Donne, ambiente e tecnologie green, un’agenda per un futuro sostenibile

La parità di genere non è solamente un dovere morale, rappresenta anche un investimento fondamentale per la costruzione di un futuro resiliente e sostenibile

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 8 Marzo 2024 17:35

Lo progresso di nuove tecnologie a basse emissioni di carbonio e con basso consumo di risorse rappresenta un elemento cruciale per conseguire gli obiettivi globali in materia di clima e biodiversità.

Per raggiungere questo scopo, è imperativo attingere al vasto serbatoio di talenti a livello mondiale. Coinvolgere le donne negli sforzi di sviluppo tecnologico comporterebbe sfruttare la capacità innovativa della metà dell’umanità.

La percentuale di donne inventrici nelle tecnologie verdi sta crescendo, tuttavia, presenta notevoli variazioni tra i Paesi OCSE, con le donne inventrici nel campo delle tecnologie ambientali che registrano un aumento leggermente inferiore rispetto ad altri settori.

L’importanza della prospettiva di genere nella sostenibilità ambientale

I fattori ambientali possono influenzare uomini e donne in modo diverso, a causa dei diversi comportamenti e ruoli che svolgono in molte società, nonché delle loro diverse caratteristiche fisiologiche. Sia che si guardi all’energia, all’acqua, ai trasporti, alla progettazione urbana, all’agricoltura o ai modelli di consumo, una lente di genere è fondamentale per comprendere le differenze negli impatti ambientali. Ad esempio, le donne rappresentano gran parte degli oltre 4 milioni di decessi ogni anno dovuti all’inquinamento atmosferico interno. Il degrado ambientale può anche portare a un aumento della violenza di genere. D’altro canto, l’emancipazione economica, sociale e politica delle donne può contribuire ad accelerare l’azione sulla protezione e la conservazione del clima e dell’ambiente.

L’OCSE lavora per sostenere i paesi nell’integrazione degli aspetti di genere e di inclusività nella progettazione e attuazione di politiche che forniscano migliori risultati ambientali, economici e sociali e migliorino il benessere per tutta la società, e per realizzare l’Agenda 2030.

Uguaglianza di genere e sostenibilità, un percorso condiviso

L’uguaglianza di genere e la sostenibilità ambientale sono due sfide globali interconnesse che richiedono un’azione urgente e coordinata. Le donne e gli uomini in tutto il mondo subiscono in modo differenziato gli effetti del cambiamento climatico, della deforestazione, del degrado del territorio, della desertificazione, delle infrastrutture insostenibili, della crescente scarsità d’acqua e di servizi igienico-sanitari inadeguati.

Promuovere l’uguaglianza di genere e la sostenibilità ambientale non solo è un imperativo morale, ma rappresenta anche un’opportunità per creare un futuro più giusto e resiliente per tutti. Le donne, infatti, possono giocare un ruolo chiave nello sviluppo di soluzioni innovative per la tutela dell’ambiente.

Tuttavia, per realizzare questo potenziale, è necessario colmare un divario significativo: pochissimi paesi integrano una prospettiva di genere nella raccolta dei dati ambientali e nell’elaborazione delle politiche.

È fondamentale rafforzare la collaborazione tra i diversi attori – governi, organizzazioni internazionali, società civile e settore privato – per:

  • Raccogliere dati disaggregati per sesso sull’ambiente e sugli impatti del cambiamento climatico
  • Sviluppare politiche ambientali inclusive che tengano conto delle diverse esigenze e vulnerabilità di donne e uomini
  • Promuovere la partecipazione delle donne ai processi decisionali in materia di ambiente e sviluppo sostenibile

Promuovere l’emancipazione femminile attraverso la finanza verde

Il 30 marzo 2023, l’OCSE ha tenuto un webinar Green Talks: LIVE, con un’introduzione di Jo Tyndall, direttore per l’ambiente dell’OCSE e una presentazione di Dimitra Xynou e Valentina Bellisi, analisti politici della divisione Green Finance and Investment. A loro si sono uniti Krzysztof Michalak, capo ad interim della Divisione Finanze, investimenti e relazioni globali presso la Direzione Ambiente dell’OCSE e Coordinatore per le questioni di genere, e Ana Puy del Ministero spagnolo per la transizione ecologica e la sfida demografica.

Durante l’evento, è stato presentato un documento politico dell’OCSE che sostiene l’emancipazione femminile attraverso politiche e finanza verdi. Il documento esamina il ruolo delle politiche ambientali sostenibili, della finanza verde e delle infrastrutture ecocompatibili nel promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne. Si evidenzia come le interrelazioni tra genere e ambiente stiano iniziando ad essere riconosciute, sottolineando la necessità di ulteriori sforzi per creare sinergie tra obiettivi di genere e ambientali nella formulazione di politiche, nelle strategie di finanza sostenibile e nella progettazione e realizzazione di infrastrutture verdi.

Uguaglianza di genere e ambiente, un legame indissolubile

Il rapporto del 2021 “Gender and the Environment: Building Evidence and Policies to Achieve the SDGs” presenta una sintesi della ricerca iniziale condotta dall’OCSE sull’intreccio tra genere e ambiente. Esso include i risultati chiave del primo sondaggio del Comitato per la politica ambientale sull’integrazione del genere nelle politiche ambientali e del Forum globale del 2020 sull’ambiente, che si è concentrato sull’integrazione della dimensione di genere e sull’emancipazione delle donne per la sostenibilità ambientale.

I dati evidenziano chiaramente che il degrado ambientale sulle donne impatta in modo diverso rispetto agli uomini, suscitando in loro una maggiore motivazione per intraprendere azioni concrete. Nel contesto di questo scenario, Ingrid Barnsley, vicedirettrice della Direzione Ambiente dell’OCSE, ha approfondito la complessa e sfaccettata relazione tra uguaglianza di genere, donne, cambiamento climatico, inquinamento atmosferico, violenza domestica e brevetti sulle tecnologie verdi. Tutti questi elementi sono discussi nel dettaglio durante questo podcast dell’OCSE.

Analisi dell’integrazione di genere nelle politiche ambientali

Nel periodo 2019-20, l’OCSE ha effettuato un sondaggio esteso tra tutti i suoi membri per valutare come essi integrino il genere nelle politiche ambientali e connesse all’ambiente. I risultati rivelano che la maggior parte dei paesi OCSE ha adottato un qualche tipo di quadro strategico sull’uguaglianza di genere e/o sul mainstreaming di genere. Questo è particolarmente evidente in settori chiave come il cambiamento climatico, l’agricoltura e la silvicoltura, l’energia e i posti di lavoro legati all’imprenditorialità verde.

Tuttavia, emerge un dato significativo: solo 11 paesi hanno risposto in modo affermativo alla domanda se raccolgono dati disaggregati per genere relativi alle politiche ambientali o all’ambiente in generale. Questo divario tra l’implementazione di politiche e la raccolta dei dati indica che l’integrazione delle agende di genere e ambiente è ancora un obiettivo lontano dall’essere completato. Il nostro articolo esamina in dettaglio questi risultati e le sfide persistenti nella realizzazione di tale integrazione.

Guidare l’uguaglianza di genere e la sostenibilità ambientale, iniziative dell’OCSE nell’Agenda 2030

Sebbene i casi di studio evidenzino sempre più i collegamenti tra genere e ambiente, la carenza di dati e indicatori sulle interconnessioni è una sfida sia a livello nazionale che globale. Per perseguire politiche più efficaci nell’ambito degli obiettivi di uguaglianza di genere e sostenibilità ambientale stabiliti dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, l’OCSE sta intensificando i suoi sforzi per individuare e colmare le lacune nei dati rilevanti.

L’Agenda 2030, oltre a enfatizzare il genere, richiede una disaggregazione ulteriore per vari fattori come reddito, area geografica, età e disabilità. Questo approccio è essenziale per la misurazione accurata e il conseguimento degli obiettivi. L’OCSE ha già identificato tre nuovi indicatori, in corso di sviluppo con una specifica componente di genere:

  1. Tassi di mortalità per inquinamento atmosferico: differenziati per inquinante, sesso, paese, anno ed età
  2. Sviluppo di tecnologie verdi: basato sull’attività brevettuale, differenziato per dominio, sesso, paese e anno
  3. Esposizione ai rischi ambientali: differenziata per inquinante ed esondazione fluviale, sesso ed età

Questi indicatori mirano a migliorare la comprensione delle interazioni tra genere e ambiente, contribuendo così a informare politiche più mirate e sostenere il progresso verso gli obiettivi stabiliti dall’Agenda 2030.

Infrastrutture sostenibili e inclusive: la chiave per un futuro migliore

Le infrastrutture sostenibili e di alta qualità, progettate per rispondere alle esigenze di donne, uomini, bambini, minoranze, persone con disabilità e altri gruppi vulnerabili, costituiscono un elemento fondamentale per il benessere umano, la crescita economica e la sostenibilità ambientale. Il Partenariato per la conoscenza sulle infrastrutture sostenibili e inclusive dell’OCSE si impegna a promuovere un’analisi basata sull’evidenza delle interazioni tra gli obiettivi di sostenibilità e inclusione. Questa iniziativa fornisce una piattaforma cruciale per la condivisione di conoscenze, facilitando il collegamento tra governi, imprese e attori della società civile che sono impegnati nel progresso verso tali obiettivi. Lanciata durante il Forum per la Pace di Parigi dall’11 al 13 novembre 2019, questa iniziativa si propone di catalizzare azioni concrete verso la realizzazione di una società più equa e sostenibile.

Il rapporto “Prospettive politiche sulla connettività sostenibile: Chiudere il divario di genere nelle infrastrutture” evidenzia come le infrastrutture vengano utilizzate in maniera differente da donne e uomini, a seconda delle loro esigenze, ruoli e preferenze sociali. Utilizzando gli strumenti politici dell’OCSE e vari assi di lavoro, il rapporto fornisce un framework per assistere i paesi nell’armonizzare le loro politiche e progetti infrastrutturali con gli obiettivi sociali e ambientali, inclusa la promozione dell’uguaglianza di genere.

Educazione climatica e di genere, verso l’obiettivo 4.5 dell’Agenda ONU 2030

L’obiettivo 4.5 dell’Agenda ONU 2030 stabilisce che la comunità internazionale deve “eliminare le disparità di genere nell’istruzione e garantire parità di accesso a tutti i livelli di istruzione e formazione professionale per le persone vulnerabili, comprese le persone con disabilità, le popolazioni indigene e i bambini in situazioni vulnerabili“. In questo contesto, vediamo come i sistemi educativi climaticamente intelligenti e attenti al genere possano contribuire al raggiungimento di questo obiettivo e alla costruzione della resilienza tra le popolazioni più vulnerabili.

Istruzione e resilienza climatica

L’accesso a un’istruzione di qualità può incrementare la capacità delle comunità di affrontare gli shock climatici. Un rapporto del 2022 del Global Center on Adaptation rivela che, migliorando l’educazione dei bambini, si potrebbero ridurre i rischi climatici per circa 275 milioni di persone a livello mondiale. L’indice del Notre Dame Global Adaptation Initiative evidenzia una correlazione tra il miglioramento dell’accesso all’istruzione secondaria e superiore e un aumento della resilienza ai disastri climatici, con ogni anno supplementare di istruzione acquisito dalle ragazze.

Un sistema educativo attento al clima adotta un approccio olistico che “include gli obiettivi più ampi di promuovere un’istruzione equa e di qualità, proteggere i sistemi vitali del pianeta e sostenere la giustizia climatica”. Per implementare un’educazione climaticamente intelligente, è essenziale puntare al raggiungimento dei livelli minimi di competenza previsti dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, educare le persone sui pericoli del cambiamento climatico e intensificare tre strategie fondamentali contro la crisi climatica: mitigazione, adattamento e potenziamento della resilienza.

Istruzione femminile e resilienza climatica, tre motivi per investire

In primo luogo, per quanto riguarda la mitigazione del cambiamento climatico, emerge che le ragazze che hanno completato 12 anni di istruzione di qualità sono più propense a possedere le competenze necessarie per resistere e superare gli impatti derivanti da eventi meteorologici estremi. L’alfabetizzazione, la capacità di calcolo, il pensiero critico e le abilità di risoluzione dei problemi contribuiscono significativamente alle capacità delle ragazze nel supportare le famiglie nell’elaborazione e nell’azione basata sulle informazioni sui rischi, come le previsioni del tempo.

La ricerca mostra anche che i paesi che investono nell’istruzione femminile subiscono minori perdite economiche dovute agli eventi meteorologici estremi rispetto ai loro omologhi con reddito e condizioni meteorologiche equivalenti. Il reddito e l’istruzione delle ragazze emergono come variabili significative nel determinare la vulnerabilità agli eventi meteorologici estremi. Si prevede che la resilienza futura dei paesi aumenterà parallelamente alla crescita economica e agli miglioramenti nell’istruzione.

In secondo luogo, le donne e le ragazze istruite si adattano meglio agli effetti peggiori del cambiamento climatico, contribuendo a ridurre la povertà e la fame e migliorando i risultati economici delle loro comunità. In un articolo del 2023, l’UNFCCC spiega che “se hanno lo stesso accesso alle risorse degli uomini, le donne possono aumentare i loro rendimenti agricoli dal 20 al 30%”, in risposta al degrado del territorio causato dai cambiamenti climatici.

Infine, quando l’istruzione offre alle ragazze il potere di guidare, partecipare e prendere decisioni, esse attuano politiche pro-ambientali e resilienti per le loro comunità. In uno studio condotto su 130 paesi tra il 1980 e il 2010, la Brookings Institution riporta che la riduzione della vulnerabilità ai disastri naturali è stata fortemente associata all’istruzione delle donne e delle ragazze, “il singolo fattore sociale ed economico più importante”, anche quando si tiene conto di molti altri aspetti dello sviluppo umano come il reddito e l’aspettativa di vita. Uno studio del 2019 su 91 paesi mostra che i paesi con percentuali più elevate di rappresentanza femminile nelle legislature nazionali hanno politiche più rigorose sui cambiamenti climatici, traducendosi in minori emissioni di anidride carbonica (CO2).

Il ruolo chiave dell’istruzione climatica e di genere nella resilienza globale

Un sistema educativo climaticamente intelligente e attento al genere non solo promuove un’istruzione equa e di qualità, ma svolge anche un ruolo cruciale nella costruzione della resilienza climatica per le popolazioni vulnerabili. Promuovere l’istruzione delle ragazze emerge come un percorso sostenibile per migliorare la resilienza globale ai cambiamenti climatici. Le sinergie tra gli sforzi per raggiungere gli obiettivi globali in materia di istruzione, uguaglianza di genere e cambiamento climatico giocano un ruolo attivo nel plasmare un futuro resiliente e sostenibile per tutti.