Ddl nucleare approvato, tornano le centrali in Italia: il piano

Il Governo ha approvato il Ddl nucleare sostenibile che gli permetterà di legiferare sul ritorno delle centrali atomiche in Italia, dopo i referendum che le avevano vietate

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato il ddl delega sul nucleare, che permetterà al Governo di emanare decreti legislativi attuativi per far riprendere la produzione di energia elettrica attraverso l’uranio nel nostro Paese. La legge prevede diversi ambiti in cui l’Esecutivo potrà muoversi, ma andrà prima approvata dal Parlamento.

L’Esecutivo continua a puntare in prevalenza su tecnologie ancora non presenti sul mercato, come gli Smr e gli Amr, oltre alla fusione, che non ha ancora raggiunto nemmeno una sostenibilità a livello sperimentale, nonostante l’Italia dipenda da altri Paesi per la ricerca su questi sistemi.

Il Governo ha approvato il Ddl delega sul nucleare sostenibile

Nella serata del 2 ottobre il Consiglio dei ministri ha approvato un ordine del giorno per la presentazioni in Parlamento di un Ddl delega sul nucleare sostenibile. Si tratta di una legge che dovrebbe dare all’Esecutivo ampi poteri sull’attuazione del suo piano per il ritorno della produzione di energia elettrica da fonti nucleari in Italia.

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha elencato gli ambiti di azione in cui l’Esecutivo potrà muoversi grazie a questa legge:

  • la disciplina della reintroduzione del nucleare in Italia;
  • l’elaborazione di un Programma nucleare nazionale;
  • l’istituzione di una Autorità per la sicurezza nucleare;
  • il potenziamento della ricerca scientifica e industriale sul tema;
  • la formazione di nuove competenze;
  • lo svolgimento di campagne di sensibilizzazione e informazione.

I decreti legislativi attuativi dovranno essere adottati entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge, che però è ancora lontana a causa dell’iter parlamentare che i Ddl devono seguire.

Come funziona un Ddl delega

Lo strumento legislativo scelto dal Governo per agire sul nucleare è la legge delega. Con questo atto, il Parlamento definisce un ristretto ambito in cui cedere il proprio potere legislativo al Governo, che può agire in questo modo con un solo passaggio parlamentare, su diverse norme.

Il disegno di legge delega è l’atto con cui il Governo presenta la legge delega perché venga approvata dal Parlamento. Un Ddl delega può essere presentato anche da semplici parlamentari e non per forza dall’Esecutivo.

Per passare effettivamente all’attuazione del Ddl sul nucleare, questo dovrà quindi prima diventare legge. Ci sarà quindi prima un passaggio nelle commissioni parlamentari competenti, poi la discussione in aula con le relative modifiche e infine l’approvazione dello stesso testo da parte di entrambe le aule, Camera e Senato. Solo da allora il Governo potrà effettivamente iniziare a legiferare.

Su che tecnologie nucleari punta il Governo

Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha ribadito che il Governo punterò su tecnologie ancora non disponibili dal punto di vista commerciale per lo sviluppo del nucleare in Italia:

Vogliamo essere protagonisti delle nuove tecnologie, dagli Smr e Amr fino alla fusione, nel quadro della neutralità tecnologica e della transizione energetica europea. Il nucleare sostenibile è una scelta di innovazione, sicurezza e responsabilità verso i cittadini, imprese e verso l’ambiente.

Gli Smr sono gli small modular reactor, piccoli reattori nucleari trasportabili da un Tir che possono essere combinati per aumentare la potenza generata. Gli Amr (advanced modular reactors) possono invece essere più grandi e utilizzano tecnologie alternative a quelle delle tradizionali centrali nucleari. Nessuna di queste tecnologie è al momento disponibile a livello commerciale.

La fusione nucleare è invece un processo completamente diverso da quello con cui funzionano le normali centrali nucleari, vale a dire la fissione. Non esiste al momento nessuna tecnologia in grado di generare energia da una reazione di fusione controllata. I reattori esistenti sono sperimentali e faticano a produrre più energia di quanta ne serva a contenere la reazione.