L’anatocismo è la pratica mediante la quale la banca applica interessi su interessi già maturati ad esempio su un mutuo o un prestito con la conseguenza che il debito del cliente cresce in modo esponenziale. Spesso si tratta di una pratica scorretta che può essere contestata in modo legale. Ecco, dunque, quando l’anatocismo è illegittimo e come fare per ottenere il rimborso delle somme versate indebitamente.
Indice
Che cos’è l’anatocismo bancario
Quando si pagano interessi sugli interessi già maturati in passato si parla di anatocismo. Più esattamente, nel momento in cui gli interessi si aggiungono al capitale iniziale e iniziano a produrre altri interessi si crea un meccanismo di crescita progressiva del debito che in economia prende il nome di interesse composto.
Supponiamo che una persona al 1° gennaio 2024 debba all’istituto di credito 1.000 euro e che durante l’arco dell’anno siano maturati interessi dell’1% annuo. Al termine dell’anno e quindi al 31 dicembre 2024, il debito totale sarà di 1.010 euro: 1.000 euro di capitale + 10 euro di interessi.
Il 1° gennaio 2025, poi, i 10 euro di interessi si sommeranno al capitale che salirà quindi a 1.010 euro.
Qualora il tasso dovesse restare lo stesso, alla fine del 2025 gli interessi saranno calcolati sui 1.010 euro per cui il debito diventerà di 1.020,10 euro. Quei 10 centesimi in più rappresenteranno interessi sugli interessi già maturati e quindi si tratterà di anatocismo.
| Anatocismo bancario: cos’è e come funziona | |
|---|---|
| 📄 Definizione | L’anatocismo è la pratica con cui maturano interessi ulteriori sugli interessi già scaduti e non pagati. Si traduce in una capitalizzazione degli interessi. |
| ⚖️ È legale? | In Italia è vietato se applicato liberamente dalla banca. È consentito solo alle condizioni previste dall’art. 120 del Testo Unico Bancario e dalla delibera Cicr del 2016. |
| 📅 Regole dal 2016 | Nessuna capitalizzazione infrannuale automatica Gli interessi debitori maturano solo una volta l’anno, il cliente deve prima pagarli e dopo possono produrre nuovi interessi |
| 🏦 Dove si applica | Conti correnti Aperture di credito Mutui e finanziamenti (con regole specifiche) Sconfinamenti bancari |
| 🛑 Cosa è vietato | Applicare interessi sugli interessi ogni trimestre Far maturare automaticamente nuovi interessi se il cliente non ha ancora potuto pagarli Capitalizzazione diversa tra interessi creditori e debitori |
| ✔️ Cosa è consentito | Calcolo annuale degli interessi debitori (al 31/12) Addebito degli interessi il 1° marzo dell’anno successivo Solo se il cliente non paga entro la scadenza, quegli interessi possono produrre nuovi interessi |
| 📌 Tempi di pagamento | Gli interessi debitori maturati nell’anno vengono addebitati il 1° marzo dell’anno successivo e il cliente ha tempo fino a quella data per saldarli |
| 💥 Rimborsi possibili | Sono impugnabili gli addebiti se:
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| 🧾 Clausola necessaria | La capitalizzazione è valida solo se prevista da una clausola contrattuale esplicita, approvata per iscritto e conforme alla normativa |
| 🛡️ Come tutelarsi | Controllare l’estratto conto di dicembre e quello di marzo Contestare eventuali interessi anatocistici non dovuti Presentare reclamo alla banca o all’Arbitro Bancario Finanziario (Abf) |
Il divieto di anatocismo per legge dal 2016
Le nuove regole di divieto di anatocismo sono entrate in vigore dal 1° gennaio 2016 e stabiliscono che la banca non ha il diritto di far maturare interessi su altri interessi dovuti dai clienti.
Tale divieto si applica soltanto sugli interessi ordinari e non su quelli di mora. Questi ultimi sono quelli previsti qualora il cliente non paghi gli importi o le rate nei tempi stabiliti dal contratto come nel caso di un mutuo o un finanziamento. In tali situazioni, infatti, valgono le regole del contratto e quelle del Codice Civile.
Nel caso si abbiano rapporti di conto corrente, dovranno essere adeguati a tali regole per cui sarà importante contattare il proprio istituto di credito per chiedere delucidazioni in merito e leggere con attenzione le comunicazioni che vengono inviate.
La produzione degli interessi sul conto corrente
Se un cliente apre un conto corrente può depositare il denaro e allo stesso tempo usare il fido o lo scoperto che vengono messi a disposizione dall’istituto bancario. Proprio per tale motivo si distinguono due tipologie di interessi:
- attivi;
- passivi.
I primi sono quelli che la banca riconosce al cliente sui soldi che deposita mentre gli altri su quelli che deve pagare nel caso utilizzi il denaro messo a disposizione dall’istituto.
Bankitalia spiega che le regole di base sull’anatocismo e sul calcolo degli interessi sono le seguenti:
- gli interessi passivi non possono produrre nuovi interessi;
- sia gli interessi passivi che quelli attivi devono essere calcolati con la medesima periodicità;
- il periodo per calcolare gli interessi non deve essere inferiore a 1 anno;
- gli interessi devono essere calcolati il 31 dicembre di ogni anno e al termine del rapporto.
Per verificare, poi, la presenza di anatocismo sul proprio conto è importante;
- elaborare una preanalisi degli scalari dopo aver acquisito gli estratti conto trimestrali;
- chiede a un professionista di certificare ufficialmente l’anatocismo.
Come funziona il pagamento degli interessi passivi
Come spiegato, l’istituto di credito al 31 dicembre calcola gli interessi passivi. In seguito, almeno 30 giorni prima del 1° marzo, deve comunicare al cliente l’importo di quelli maturati. In tale arco temporale il risparmiatore può quindi decidere in che modo pagarli ovvero:
- con i contanti;
- con le future entrate previo accordo con la banca;
- mediante bonifico bancario da un altro conto corrente;
- mediante autorizzazione di addebito in conto.
Con la domiciliazione bancaria i vantaggi principali sono la puntualità e l’automaticità dei pagamenti. Inoltre si evitano le conseguenze di un inadempimento. D’altra parte, però, si rischia che il proprio debito aumenti nel caso in cui sul conto le somme non siano sufficienti per il pagamento degli interessi passivi.
Come verificare se c’è anatocismo
Prima di chiedere una verifica perché si sospetta che ci sia anatocismo è consigliabile raccogliere tutta la documentazione che si ha ovvero eventuali:
- estratti conto;
- contratto originale;
- conteggio estintivo nel caso di prestiti o mutui;
- le comunicazioni della banca.
Tali documenti serviranno per ricostruire la storia del rapporto e verificare se c’è la presenza di capitalizzazione degli interessi.
Il secondo step è quello di utilizzare degli strumenti di calcolo o dei software specifici grazie ai quali si potranno stimare gli interessi che si sarebbero dovuti pagare in assenza di anatocismo.
Bisognerà poi affidarsi a professionisti qualificati come avvocati o associazioni a difesa dei consumatori che effettueranno una perizia approfondita grazie anche ai documenti che si raccoglieranno.
Anatocismo certificato: i passaggi successivi
In seguito, come spiega l’Associazione per l’educazione e la difesa dal sistema finanziario si dovrà inviare un reclamo scritto al proprio istituto di credito chiedendo che sia effettuato un ricalcolo degli interessi e che le somme versate in modo indebito siano restituite.
Alle volte potrebbe capitare che il reclamo non sia sufficiente per cui bisognerà ricorrere al giudizio per ottenere un risultato anche perché l’anatocismo può costituire un illecito perseguibile.
Una causa di tale tipo, come aggiunge l’associazione, potrebbe durare anche due anni. I tempi, però, sono diversi in base al carico di lavoro dell’ufficio giudiziario.
In merito ai costi, che si dividono in fissi e variabili. I primi sono quelli delle marche da bollo, del contributo unificato e delle notifiche mentre i secondi sono quelli dell’avvocato e della perizia.
La via più semplice è la mediazione civile
La mediazione civile è il modo più efficace per ottenere quanto dovuto in caso di anatocismo. Basta infatti rivolgersi a un organismo di mediazione accreditato dal Ministero della Giustizia e i cui costi non sono esosi per ottenere una risposta in tempi veloci, anche di pochi mesi.
Quando si può richiedere il rimborso
Il rimborso, infine, può essere chiesto se:
- gli interessi sono stati capitalizzati dopo l’anno 1952;
- il conto corrente è attivo ed era stato aperto prima del 2000;
- il conto corrente è stato chiuso da meno di 10 anni;
- il conto ha registrato dei saldi passivi durante il rapporto bancario.