Negli ultimi mesi, sei delle principali banche statunitensi hanno abbandonato la Net Zero Banking Alliance, ovvero il cosiddetto accordo sullo Zero Netto promosso dalle Nazioni Unite con l’obiettivo di tagliare le emissioni entro il 2050.
Le istituzioni coinvolte sono JPMorgan Chase, Bank of America, Citigroup, Wells Fargo, Goldman Sachs e Morgan Stanley. Questa decisione ha sollevato preoccupazioni riguardo alle implicazioni per la lotta ai cambiamenti climatici e per il settore finanziario globale.
Le ragioni dietro l’uscita dall’accordo sullo Zero Netto
Le principali motivazioni che hanno portato le banche americane a fare un passo indietro rispetto all’accordo, sono di fatto tutte riconducibili alla politica Donald Trump.
Con l’elezione di Donald Trump, infatti, le banche hanno affrontato crescenti pressioni da parte di legislatori conservatori e regolatori, preoccupati per gli impegni climatici che avrebbero potuto limitare i finanziamenti al settore dei combustibili fossili.
Inoltre, diversi Stati a maggioranza repubblicana hanno intrapreso azioni legali contro alcune delle principali istituzioni finanziarie, accusandole di pratiche anticoncorrenziali legate alle loro politiche di investimento sostenibile.
In particolare, il Texas e altri dieci Stati hanno citato in giudizio BlackRock, Vanguard e State Street, sostenendo che queste società di gestione patrimoniale avrebbero cospirato per ridurre l’offerta di carbone al fine di raggiungere obiettivi di emissioni nette zero, causando un aumento dei prezzi dell’energia e danneggiando la produzione energetica statunitense.
Questa situazione ha quindi sollevato preoccupazioni riguardo ai danni all’immagine e rischi normativi per le banche coinvolte. I citati in giudizio hanno respinto le accuse – BlackRock per esempio ha affermato che le sue pratiche di investimento sono orientate agli interessi finanziari dei clienti e sono regolarmente sottoposte a revisione da parte delle autorità di regolamentazione.
Probabilmente anche la crescente attenzione politica e legale verso le strategie di investimento sostenibile delle istituzioni finanziarie ha portato all’uscita dall’accordo sullo Zero Netto delle principali banche USA-
Le conseguenze della mossa delle banche Usa
L’uscita delle sei banche statunitensi dall’accordo sul Net Zero, con la ritirata di istituzioni come Goldman Sachs e BlackRock, ha ridotto la capacità finanziaria di questa alleanza di circa il 20%, indebolendo la sua influenza nel promuovere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Non è da escludere, poi, che le cose possano addirittura peggiorare. La diminuzione della rappresentanza di grandi banche potrebbe portare a una percezione di debolezza dell’accordo, sollevando dubbi sull’efficacia delle sue iniziative e sulla possibilità che alcune istituzioni possano utilizzare l’adesione come strumento di marketing senza un reale impegno verso la sostenibilità.
E ovviamente, un impegno concreto per la riduzione delle emissioni di gas serra comporterebbe conseguenze gravi e irreversibili per il nostro pianeta. Secondo il Rapporto di sintesi 2024 dei Contributi determinati a livello nazionale dell’Unfccc, le attuali politiche porterebbero a un aumento della temperatura globale compreso tra 2,6 °C e 3,1 °C entro la fine del secolo, superando di gran lunga l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento a 1,5 °C.
Questo scenario potrebbe causare eventi climatici estremi più frequenti e intensi, come ondate di calore, uragani e inondazioni, con impatti devastanti su ecosistemi, economie e comunità vulnerabili. Inoltre, l’innalzamento del livello del mare minaccerebbe le aree costiere, mettendo a rischio milioni di persone e causando perdite economiche significative.