Giornata per le vittime della crisi climatica globale, 145mila i morti in Europa in 40 anni

Dal 2023, l'Ue commemora il 15 luglio come la Giornata europea per le vittime della crisi climatica globale e invita a ridurre al minimo l'impatto dei cambiamenti climatici

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Oggi si celebra la Giornata europea per le vittime della crisi climatica globale, un’iniziativa nata dalla dichiarazione congiunta firmata nel 2023. L’obiettivo di questa giornata è quello di ricordare le vittime dei disastri climatici, sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle azioni individuali e collettive per ridurre il rischio di impatti climatici e migliorare la preparazione e la risposta agli eventi estremi.

La crisi climatica globale rappresenta una minaccia senza precedenti per il nostro pianeta e per la nostra stessa esistenza. I cambiamenti climatici causati dalle attività umane stanno portando a disastri naturali sempre più frequenti e intensi, mettendo a rischio la vita di molte persone e danneggiando gli ecosistemi che ci sostengono.

La Giornata europea per le vittime della crisi climatica globale ci invita a riflettere sulle conseguenze di questi cambiamenti e a prendere consapevolezza dell’importanza di agire per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico. Ognuno di noi può fare la differenza adottando comportamenti sostenibili, riducendo le emissioni di gas serra, promuovendo l’uso di energie rinnovabili e sostenendo politiche e iniziative volte a contrastare la crisi climatica.

L’Europa deve agire ora per ridurre gli impatti dei cambiamenti climatici

Secondo l’Agenzia europea dell’Ambiente (Aea), la Giornata europea per le vittime della crisi climatica globale serve come appello all’azione. L’Europa deve agire immediatamente per ridurre al minimo gli impatti dei cambiamenti climatici. Negli ultimi decenni, l’Europa è stata colpita da rischi naturali frequenti e gravi legati alle condizioni meteorologiche e al clima, come siccità, incendi boschivi, ondate di caldo, tempeste e forti piogge. Questi eventi hanno causato perdite economiche significative e hanno avuto un impatto sulle vite delle persone, con un numero stimato di vittime umane comprese tra 85.000 e 145.000.

L’Aea sottolinea che le ondate di caldo sono particolarmente pericolose, causando decine di migliaia di morti premature in Europa dal 2000. Inoltre, si prevede che la durata, la frequenza e l’intensità di queste ondate di caldo aumenteranno, portando a un aumento sostanziale della mortalità, soprattutto tra le popolazioni vulnerabili, a meno che non vengano adottate misure di adattamento.

La Giornata europea per le vittime della crisi climatica globale ci ricorda l’importanza di agire ora per ridurre gli impatti dei cambiamenti climatici. Dobbiamo adottare misure individuali e collettive per mitigare i rischi climatici, migliorare la preparazione e la risposta agli eventi estremi e promuovere comportamenti sostenibili. Solo attraverso azioni concrete possiamo proteggere il nostro futuro e creare un ambiente più sicuro e sostenibile per le generazioni future.

Impatti sulla salute del cambiamento climatico in Europa: un quadro preoccupante

Il riscaldamento globale e l’inquinamento dell’aria in Europa stanno contribuendo a un aumento dell’incidenza di attacchi di cuore e ictus, nonché alla proliferazione di malattie infettive e disagi psicologici. Nell’estate del 2022, si sono registrate circa 60.000 morti a causa delle alte temperature, con l’Italia tra i paesi maggiormente colpiti.

Il cambiamento climatico non si limita a causare decessi diretti, ma ha anche effetti indiretti gravi. Dei 60 milioni di persone che hanno accusato problemi legati all’insicurezza alimentare, 11,9 milioni hanno subito ulteriori danni a causa dell’aumento delle giornate calde e dei periodi di siccità. Questi fenomeni estremi compromettono la produzione agricola, riducono la disponibilità di cibo e aumentano i prezzi, aggravando la situazione per le persone già vulnerabili.

In aggiunta, l’inquinamento atmosferico, derivante principalmente dalle emissioni di veicoli e industrie, aggrava le malattie respiratorie e cardiovascolari. L’aria inquinata è un fattore di rischio per l’asma, le bronchiti croniche e altre patologie polmonari, aumentando il numero di ospedalizzazioni e decessi prematuri. Il particolato fine (PM2.5) e l’ozono a livello del suolo sono particolarmente dannosi, penetrando profondamente nei polmoni e nel sistema circolatorio.

La salute mentale è un’altra vittima del cambiamento climatico. Eventi estremi come ondate di calore, alluvioni e incendi boschivi possono causare stress, ansia e depressione. L’incertezza e la preoccupazione per il futuro climatico aumentano i disturbi psicologici, con un impatto significativo sul benessere delle persone.

Nel contempo, i servizi sanitari pubblici europei stanno iniziando a mostrare segni di sovraccarico. Le risorse sono sempre più sotto pressione per far fronte a un numero crescente di emergenze sanitarie legate al clima. Gli ospedali e le strutture mediche devono gestire un afflusso maggiore di pazienti affetti da malattie correlate al clima, mentre devono anche affrontare le sfide di personale e finanziamenti limitati.

Impatti della crisi climatica in Europa: una prospettiva della Commissione Ue

La Commissione europea ha evidenziato alcuni punti fondamentali riguardo alla crisi climatica, sottolineando l’urgenza di affrontare questa sfida globale. Ecco un’analisi approfondita:

  1. Aumento degli eventi meteorologici estremi: la scienza indica chiaramente che gli eventi meteorologici estremi e le catastrofi stanno diventando sempre più frequenti e intensi a causa del cambiamento climatico. Le temperature medie globali stanno aumentando, e i modelli meteorologici stanno diventando sempre più imprevedibili
  2. Rischi climatici multipli: l’aumento del clima porterà con sé rischi di ogni tipo, inclusi eventi meteorologici estremi più frequenti come ondate di caldo, siccità, inondazioni e erosione costiera dovuta all’innalzamento del livello del mare
  3. Impatti umani e ambientali: milioni di persone in tutto il mondo hanno già subito perdite di case, mezzi di sussistenza o persino la vita a causa degli impatti climatici. L’insicurezza alimentare e idrica determinata dal clima è in aumento, e quando i rischi si combinano con altri eventi avversi, diventano ancora più difficili da gestire
  4. Impatti in Europa: anche in Europa, le condizioni meteorologiche estreme legate al clima stanno già mietendo vittime e causando danni economici. Anche quando le conseguenze non sono mortali, lasciano un impatto duraturo sull’economia e sulle comunità locali
  5. Necessità di azione: per prevenire gli impatti peggiori del cambiamento climatico, è fondamentale continuare a ridurre le emissioni di gas serra e incoraggiare un’azione globale per affrontare la causa principale del riscaldamento globale
  6. Preparazione e gestione dei rischi: è essenziale prepararsi e gestire meglio i rischi legati al clima che sono già presenti e continueranno a crescere. Ciò richiede investimenti, ma i costi impallidiscono rispetto al costo di non fare nulla. Preparare le case, le infrastrutture, l’economia e i sistemi sanitari al cambiamento climatico ci aiuterà a salvare vite umane in futuro
  7. Azione dell’Unione europea: l’Unione europea sta agendo per diventare climaticamente neutrale entro il 2050 e per prepararsi agli inevitabili impatti del cambiamento climatico, rendendo le società più resilienti e proteggendo le persone e la prosperità nel mondo

Ondate di calore, un pericolo globale che richiede azioni immediate

Secondo uno studio pubblicato su PLOS Medicine, dal 1999 al 2019 oltre 150.000 persone sono morte a causa delle ondate di calore, con la metà di queste morti registrate in Asia. Lo studio, condotto dalla Monash University in collaborazione con altre istituzioni di ricerca, ha rilevato che le ondate di calore hanno causato un aumento di 236 decessi per dieci milioni di residenti per ogni stagione calda di un anno nel periodo 1990-2019. Le regioni più colpite sono state l’Europa meridionale e orientale, le aree con climi polari e alpini e quelle con reddito elevato. Tuttavia, si è osservato un calo del carico di mortalità legato alle ondate di calore nelle località con clima tropicale o con basso reddito nel periodo 1990-2019.

Secondo il rapporto 2023 del Lancet Countdown on Health and Climate Change, i decessi legati al caldo tra le persone di età superiore ai 65 anni sono aumentati dell’85% nel periodo 2013-2022 rispetto al periodo 1991-2000. Inoltre, nel 2022, i pericoli meteorologici, idrologici e climatici in Europa hanno colpito direttamente 156.000 persone e causato 16.365 morti, principalmente a causa delle ondate di calore.

Le ondate di calore rappresentano una minaccia significativa per la salute pubblica. È importante prendere misure immediate per proteggere la popolazione. Alcuni paesi, come l’Italia, pubblicano bollettini sulle ondate di calore per informare la popolazione e promuovere interventi per proteggere le persone più vulnerabili. È fondamentale adottare comportamenti di protezione individuale, come bere molta acqua, rimanere in luoghi freschi e ben ventilati, evitare l’esposizione diretta al sole nelle ore più calde e prestare particolare attenzione alle persone anziane e fragili.

Le ondate di calore sono un problema globale che richiede azioni immediate per mitigare i rischi e proteggere la salute delle persone. È necessario adottare politiche e misure di adattamento per affrontare i cambiamenti climatici e ridurre l’impatto delle ondate di calore sulla società.

Eventi climatici estremi in Italia, un bilancio di perdite e fragilità

Secondo un recente studio dell’Enea, tra il 2003 e il 2020 in Italia gli eventi climatici estremi hanno causato complessivamente 378 decessi. Di questi, 321 sono stati provocati da frane e valanghe, 28 da tempeste e 29 da inondazioni. Le regioni con il maggior numero di decessi e di comuni coinvolti sono risultate il Trentino-Alto Adige, con 73 decessi e 44 comuni colpiti, la Lombardia con 55 decessi e 44 comuni, la Sicilia con 35 decessi e 10 comuni, il Piemonte con 34 decessi e 28 comuni, il Veneto con 29 decessi e 23 comuni, e l’Abruzzo con 24 decessi e 12 comuni.

Lo studio evidenzia che circa il 50% dei 247 comuni italiani che hanno registrato almeno un decesso è costituito da centri montani o poco abitati. Questi comuni sono particolarmente vulnerabili agli eventi meteo-idrogeologici estremi a causa della loro fragilità intrinseca e delle difficoltà negli interventi di soccorso. La situazione è aggravata dalla mancanza di infrastrutture adeguate e dalla difficoltà di accesso rapido per i soccorritori, rendendo queste aree particolarmente suscettibili a disastri naturali.

Inoltre, il cambiamento climatico sta aumentando la frequenza e l’intensità di questi eventi estremi. Le frane e le valanghe sono spesso causate da precipitazioni intense e improvvise, mentre le tempeste e le inondazioni sono in aumento a causa dell’innalzamento delle temperature e del cambiamento dei modelli meteorologici. Questi fenomeni non solo mettono a rischio vite umane, ma causano anche danni ingenti alle infrastrutture, alle abitazioni e all’economia locale.

In risposta a questa crescente minaccia, è fondamentale migliorare la resilienza delle comunità vulnerabili attraverso interventi di prevenzione e preparazione. Questo include la messa in sicurezza del territorio, la costruzione di infrastrutture resistenti, la promozione di pratiche di gestione del territorio sostenibili e la sensibilizzazione della popolazione sui rischi associati agli eventi climatici estremi. Solo attraverso un impegno congiunto tra governo, enti locali, comunità scientifica e cittadini sarà possibile mitigare gli impatti devastanti dei cambiamenti climatici e proteggere le vite e i mezzi di sussistenza delle persone.

L’impatto economico del cambiamento climatico: perdite globali e costi per l’Italia

Il cambiamento climatico sta avendo un impatto significativo anche dal punto di vista economico. Secondo un’analisi di Munich Re, nel 2023 le perdite globali a causa di eventi climatici estremi sono stimabili intorno ai 250 miliardi di dollari, con soli 95 miliardi di dollari assicurati. In Europa, i temporali nella regione alpina e nell’area mediterranea hanno causato perdite record, ammontanti complessivamente a 17 miliardi di dollari, di cui solo 2 miliardi erano assicurati.

In Italia, i fenomeni di dissesto geologico, idrologico e idraulico, come inondazioni, frane, erosioni e sprofondamenti, costano più di due miliardi di euro all’anno, come riportato nel Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (Pnacc). Questi impatti economici non solo rappresentano una sfida per la sostenibilità economica del paese, ma mettono anche in evidenza la necessità di adottare misure di adattamento e mitigazione per proteggere le comunità e l’ambiente.

L’analisi dettagliata degli impatti economici dei cambiamenti climatici sottolinea la complessità e l’urgenza della situazione. Le conseguenze economiche dei disastri naturali legati al clima vanno ben oltre le perdite finanziarie dirette, influenzando la produttività, l’occupazione, l’infrastruttura e la stabilità economica complessiva.

È fondamentale che i governi, le imprese e le comunità adottino strategie di adattamento e mitigazione per affrontare queste sfide economiche. Investire in infrastrutture resilienti, promuovere pratiche commerciali sostenibili e adottare politiche di gestione del rischio climatico sono passi cruciali per proteggere le economie locali e globali dai crescenti impatti dei cambiamenti climatici.

Cerimonia a Bruxelles per le vittime della crisi climatica

Oggi, a Bruxelles, alla presenza del Commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, e di rappresentanti del governo belga, si è svolta una cerimonia per celebrare la Giornata europea per le vittime della crisi climatica globale.

Durante il suo discorso, Lenarčič ha sottolineato l’importanza di questa commemorazione: “Oggi, nell’anniversario della terribile alluvione che tre anni fa ha portato via tante vite in Belgio, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi, ricordiamo chi ha perso la vita in disastri climatici in tutto il mondo. Cogliamo anche l’occasione per guardare alle sfide future. L’Unione europea continuerà ad adoperarsi per mitigare i cambiamenti climatici e rafforzare l’adattamento e la resilienza a tali cambiamenti, dando alla prossima generazione la speranza di un domani migliore e più sicuro.”

Anche Wopke Hoekstra, Commissario per l’Azione per il clima, ha preso la parola, evidenziando la gravità della situazione: “I cambiamenti climatici rappresentano un pericolo chiaro e attuale. Fanno parte della nostra realtà. Tre anni fa, Belgio, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi hanno subito inondazioni devastanti. Oggi commemoriamo chi quel giorno ci ha lasciati, ma anche ogni singola persona che ha perso la vita a causa dei cambiamenti climatici in tutto il mondo. Dobbiamo lavorare insieme per garantire che le nostre società siano meglio attrezzate per far fronte alle catastrofi climatiche, ad esempio investendo nell’adattamento ai cambiamenti climatici.”

La cerimonia ha rappresentato un momento di riflessione e di impegno per il futuro. La necessità di azioni concrete per affrontare i cambiamenti climatici è stata ribadita con forza, sottolineando l’importanza di investire in misure di adattamento e resilienza. Solo attraverso uno sforzo collettivo e coordinato sarà possibile proteggere le comunità e garantire un futuro più sicuro per le generazioni a venire.