Dalla scienza 5 consapevolezze per creare cenoni sostenibili

Studio Fieschi, riferimento nella consulenza sulla sostenibilità, ha raccolto cinque curiosità sugli impatti climatici di ciò che consumiamo nei pasti natalizi

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Durante le festività, le opportunità per condividere i pasti con amici e familiari aumentano. Anche se in questi giorni ci concediamo un po’ di leggerezza, è vero che una società che comprende la necessità di rendere i propri consumi più sostenibili non dovrebbe abbassare la guardia in queste occasioni.

La sostenibilità ambientale anche a tavola

È importante essere consapevoli che la sostenibilità ambientale non riguarda solo il cibo, ma anche il modo in cui viene preparato, servito e consumato. Ad esempio, è meglio optare per cibo preparato in casa piuttosto che per pasti pronti o cibo consegnato a domicilio, poiché questi ultimi spesso includono imballaggi monouso e hanno un impatto maggiore sull’ambiente a causa dei trasporti necessari. Inoltre, è importante ricordare di non sprecare cibo e di utilizzare contenitori riutilizzabili per il cibo da asporto, in modo da ridurre l’utilizzo di imballaggi monouso.

I consigli per ridurre l’impatto climatico

Per ridurre l’impatto climatico dei cenoni delle feste di fine anno, il consulente sulla sostenibilità Studio Fieschi & Soci ha raccolto alcuni consigli basati sull’analisi del ciclo di vita (LCA), metodologia ampiamente accettata dalla comunità scientifica internazionale. Seguire queste raccomandazioni può aiutare a ridurre le emissioni di gas serra.

Qual è il piatto a base di carne con il minor impatto climatico

È stato dimostrato che gli impatti ambientali di alcuni tipi di carne sono superiori ad altri. Se non si vuole rinunciare alle proteine animali, è importante sapere quali tipi di carne hanno gli impatti più elevati.

Le emissioni dei gas clima alteranti (chiamati anche gas a effetto serra) sono valutate in relazione alla produzione di un chilogrammo di carne e l’indicatore ambientale che esprime il loro impatto climatico è il potenziale di riscaldamento globale in 100 anni (GWP100), misurato in chilogrammi di CO2 equivalente (CO2e).

Secondo lo studio «Environmental Footprint of Food production» (Ritchie H. et al. 2020), riportato da Our World in Data, la classifica delle carni più impattanti per la produzione di un chilogrammo è la seguente:

  1. Bovina: 99 kg di CO2 equivalente
  2. Ovina: 40 kg di CO2 equivalente
  3. Suina: 12 kg di CO2 equivalente
  4. Pollame: 10 kg di CO2 equivalente

La sostenibilità dei vini

Per ridurre l’impatto ambientale dei vini durante le feste di fine anno, è importante scegliere bottiglie più leggere e tenere presente che la produzione e il trasporto delle bottiglie possono avere impatti significativi, specialmente per i vini spumanti, che possono arrivare fino al 45% del totale. Anche se le bottiglie per gli spumanti devono essere in grado di resistere a pressioni elevate, è ancora possibile scegliere opzioni più leggere dove possibile. Inoltre, è importante considerare gli altri fattori di impatto, come i metodi di produzione, per fare scelte più sostenibili.

Un ulteriore consiglio pratico: il raffreddamento delle bottiglie in frigorifero si traduce a sua volta in emissioni di CO2. Nei mesi invernali, quindi, sfruttiamo il clima rigido per refrigerarle, ricordandoci però che un frigorifero vuoto è poco sostenibile perché rispetto a quanto si possa pensare consuma di più.

Dolci a zero emissioni

Per quanto riguarda la preparazione dei dolci per le feste di fine anno, si consiglia di scegliere prodotti locali. Ma quando si tratta di cioccolato, ingrediente molto presente nei nostri dolci, ci sono differenze nelle emissioni di gas a effetto serra?

Il cioccolato fondente emette circa la metà delle emissioni di gas climalteranti rispetto al cioccolato al latte e bianco, secondo uno studio basato sull’analisi del ciclo di vita (LCA). Questa differenza è principalmente dovuta all’assenza di polvere di latte nella produzione del cioccolato fondente.

La frutta con un minor impatto sul clima

La frutta che acquistiamo in alcuni casi percorre molti chilometri per arrivare sulle nostre tavole. È il caso di alcuni frutti esotici che per essere consumati freschi vengono trasportati in aereo. Una forma di consegna che è molto più impattante rispetto ad altri mezzi di trasporto, come quella via nave: un chilo di prodotto che viaggia per mille chilometri via nave produce infatti 10 grammi di CO2e, mentre via aerea 1.130 grammi.

Secondo Our World in Data, le emissioni per la produzione di un chilogrammo di ananas ammontano a 930 grammi di CO2e. Ipotizzando, ad esempio, di portarne uno da 2kg dal Centro America al porto di Genova (10.000 km, molto indicativamente), per il trasporto navale si ottiene un’emissione di 200 grammi di CO2 equivalente, che porta gli impatti a 1.130 grammi di CO2e.

In caso di trasporto aereo, si ottiene un’emissione per il trasporto di 22.600 grammi di CO2e, che porta gli impatti totali a 23.500 grammi di CO2e, cioè più degli impatti della sola produzione di un chilogrammo di carne suina. Anche per questo motivo, se possibile, dobbiamo sempre prediligere frutta locale di stagione.

Lavastoviglie o lavaggio a mano?

In generale, per ridurre l’impatto ambientale è sempre meglio utilizzare la lavastoviglie rispetto al lavandino. La lavastoviglie infatti utilizza meno acqua e meno energia rispetto al lavaggio a mano, poiché può lavare una maggiore quantità di stoviglie in una sola volta e utilizza temperature dell’acqua più elevate. Tuttavia, è importante fare in modo di utilizzare la lavastoviglie in modo efficiente, ad esempio assicurandosi che sia sempre piena prima di avviarla e utilizzando programmi a basso consumo di energia.