Reati ambientali, impennata nel 2023 a +29,7%: aumentano i casi di abuso edilizio lungo le coste

Per Legambiente, i reati ambientali accertati sono stati 22.956. I più diffusi: ciclo illegale del cemento, mare inquinato e pesca illegale

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Le coste e i mari italiani sono sempre più sotto assedio dalle illegalità ambientali, come dimostra il forte aumento degli illeciti nel 2023, un anno da codice rosso per il Mare nostrum. Sono stati accertati 22.956 reati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, con un incremento del 29,7% rispetto al 2022. Includendo le violazioni amministrative, la media è di 8,4 illeciti per chilometro di costa, ossia uno ogni 119 metri.

I numeri del nuovo report “Mare Monstrum”

A scattare questa fotografia è il nuovo report Mare Monstrum 2024 che Legambiente presenta oggi alla vigilia del 14esimo anniversario dell’uccisione a Pollica (SA) del sindaco pescatore Angelo Vassallo, per tenere viva la memoria del suo impegno contro speculazioni e illegalità.

Gli illeciti ambientali continuano a crescere a un ritmo sempre più allarmante: nel 2023 sono state denunciate 25.545 persone, con un aumento del 43% rispetto al 2022. Tuttavia, migliora anche l’efficacia dell’azione repressiva, come dimostrano il numero di arresti, salito a 204 (+98,1% rispetto al 2022), e i sequestri, che hanno raggiunto quota 4.026, con un incremento del 22,8% rispetto all’anno precedente.

Un reato su due (50,3%) si concentra in quattro regioni: Campania (3.095 illeciti penali), Sicilia (3.061), Puglia (3.016) e Calabria (2.371), che guidano la classifica regionale in termini assoluti, seguite da Lazio (1.529 reati) e Toscana (1.516). Nelle prime dieci regioni rientrano anche Sardegna, Veneto, Liguria e Marche. Quest’ultima regione, tuttavia, detiene il primato per il numero di illeciti complessivi (reati e violazioni amministrative) per chilometro di costa, con una media di 38,9, seguita da Friuli-Venezia Giulia (31,9 illeciti per km) e Basilicata (30,9).

Ecco l’elenco puntato con solo i nomi delle regioni e i dati sui reati:

  • Campania: 3.095 reati
  • Sicilia: 3.061 reati
  • Puglia: 3.016 reati
  • Calabria: 2.371 reati
  • Lazio: 1.529 reati
  • Toscana: 1.516 reati
  • Sardegna: 1.452 reati
  • Veneto: 1.359 reati
  • Liguria: 1.256 reati
  • Marche: 1.049 reati
  • Abruzzo: 988 reati
  • Emilia-Romagna: 967 reati
  • Basilicata: 537 reati
  • Friuli Venezia Giulia: 402 reati
  • Molise: 358 reati

Abusivismo edilizio tra i reati più diffusi

Il ciclo illegale del cemento, che include reati come l’abusivismo edilizio, le occupazioni illecite del demanio marittimo e le cave fuorilegge, si conferma come la tipologia di illecito più diffusa lungo le coste italiane. Nel 2023, sono stati accertati 10.257 reati in questo ambito, un aumento dell’11,1% rispetto al 2022, rappresentando il 44,7% di tutte le infrazioni registrate.

A livello regionale, la Campania guida la classifica con 1.531 reati accertati, pari a quasi il 15% del totale nazionale, e un incremento del 21,4% rispetto all’anno precedente. In Campania si registrano anche 1.710 denunce. Seguono la Puglia, con 1.442 reati e 1.546 denunce, che si distingue per il numero più elevato di controlli (62.246) e sequestri (368), la Sicilia con 1.180 reati, e la Calabria, che ha totalizzato 1.046 reati, segnando un aumento del 20,1%. Al quinto posto si trova la Toscana, con 794 reati, seguita dal Veneto, che ha registrato 705 reati, con un incremento del 28,6% rispetto al 2022, superando così il Lazio, che ha riportato 617 illeciti penali.

  • Campania: 1.531 reati
  • Puglia: 1.442 reati
  • Sicilia: 1.180 reati
  • Calabria: 1.046 reati
  • Toscana: 794 reati
  • Veneto: 705 reati
  • Lazio: 617 reati
  • Emilia-Romagna: 537 reati
  • Marche: 463 reati
  • Sardegna: 406 reati
  • Abruzzo: 404 reati
  • Liguria: 380 reati
  • Basilicata: 341 reati
  • Molise: 222 reati
  • Friuli Venezia Giulia: 189 reati

Notevole è anche la performance della Sardegna, che sale dal 15° al 10° posto con 406 reati, un incremento impressionante del 172,5% rispetto all’anno precedente. La Sardegna si distingue anche per il numero di arresti (7) e per il valore delle sanzioni, che supera i 7,6 milioni di euro, posizionandosi al primo posto a livello nazionale.

“Il ciclo illegale del cemento – commenta Enrico Fontana, responsabile Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente – rappresenta la quota più significativa dei reati ambientali analizzati anche in questa edizione di Mare Monstrum, a causa, principalmente, della miriade di abusi edilizi che continuano a sfregiare l’Italia. Un fenomeno devastante per lo sviluppo sociale, ambientale ed economico dell’intero Paese, che colpisce principalmente il Sud, in particolare le regioni a tradizionale insediamento mafioso, e le aree costiere, le perle estive del Belpaese e su cui bisogna intervenire con una mano decisa e con abbattimenti non più rimandabili”.

Sversamento in mare di rifiuti, i dati delle regioni

L’illegalità lungo le coste italiane si manifesta attraverso vari problemi, tra cui l’abbandono e lo smaltimento illegali di rifiuti, gli scarichi in mare e la mala depurazione. La Campania si colloca al primo posto per il numero di reati di questo tipo, con 1.047 illeciti, che rappresentano oltre il 16% del totale nazionale. Sebbene ci sia stata una leggera diminuzione (-2,3%) rispetto al 2022, la Campania detiene anche il record di persone denunciate (1.121), arresti (43), sequestri (561) e il valore delle sanzioni ha superato i 108,6 milioni di euro.

La Puglia si conferma al secondo posto con 881 reati, mostrando un significativo aumento del 57,3% rispetto all’anno precedente. Al terzo posto si trova la Calabria, con 828 illeciti penali e un incremento del 140,7%. La Sicilia, con 722 reati e un aumento del 111,7%, passa dal quinto al quarto posto. La Sardegna, che era undicesima nel 2022, balza al quinto posto con 580 illeciti penali, segnando un eccezionale aumento del 417,9% in un anno.

Legambiente evidenzia che la maggior parte degli illeciti è concentrata nelle quattro Regioni con una tradizionale presenza mafiosa. In queste aree sono stati accertati 3.478 reati penali, pari al 54,6% del totale nazionale.

Pesca illegale e violazioni dei codici di navigazione nautica

Analizzando gli illeciti legati alla pesca illegale, sia penali che amministrativi, la Sicilia guida la classifica con 1.872 infrazioni, seguita dalla Puglia con 1.264, dal Lazio con 824 e dalla Liguria con 809. E ai primi posti ci sono sempre loro: Sicilia, Puglia, Campania e Calabria, che insieme rappresentano il 44,7% degli illeciti complessivi.

Considerando i dati per chilometro di costa, l’Abruzzo si posiziona al primo posto con circa 5,5 illeciti per km, seguito dall’Emilia-Romagna con 4,7 illeciti, dal Veneto con 3,6 illeciti e dal Molise con 3 reati e illeciti amministrativi per km di costa.

Per quanto riguarda le violazioni del codice di navigazione nautica da diporto, la Sicilia è al primo posto con 306 illeciti penali, con un aumento del 117%. Segue la Campania con 281 illeciti, un incremento del 319,4%, e la Sardegna, che sale al terzo posto con 271 reati e un eccezionale aumento del 1.593,8%. Il Veneto supera la Liguria e diventa la prima regione del nord per numero di illeciti, con 248 reati. In questa categoria, l’incidenza dei reati nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa è del 40,7%.

Le proposte di Legambiente: finanziamenti contro l’abuso edilizio e sanzioni per i dirigenti

Nel rapporto sono incluse anche le dieci proposte avanzate al Parlamento e al Governo da Legambiente, per garantire una protezione più efficace del prezioso patrimonio ambientale marino dell’Italia:

  • Ripristinare, eventualmente con modifiche normative, l’efficacia dell’art. 10bis della legge 120/2020, che assegna ai Prefetti il compito di demolire le costruzioni abusive oggetto di ordinanze di abbattimento emesse ma non eseguite dai Comuni.
  • Prevedere un finanziamento annuale di 100 milioni di euro per il Fondo di rotazione istituito presso la Cassa depositi e prestiti, destinato ai Comuni che eseguono le ordinanze di demolizione, e uno stanziamento annuale di 50 milioni di euro per le procure della Repubblica, le procure Generali e le Prefetture, per l’esecuzione delle sentenze di condanna in materia di abusivismo edilizio.
  • Rafforzare l’attività di contrasto delle occupazioni abusive del demanio marittimo, con l’obiettivo di ripristinare la legalità, garantire, dove possibile, la fruizione pubblica e tutelare l’integrità ambientale.
  • Introdurre sanzioni penali adeguate per i dirigenti comunali che non adottano i provvedimenti sanzionatori nei casi di abusivismo edilizio e per i funzionari delle aziende di servizi che stipulano contratti con proprietari di immobili costruiti illegalmente, in violazione della normativa vigente.
  • Rilanciare a livello nazionale e locale la costruzione, l’adeguamento e/o la messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione, migliorando il sistema di gestione integrato del ciclo idrico (collettamento fognario e depurazione) e dei rifiuti (gestione fanghi di depurazione).
  • Efficientare la depurazione delle acque reflue, valorizzandole come risorsa e permettendone il completo riutilizzo in settori strategici come l’agricoltura, velocizzando la redazione del Decreto del Presidente della Repubblica (D.P.R.) che regolamenterà il riutilizzo delle acque reflue per usi irrigui, industriali, civili e ambientali, armonizzando la normativa vigente e fornendo ai gestori un quadro normativo stabile e coerente.
  • Dare piena attuazione alla normativa di recepimento della Direttiva 2019/883, relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi, e regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (acque nere e grigie, acque di sentina, ecc.), istituendo zone speciali di divieto di qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa.
  • Promuovere politiche e misure attive per la prevenzione nella produzione e per la lotta all’abbandono e alla dispersione dei rifiuti, al fine di migliorare la tutela del mare e della costa.
  • Migliorare e rendere più efficienti i controlli delle Agenzie regionali di protezione ambientale, che operano nel Sistema Nazionale di protezione ambientale coordinato da Ispra (SNPA), un sistema concepito con la riforma della legge 132 del 2016 ma ancora in attesa di decreti attuativi.
  • Adottare adeguati interventi normativi con sanzioni efficaci contro la pesca illegale, non dichiarata e non documentata, per garantire la tutela delle specie marine e dell’ecosistema marino.