Caldo e lavoro, nel 2020 morti 4.200 lavoratori a causa dello stress termico

L'Organizzazione internazionale del lavoro, nel suo nuovo rapporto, "Heat at work: implications for safety and health", evidenzia i rischi dello stress termico

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Nel recente rapporto intitolato “Heat at Work: Implications for Safety and Health” (Alte Temperature sul Lavoro: Implicazioni per la Salute e Sicurezza), l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil) sottolinea un fenomeno preoccupante e crescente: il numero di lavoratrici e lavoratori a livello globale che si trovano a fronteggiare lo stress termico è in continuo aumento. Questo rapporto rivela che le aree del mondo che in passato non erano abituate a condizioni di calore estremo ora stanno vivendo un incremento dei rischi legati a queste nuove circostanze climatiche. Al contempo, nei territori già notoriamente caldi, le condizioni lavorative sono diventate sempre più pericolose e insostenibili.

Tuttavia, nonostante l’urgenza della situazione, a livello sia globale che nazionale, le normative e le leggi specifiche per affrontare l’impatto del riscaldamento climatico sul lavoro sono ancora gravemente carenti. In molti casi, le regolazioni esistenti si limitano a ordinanze locali, oppure si ispirano a normative che trattano le temperature fredde piuttosto che i livelli estremi di calore che si stanno raggiungendo a causa del cambiamento climatico.

Durante questa estate particolarmente calda, numerose Regioni italiane hanno adottato misure temporanee come la sospensione dei lavori nei cantieri e nei campi durante le ore di calore intenso. Queste azioni, intraprese da alcune amministrazioni con tempestività e da altre ancora in fase di implementazione, riflettono la crescente consapevolezza del problema. Tuttavia, a livello globale, nuovi rapporti continuano a mettere in luce la gravità e la pericolosità di lavorare in condizioni di calore estremo, evidenziando la necessità urgente di sviluppare e adottare normative adeguate per proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori in un contesto climatico in continua evoluzione.

Lo stress termico, un fenomeno pericoloso e diffuso in tutto il mondo

Lo stress termico è un killer invisibile e silenzioso che può causare una serie di malattie gravi, come l’esaurimento da calore o il colpo di calore, e può persino portare alla morte. Nel lungo periodo, le lavoratrici e i lavoratori esposti a temperature estreme possono contrarre malattie croniche debilitanti che colpiscono il sistema cardiovascolare, respiratorio e i reni. Queste condizioni non solo compromettono la salute dei lavoratori, ma possono anche avere un impatto significativo sulla loro qualità di vita e sulla loro capacità di svolgere il proprio lavoro.

Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, l’esposizione al caldo eccessivo sta diventando un problema sempre più pressante in diverse regioni del mondo. In particolare, in Africa, negli Stati arabi e in Asia e nel Pacifico, le lavoratrici e i lavoratori sono sempre più esposti a temperature estreme. In Africa, la percentuale dei lavoratori colpiti da questo fenomeno è del 92,9 %, negli Stati arabi è dell’83,6 %, mentre in Asia e nel Pacifico la percentuale è del 74,7 % del complesso delle lavoratrici e lavoratori. Questi dati, che risalgono al 2020, superano il tasso medio globale del 71 %, evidenziando la gravità della situazione in queste regioni.

Lo stress termico non solo mette a rischio la salute dei lavoratori, ma ha anche ripercussioni economiche e sociali. La ridotta produttività, l’aumento delle assenze per malattia e i costi sanitari associati alle malattie legate al calore possono avere un impatto significativo sull’economia di una nazione. Inoltre, le condizioni di lavoro pericolose possono portare a una diminuzione della motivazione e del benessere dei lavoratori, con conseguenze negative per l’intera società.

È fondamentale che le autorità competenti e le organizzazioni lavorative adottino misure urgenti per proteggere i lavoratori dagli effetti negativi delle alte temperature. Questo include:

  • La creazione di normative adeguate
  • La fornitura di dispositivi di protezione personale
  • La promozione di pause frequenti
  • L’installazione di sistemi di raffreddamento nei luoghi di lavoro

Inoltre, è essenziale sensibilizzare i lavoratori e i datori di lavoro sui rischi associati allo stress termico e sulle misure che possono essere adottate per mitigare questi rischi. La formazione e l’informazione sono strumenti cruciali per garantire che tutti siano consapevoli delle precauzioni necessarie e delle procedure da seguire in caso di emergenza. Solo attraverso un approccio integrato e collaborativo sarà possibile affrontare efficacemente le implicazioni delle alte temperature sul lavoro e garantire un ambiente di lavoro sicuro e salubre per tutti.

L’aumento del caldo estremo: un fenomeno in rapida crescita in Europa e Asia centrale

Secondo il rapporto delle Nazioni Unite, si sta osservando un rapido cambiamento delle condizioni di lavoro anche in Europa e Asia centrale. Tra il 2000 e il 2020, questa regione ha registrato il più forte aumento, pari al 17,3 %, della proporzione di lavoratori colpiti dal caldo eccessivo. Questo incremento è quasi il doppio rispetto alla media globale.

Durante il ventennio analizzato dal rapporto, le Americhe, l’Europa e l’Asia centrale hanno registrato un significativo aumento degli infortuni sul lavoro causati dallo stress termico, rispettivamente del 33,3 % e del 16,4 %. Secondo il rapporto, questo aumento nelle regioni potrebbe essere attribuito all’aumento delle temperature in contesti in cui le persone non sono abituate.

Il rapporto stima che nel 2020 circa 4.200 lavoratori in tutto il mondo abbiano perso la vita a causa delle ondate di calore. Complessivamente, 231 milioni di lavoratori sono stati esposti alle ondate di calore nel 2020, registrando un aumento del 66 % rispetto al 2000. È interessante notare che nove casi su dieci di esposizione al caldo e l’80 % degli infortuni sul lavoro causati dal caldo eccessivo si verificano in periodi in cui non ci sono ondate di calore.

Il fenomeno dell’aumento del caldo estremo rappresenta una sfida significativa per i lavoratori in Europa e Asia centrale. È necessario un impegno congiunto per affrontare questo problema e garantire un ambiente di lavoro sicuro e salutare per tutti.

Proteggere i lavoratori dallo stress termico: una sfida globale

Il caldo eccessivo non è più un problema stagionale, ma una minaccia costante e pervasiva per la salute e la sicurezza dei lavoratori in tutto il mondo. Come sottolineato dal Direttore Generale dell’Oil, Gilbert F. Houngbo, “il caldo eccessivo sta ponendo delle sfide senza precedenti e di portata mondiale per le lavoratrici e i lavoratori durante tutto l’arco dell’anno”.

L’accelerazione della crisi climatica ha portato a un aumento significativo delle temperature medie globali, con conseguenze dirette sulle condizioni di lavoro. L’esposizione prolungata al caldo può causare una serie di problemi di salute, dall’esaurimento da calore al colpo di calore, fino a malattie croniche come quelle cardiovascolari e respiratorie.

Un costo economico elevato

Le conseguenze dello stress termico non si limitano all’impatto sulla salute individuale, ma hanno anche ripercussioni significative sull’economia. Secondo le stime dell’Oil, un miglioramento delle misure di salute e sicurezza sul lavoro per prevenire gli infortuni legati al caldo potrebbe generare un risparmio globale di oltre 361 miliardi di dollari. Questo risparmio è dovuto alla riduzione del reddito perso a causa delle assenze dal lavoro e delle spese mediche.

Le economie a basso e medio reddito sono quelle che risentono maggiormente di questa situazione, con costi degli infortuni legati al caldo che possono raggiungere circa l’1,5 % del prodotto interno lordo. Ciò significa che una parte significativa della ricchezza prodotta in questi paesi viene persa a causa di un problema prevenibile.

Le possibili soluzioni

Per affrontare questa emergenza globale è necessario un intervento urgente e coordinato a più livelli:

  • Norme più stringenti: è fondamentale aggiornare le normative sulla sicurezza sul lavoro, introducendo limiti più stringenti per l’esposizione al calore e obbligando i datori di lavoro a fornire ai propri dipendenti adeguati dispositivi di protezione individuale e collettiva
  • Investimenti nella formazione: i lavoratori devono essere formati sui rischi legati al caldo estremo e sulle misure di prevenzione da adottare
  • Innovazione tecnologica: è necessario investire in tecnologie che consentano di creare ambienti di lavoro più sicuri e confortevoli, come ad esempio sistemi di ventilazione e raffrescamento innovativi
  • Pianificazione urbanistica sostenibile: le città devono essere progettate per mitigare gli effetti del caldo urbano, attraverso l’aumento delle aree verdi, l’utilizzo di materiali riflettenti e la promozione di modalità di trasporto sostenibili
  • Collaborazione internazionale: è fondamentale promuovere la collaborazione tra paesi per condividere le migliori pratiche e sviluppare soluzioni comuni a livello globale

Proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori dal caldo estremo non è solo un imperativo morale, ma anche un investimento per un futuro più sostenibile. Ridurre l’impatto del cambiamento climatico e adottare misure di adattamento sono essenziali per garantire un futuro migliore per le generazioni a venire.

Proteggere i lavoratori dallo stress termico, una question di diritti umani e di collaborazione globale

La crescente incidenza del caldo estremo solleva questioni cruciali di diritti umani, diritti del lavoro ed economia. Le economie a reddito medio sono quelle che sopportano il peso maggiore di questa sfida, evidenziando l’urgenza di una risposta strutturata e globale. Gilbert F. Houngbo, sottolinea che è fondamentale sviluppare e implementare piani d’azione contro il caldo per tutto l’anno. È necessaria una legislazione specifica per proteggere adeguatamente le lavoratrici e i lavoratori e una maggiore collaborazione internazionale tra esperti per armonizzare i sistemi di valutazione dello stress termico e definire interventi appropriati nell’ambito del lavoro.

Houngbo evidenzia che l’impatto del caldo sulle lavoratrici e sui lavoratori è diventato una questione globale che esige una risposta coordinata. “Il caldo estremo è una realtà condivisa che attraversa i confini nazionali e unisce le persone in una sfida comune,” afferma Houngbo. “Abbiamo bisogno di una risposta concertata a livello globale per affrontare efficacemente questa minaccia.”

Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, aggiunge che “l’impatto del caldo sulle lavoratrici e i lavoratori sta diventando una questione globale che richiede un’azione urgente. In un mondo sempre più diviso, il caldo estremo è una realtà che ci accomuna tutti. La Terra sta diventando sempre più calda e pericolosa per tutti. È imperativo affrontare la sfida dell’aumento delle temperature e garantire che la protezione dei lavoratori sia basata su principi di diritti umani, con misure più forti ed efficaci.”

Queste dichiarazioni evidenziano la necessità di adottare misure concrete e globali per proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori in un contesto di riscaldamento climatico accelerato, facendo leva su una cooperazione internazionale e su una legislazione mirata a garantire condizioni di lavoro sicure e sostenibili.

Strategie per la sicurezza termica nei luoghi di lavoro

Il recente rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro offre un’analisi approfondita della legislazione nazionale di 21 paesi, con l’obiettivo di identificare le caratteristiche comuni che possano orientare la creazione di piani efficaci per garantire la sicurezza termica nei luoghi di lavoro. Il documento non si limita a esaminare le normative esistenti, ma descrive anche i concetti fondamentali di un sistema di gestione della salute e sicurezza, finalizzato a proteggere i lavoratori da malattie e infortuni causati dal calore eccessivo.

Questo rapporto si collega strettamente ai risultati di un precedente studio pubblicato dall’Oil ad aprile di quest’anno, il quale aveva evidenziato come il cambiamento climatico stia generando un “cocktail” di gravi rischi per la salute di circa 2,4 miliardi di lavoratori globali esposti al caldo estremo. Il rapporto di aprile aveva inoltre riportato che il caldo eccessivo da solo contribuisce annualmente a circa 22,85 milioni di infortuni sul lavoro e alla perdita di circa 18.970 vite.

Le Nazioni Unite concludono il loro commento sottolineando l’urgenza di sviluppare e implementare normative e piani d’azione che possano efficacemente affrontare e mitigare i rischi legati al caldo estremo. La necessità di una legislazione adeguata e di sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro è diventata cruciale in un contesto di riscaldamento globale sempre più marcato, al fine di garantire la protezione della forza lavoro e prevenire le gravi conseguenze legate alle alte temperature.

Nuove istruzioni Inps per la protezione dei lavoratori durante eventi meteorologici avversi

L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps) ha recentemente fornito le istruzioni dettagliate per l’attuazione delle nuove misure stabilite dal Decreto Agricoltura, decreto-legge 15 maggio 2024, n. 63, convertito nella legge 12 luglio 2024, n. 101. Queste disposizioni sono state introdotte per migliorare la protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori e per facilitare l’accesso agli ammortizzatori sociali durante eventi meteorologici avversi, come le ondate di calore estremo.

Le nuove disposizioni, comunicate tramite i messaggi n. 2735 e n. 2736 del 26 luglio 2024, includono diverse agevolazioni per i lavoratori:

  1. Cassa integrazione speciale operai agricoli (Cisoa): questa misura è attivabile in caso di intemperie stagionali, e riguarda le sospensioni o le riduzioni dell’attività lavorativa che si verificano tra il 14 luglio e il 31 dicembre 2024. La Cisoa è riconosciuta agli operai agricoli a tempo indeterminato (Oti) anche per riduzioni dell’attività lavorativa che ammontano fino alla metà dell’orario giornaliero. I periodi di sospensione non verranno conteggiati nel limite massimo di 90 giornate annue e saranno considerati come giorni lavorativi ai fini del requisito delle 181 giornate di lavoro richieste dalla legge.
  2. Cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo): questa forma di ammortizzatore sociale è destinata ai settori edile, lapideo e delle escavazioni. La Cigo si applica per le sospensioni o le riduzioni dell’attività lavorativa avvenute dal 1° luglio al 31 dicembre 2024, senza che tali periodi incidano sul limite massimo di 52 settimane nel biennio mobile (cioè il periodo di due anni calcolato a ritroso dall’ultimo giorno di trattamento richiesto in precedenza). Inoltre, i datori di lavoro non sono obbligati a versare il contributo addizionale.
  3. Trattamenti di sostegno al reddito: questa misura è rivolta alle imprese situate in aree di crisi industriale complessa. I lavoratori già beneficiari di un trattamento di mobilità in deroga o ordinaria potranno richiedere ulteriori 12 mesi di sostegno, a condizione che mantengano la continuità lavorativa.

Queste nuove disposizioni rappresentano un importante passo avanti nella gestione dei rischi legati agli eventi meteorologici estremi e nella protezione dei lavoratori in settori particolarmente vulnerabili. Le misure mirano a garantire un sostegno adeguato e tempestivo in situazioni di difficoltà, contribuendo così alla stabilità e alla sicurezza del mercato del lavoro.