del San Gottardo è anche attraversabile in treno. Tuttavia, il traffico ferroviario è stato interrotto il 10 agosto a seguito del deragliamento di un treno che ha causato notevoli danni all’infrastruttura. La circolazione ferroviaria nella parte orientale della galleria è stata ripristinata il 23 agosto, ma le operazioni di rimozione e recupero dei vagoni danneggiati sul lato occidentale dovrebbero continuare fino alla fine di settembre. Attualmente, ci sono ancora otto vagoni da rimuovere all’interno della galleria.

Nelle recenti settimane, si sono verificati diversi problemi che stanno ostacolando il flusso delle merci italiane attraverso i valichi alpini, causando lunghe code e disagi nelle consegne. Il 28 agosto, a causa di una frana, è stato necessario chiudere temporaneamente il traforo del Frejus, situato al confine tra il Piemonte e la Savoia francese. Questa situazione ha generato un intenso traffico sull’altro valico alpino che collega Italia e Francia, ovvero il Monte Bianco. Fortunatamente, il passo del Frejus ha riaperto il 10 settembre. Inoltre, era stata programmata la chiusura del traforo del Monte Bianco per lavori di manutenzione dal 4 settembre al 18 dicembre, ma a causa della frana al Frejus e dei problemi di traffico, questa chiusura è stata posticipata.

Anche sul Brennero, che rappresenta il principale percorso per il trasporto delle merci italiane dirette in Germania, la situazione è complessa. L’Austria ha imposto restrizioni sempre più severe sui camion che percorrono questa rotta, mirando a ridurre l’inquinamento atmosferico e promuovere il trasporto su ferrovia. Queste restrizioni austriache hanno causato code chilometriche e disagi sul lato italiano del Brennero. La soluzione a lungo termine prevede la costruzione di una lunga galleria ferroviaria che collegherà Fortezza, in Italia, a Innsbruck, in Austria. Tuttavia, i lavori stanno subendo ritardi significativi, poiché l’apertura inizialmente prevista per il 2028 è stata posticipata al 2032 secondo gli ultimi aggiornamenti.

L’importanza dei valichi alpini per l’economia italiana

Il corretto funzionamento dei valichi alpini rappresenta un elemento cruciale per l’economia italiana ed europea. Ogni anno, questi tunnel facilitano il passaggio di centinaia di migliaia di camion e milioni di tonnellate di merci, generando affari per miliardi di euro. Secondo i dati forniti dalla Coldiretti, l’associazione dei coltivatori e degli allevatori, quasi due terzi delle esportazioni agroalimentari italiane raggiungono i paesi dell’Unione Europea principalmente attraverso i valichi alpini. Nel 2022, sono state esportate merci per un valore di 60,7 miliardi di euro, e nei primi cinque mesi di quest’anno, le esportazioni hanno registrato una crescita dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2022.