Per il cambiamento climatico a rischio il vino italiano: cosa potrebbe sparire dalle tavole

Cambiamento climatico e vino: una sfida globale per la viticoltura. Le temperature in aumento, gli incendi e la crisi idrica stanno trasformando la produzione vinicola globale

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Alessandro Mariani

Giornalista

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

Pubblicato: 12 Novembre 2023 10:00

L’aumento delle temperature, la siccità e gli eventi climatici estremi hanno innescato una trasformazione non indifferente nell’industria vinicola a livello globale. Allo stesso tempo, questi fattori stanno anche aprendo nuove opportunità inaspettate per la coltivazione della vite in regioni in cui, fino a poco tempo fa, sembrava impensabile.

L’impatto del cambio climatico sulla viticoltura: vendemmie anticipate e spostamento delle vigne

Tra i segni più evidenti di questa trasformazione ci sono vendemmie anticipate e lo spostamento delle vigne a quote più elevate e verso regioni settentrionali, dove pochi anni fa sarebbe stato impensabile trovarle. Una ricerca condotta dall’Istituto nazionale francese di ricerca agronomica (Inrae) avverte che se le temperature medie dovessero aumentare di 2 gradi centigradi entro il 2050, ben il 56% delle attuali regioni vitivinicole globali potrebbe scomparire.

Se, invece, il riscaldamento raggiungesse i 4 gradi entro il 2100, questa percentuale salirebbe all’85%. Questo scenario di riscaldamento minaccerebbe soprattutto l’area mediterranea, con l’Italia e la Spagna che perderebbero rispettivamente il 68% e il 65% delle aree adatte alla coltivazione delle viti. In uno scenario di riscaldamento di +2 °C, solo il 9% e il 5% delle regioni vinicole rispettivamente in Italia e Spagna vedrebbero aumentare la loro idoneità.

Strategie agricole per affrontare il cambio climatico nella viticoltura

Gli agricoltori stanno adottando una serie di strategie per far fronte a questa situazione. L’aumento delle temperature durante il periodo vegetativo delle viti accelera la maturazione dello zucchero nelle uve, spesso a scapito della maturità aromatica. Le estati eccessivamente calde possono portare a uve ricche di zuccheri ma povere di acidi, aromi e composti fenolici, elementi essenziali per produrre vini di alta qualità. L’innalzamento delle temperature ha anche portato a un aumento delle malattie nelle vigne. Nonostante alcune previsioni audaci suggeriscano che famose regioni vinicole possano essere spostate in luoghi inaspettati, come la produzione di Champagne nel Sud dell’Inghilterra o Barolo sulle Alpi, molte aree vitivinicole stanno cercando di adattarsi al cambiamento climatico.

Per le vigne esistenti, ci sono soluzioni temporanee che possono dare risultati positivi. Ridurre la sfogliatura, che espone meno i grappoli al sole, permette alle bacche di rimanere più fresche. Ritardare la potatura può contribuire a posticipare il germogliamento. L’uso di caolino, un’argilla bianca utilizzata anche nell’agricoltura biologica, riflette i raggi del sole e riduce l’assorbimento di calore. Anche l’inerbimento tra i filari aiuta a mantenere temperature più basse per i grappoli, e le reti ombreggianti riducono l’esposizione diretta al sole. Inoltre, molti disciplinari di Doc e Docg consentono l’irrigazione di soccorso in caso di siccità prolungata. Per le nuove vigne, è possibile studiare portainnesti più resistenti allo stress idrico e selezionare terreni che conservino acqua durante la stagione di crescita. La ricerca genetica, compresa la creazione di nuove varietà di vitigni ibridi, rappresenta l’ultima frontiera per la viticoltura.

Geografie vinicole in trasformazione: nuove opportunità e sfide

Come abbiamo visto le geografie vinicole stanno subendo una radicale trasformazione, con la possibilità di coltivare la vite in luoghi precedentemente impensabili. Allo stesso tempo, le condizioni di coltivazione in regioni tradizionali stanno diventando sempre più critiche, mettendo in discussione l’equilibrio di un’industria globale del valore di 333 miliardi di dollari. Il cambiamento climatico colpisce in modi diversi a seconda della latitudine e presenta una serie di sfide uniche. Ad esempio, l’innalzamento delle temperature e la siccità stanno creando difficoltà per le regioni vinicole del Sud dell’Europa e per i nuovi Paesi produttori come l’Australia e la Nuova Zelanda, dove le vigne rischiano di estinguersi in un futuro non troppo lontano.

Tuttavia, ci sono anche buone notizie. Regioni dove una vite era un tempo una presenza insolita ora stanno guadagnando visibilità nella mappa del vino. L’Inghilterra meridionale, con terreni simili a quelli della Champagne, ha dimostrato la sua capacità di produrre spumanti di alta qualità. In Germania, i celebri Riesling coltivati sulle sponde del fiume Mosella stanno sperimentando nuove opportunità grazie alle condizioni climatiche sempre più favorevoli.

Problemi legati alla delocalizzazione dei vigneti

Nonostante le nuove condizioni climatiche possano essere favorevoli in queste regioni emergenti, la delocalizzazione dei vigneti potrebbe essere problematica a causa della mancanza di infrastrutture produttive e logistiche per supportare una produzione su larga scala. In Italia, invece, si potrebbero riscoprire regioni vinicole come l’Appennino centrale e meridionale, che dispongono di terreni adatti alla produzione di vini di alta qualità ma che sono stati trascurati per molto tempo.

È importante sottolineare che, nonostante le nuove sfide climatiche, la vite è una pianta estremamente resistente che spesso dà il meglio di sé in condizioni stressanti. Tuttavia, le nuove condizioni meteorologiche e ambientali rischiano di rendere difficile la produzione di vini di alta qualità nelle regioni storicamente più rinomate, mettendo a repentaglio aziende consolidate in Francia e Italia, leader nella produzione vinicola.

Sfide climatiche oltre alle temperature: la scarsità d’acqua e altri fattori

L’innalzamento delle temperature è solo un aspetto del cambiamento climatico. Nell’Europa mediterranea, la principale sfida è la scarsità d’acqua. In futuro, ci saranno tensioni sempre maggiori nella distribuzione delle risorse idriche, con l’agricoltura che ne assorbe già l’80%, mettendo a rischio gli altri utilizzi, come quelli civici e industriali.  Oltre alle alte temperature, si verificano con maggiore frequenza eventi atmosferici estremi come gelate, temporali violenti e grandinate, che causano danni diretti alle vigne e favoriscono il proliferare di malattie tra le piante. Inoltre, un altro problema che colpisce duramente alcune regioni produttrici di vino sono gli incendi. In anni recenti, California e Australia hanno visto andare in fumo centinaia di migliaia di ettari di terreno, inclusi i vigneti. Negli Stati Uniti, sono in corso investimenti significativi nello sviluppo di tecniche di filtrazione avanzate per purificare i mosti dagli effetti collaterali degli incendi.

Infine, le mutate condizioni climatiche stanno contribuendo a una tendenza globale verso la produzione di vini con una maggiore concentrazione di zuccheri e alcol. Tuttavia, questa tendenza entra in conflitto con le preferenze dei consumi internazionali sempre più orientato verso bevande meno alcoliche, più fruttate e facili da bere. I produttori si trovano quindi di fronte a sfide significative, sia in vigna che in cantina, per adeguare le caratteristiche dei loro vini alle nuove condizioni climatiche e alle preferenze del mercato. In alternativa, dovranno impegnarsi in strategie di marketing per rilanciare i vini strutturati, in particolare tra i giovani consumatori.