Siccità, situazione sempre più grave nel deserto Italia

La siccità sta intaccando anche le risorse idriche sotterranee e, ormai in tutta la Penisola la situazione sta peggiorando, a lanciare l'allarme è ANBI

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Siamo ormai abituati ai periodi di siccità, ma quest’anno la situazione è particolarmente grave. I laghi e i fiumi sono quasi completamente asciutti e stanno mettendo a rischio anche le riserve d’acqua sotterranea. È importante fare tutto il possibile per ridurre il consumo di acqua e salvaguardare questa preziosa risorsa.

Ne è esempio l’Emilia Romagna, dove le portate dei fiumi Enza (mc. /sec. 0,4) e Reno (mc. /sec. 0,6) scendono sotto i minimi storici: sulle pianure a Nord della foce del fiume Reno sono finora caduti, da inizio d’anno, solo 205 millimetri di pioggia, una quantità molto simile a quello registrata nei primi 6 mesi del 2021, influendo sulla ricarica della falda e sulla risalita del cuneo salino nelle zone costiere. Un’analoga condizione si registrò a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, ma ad aggravare l’attuale contingenza c’è l’aumento esponenziale delle temperature in un’Europa flagellata da disastrosi incendi. I bacini piacentini trattengono 6,2 milioni di metri cubi d’acqua, praticamente dimezzati rispetto alla media del recente quinquennio e lontanissimi dalla capacità massima di Mmc. 21,5.

L’allarme di AMBI

Non intervenire subito per raccogliere le acque piovane potrebbe significare una ripetizione di crisi idriche ancora più devastanti in futuro. Questo è l’allarme lanciato dall’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI). La siccità di quest’anno, infatti, sta intaccando anche le riserve idriche destinate all’uso potabile, provocando un deficit che si protrarrà nel tempo. La soluzione proposta da ANBI e Coldiretti è quella di costruire 10.000 laghetti per raccogliere le acque piovane.

Nonostante le piogge abbondanti che cadono ogni anno sul nostro Paese, l’89% dell’acqua va sprecato e finisce in mare. Questo è dovuto principalmente all’utilizzo inefficiente delle risorse di superficie. ANBI sostiene che la risposta alla siccità non può essere la cultura del pozzo, ma l’utilizzo razionale dell’acqua. Purtroppo, però, i prelievi d’acqua a profondità maggiori comportano gravi rischi per l’equilibrio idrogeologico.

L’attuale situazione

I dati fotografano una situazione drammatica soprattutto per l’agricoltura e quindi per la produzione di cibo: in una sola settimana, il volume d’acqua nel lago Maggiore è calato di ben 48 milioni di metri cubi, portando a quasi 3 miliardi di metri cubi, il deficit rispetto alla media del periodo. Non va meglio per gli altri grandi bacini settentrionali, tutti abbondantemente sotto media: il lago di Como (riempimento: 0,6%) è ai minimi storici, quello d’Iseo è al 5% di riempimento e precipitano i livelli del Garda, attestandosi al 34,3% della capacità d’invaso.

Nord Italia

In Piemonte, i fiumi sono ai minimi termini: il Tanaro scende ad una portata di soli mc. /sec. 2,5 vale a dire il 10% circa di quella del 2021, anno già di grave crisi; un importante calo si registra anche sulla Sesia mentre, tra gli altri corsi d’acqua, sono praticamente azzerati i flussi negli alvei di Agogna, Chisola, Ellero, Sangone, Orba, Bormida, mentre Chisone e Dora Riparia sono dimezzati rispetto all’anno scorso ed il Toce è al 30% della portata 2021. Le dighe della Baraggia Biellese e Vercellese (Ingagna, Ostola e Ravasanella) trattengono 6,35 milioni di metri cubi d’acqua, quando ne dovrebbero contenere circa il doppio.

Appare senza fine la crisi del fiume Po, che settimanalmente segna record negativi di portata, arrivando a toccare mc. /sec. 113,7 (ben 123 metri cubi al secondo in meno rispetto al precedente minimo storico)  al rilevamento ferrarese di Pontelagoscuro, cioè circa il 10% della portata media (mc. /sec. 1140) ed il 75% in meno della portata limite per l’intrusione del cuneo salino.

In Valle d’Aosta, dove a luglio non è praticamente piovuto, si riduce la portata della Dora Baltea, che rimane però sopra la media storica.

In Lombardia, le portate del fiume Adda sono dimezzate anche rispetto a quelle del “annus horribilis” 2017 ed alle riserve idriche regionali manca ben 1 miliardo di metri cubi rispetto alla media.

Scendono ancora i livelli del fiume Adige in Veneto e si attestano su valori oltre 2 metri inferiori a quelli dell’anno scorso; è di quasi un metro e mezzo, invece, la differenza con il livello del 2021 per la Livenza, mentre il Piave è calato di oltre 60 centimetri in soli 7 giorni.

Centro Italia

Grave è anche la situazione del Centro-Italia, dove sul Lazio è eccezionale il deficit pluviometrico, fin qui registrato principalmente sulle province di Roma e Viterbo (in particolare, lungo il litorale): quasi dappertutto sono caduti un centinaio di millimetri di pioggia in quasi 8 mesi ed il record negativo è detenuto da Ladispoli con soli mm. 94. Costante è il calo dei laghi di Bracciano, arrivato a -32 centimetri rispetto all’anno scorso e di Nemi, che ha raggiunto –cm. 96 sul 2021, ma anche il bacino di Turano cala di quasi un centimetro al giorno. Nettamente inferiori alla media restano le portate del fiume Aniene, mentre quelle di Liri e Sacco sono ai minimi dal 2017; sono tornati sostanzialmente in linea con gli anni scorsi, invece, i livelli del Tevere.

In Umbria, dove è piovuto pochissimo, i laghi di San Casciano e di Chiusi permangono a livelli minimi, mentre il bacino di Corbara è sceso di 58 centimetri in 7 giorni.

Adempiendo al compito di dare acqua alle campagne, calano i livelli nei bacini delle Marche, scesi di circa 1.300.000 metri cubi in una settimana, contenendone ora poco più di 42 milioni, ma rimanendo al di sopra dei livelli del 2021.

Permane grave la condizione dei corsi d’acqua in Toscana, dove il fiume Serchio registra una portata addirittura più che dimezzata rispetto a quella del Deflusso Minimo Vitale, così come l’Ombrone, da settimane in condizioni critiche. In Lucchesia, il 2022 è stato finora il quinto anno più secco da oltre un secolo, ma il più siccitoso degli ultimi 19 anni per quanto riguarda la città di Lucca (fino a Giugno 2022 sono caduti solo mm. 302,8 di pioggia a fronte di una media di mm. 568,9). Nel bacino del lago di Massaciuccoli la pioggia caduta è stata invece di 221 millimetri, cioè la metà di quanto piove normalmente; a risentirne è proprio il bacino lacustre, dove sono stati ridotti i prelievi idrici.

Sud Italia

Per quanto riguarda il Sud Italia, in Campania, i livelli idrometrici dei fiumi Sele e Volturno appaiono in calo, mentre è stabile il Sarno; si segnalano in discesa i volumi idrici nei bacini del Cilento (l’invaso di Piano della Rocca è al 53% del riempimento e trattiene quasi il 20% in meno rispetto al 2021)  e nel lago di Conza (quasi 5 milioni di metri cubi in meno rispetto all’anno scorso). Pertanto, permane stabile la condizione di siccità nel bacino idrografico del Liri-Garigliano e Volturno.

Infine, in 7 giorni, l’acqua trattenuta negli invasi di Basilicata è calata di quasi 13 milioni di metri cubi, raggiungendo un deficit di oltre 38 milioni sui livelli dell’anno scorso, mentre è di circa 11 milioni di metri cubi la discesa di risorsa idrica nei bacini della Puglia, dove però si registra un confortante +Mmc. 10,22 sul 2021.