Eni, “svolta epocale”: ecco l’energia che non finirà mai

Il progetto di Eni promette la "rivoluzione nucleare" che potrà produrre quantità pressoché illimitate di energia. Rispettando ambiente ed equilibri sociali

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Quando si parla di nucleare non si riesce a pensare a una forza di energia pulita. Eppure la fusione, a differenza della fissione che caratterizza le centrali odierne, è in grado di produrre quantità pressoché illimitate di energia senza emissioni di gas serra e quantità molto limitate di scorie radioattive, tra cui il trizio.

La fusione nucleare è proprio al centro della “svolta epocale” che Eni sta preparando, con una “ricerca in stadio molto avanzato” (ne abbiamo parlato anche qui). E che non si basa su rifiuti radioattivi.

Il progetto nucleare di Eni

“Avremo il primo progetto pilota che deve dare energia positiva nel 2025 e la prima centrale commerciale al 2030“, ha riferito l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. “Si tratta di centrali piccole e modulari che non si basano su prodotti radioattivi, ma sulla fusione degli atomi. Darà i suoi frutti dopo il 2030″. Su questo versante, ha ribadito Descalzi, “siamo molto impegnati e siamo il principale shareholder di una compagnia che è nata da uno spin-off del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, con il quale lavoriamo da molti anni”.

L’a.d. di Eni ha presentato il nuovo accordo di cooperazione sottoscritto con Commonwealth Fusione System. La fusione nucleare può rappresentare una svolta epocale per i suoi effetti anche sulla geopolitica, in quanto “non esisterebbero più ricatti, non ci sarebbero mercati sbilanciati“. A margine della firma dell’intesa presso la sede del CFS, Descalzi ha ribadito come la “rivoluzione nucleare” possa cambiare il benessere delle persone e avere importanti ricadute geopolitiche, facendo sì che l’energia “non sia più un problema o la causa di una guerra. L’insicurezza energetica potrebbe “essere risolta e tutto potrebbe migliorare. Dall’energia abbiamo cibo, sanità e istruzione“.

La collaborazione tra i due gruppi, inaugurata nel 2018, permetterà lo sviluppo e la distribuzione dell’energia su larga scala grazie alla fusione nucleare. Eni è stata la prima società energetica a investire ingenti capitali in questa tecnologia che, una volta raggiunti livelli industriali, potrebbe rappresentare un nuovo corso per la transizione energetica (ma allora il nucleare tornerà in Italia? Cosa ha detto il ministro Pichetto).

Una fonte “illimitata” di energia?

La produzione di grandi quantità di energia attraverso la fusione nucleare presenta dunque tre vantaggi principali:

  • zero emissioni nocive;
  • un processo “sicuro e virtualmente illimitato”;
  • scorte potenzialmente illimitate di energia.

Il piano di Eni e Commonwealth Fusione System promette di “cambiare per sempre” il settore, garantendo che nessun Paese si ritrovi più senza energia primaria. Una “rivoluzione” in nome dell’ambiente, ma anche dell’eguaglianza sociale. “La moneta di scambio sarà la pace che otterremo”, ha dichiarato Descalzi, riferendosi in particolare ai Paesi in via di sviluppo.

A livello quotidiano, quando e se il sistema funzionerà a pieno regime, i consumatori potranno beneficiare di costi in bolletta sempre più contenuti. La stessa costruzione delle centrali, che avverrà in maniera più veloce rispetto al passato, sarà meno onerosa. Per il 2050 i giganti energetici saranno in grado di produrre elettricità in modo “sicuro, pulito e inesauribile” e, dunque, completare la transizione energetica.

Cos’è la fusione nucleare

La definizione di fusione nucleare indica una reazione nucleare nella quale i nuclei di due o più atomi si uniscono tra loro, formando il nucleo di un nuovo elemento chimico. Si tratta di un processo differente e in un certo senso “opposto” a quello della fissione nucleare, nella quale un atomo pesante si scinde in due o più pezzi di massa inferiore. Perché la fusione sia possibile è però necessaria una grande quantità di energia, in grado di vincere la repulsione elettromagnetica dei nuclei.