Il Pandemic emergency purchase programme (PEPP) è un programma straordinario di acquisto di titoli finanziari istituito dalla Banca centrale europea (BCE) in risposta alla crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19. Lanciato nel marzo 2020, il PEPP è stato progettato per sostenere l’economia dell’Eurozona e garantire la stabilità dei prezzi durante un periodo di grave incertezza economica.
Obiettivi del PEPP
Il PEPP è stato attivato per permettere il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
- stabilità dei prezzi, mantenendo l’inflazione vicina ma inferiore al 2% nel medio termine;
- supporto alla liquidità, garantire che i mercati finanziari continuino a funzionare correttamente;
- riduzione degli spread sui titoli di Stato dei paesi membri dell’Eurozona;
- sostegno al credito, facilitando l’accesso per famiglie e imprese.
Caratteristiche principali
Il programma è stato inizialmente dotato di una capacità di acquisto di 750 miliardi di euro, successivamente aumentata a 1.850 miliardi di euro. Gli acquisti netti sono stati pianificati fino a marzo 2022, con la possibilità di estensione in base all’evoluzione della situazione economica
Altra caratteristica distintiva è la flessibilità nel tempo degli acquisti tra le diverse classi di attività e tra le giurisdizioni, per evitare interferenze con la trasmissione della politica monetaria. Il PEPP Include una vasta gamma di titoli, tra cui titoli di Stato, obbligazioni societarie e altri strumenti finanziari.
Impatto economico
Significato è stato l’impatto economico del PEPP in quanto:
- ha contribuito a ridurre i costi di finanziamento, mantenendo bassi i tassi di interesse sui titoli di Stato e sulle obbligazioni societarie;
- ha sostenuto la crescita economica, dando un impulso alla domanda aggregata e sostenendo la ripresa economica nell’Eurozona;
- ha ridotto la volatilità nei mercati finanziari e ha migliorato la fiducia degli investitori.
Critiche e sfide
Il PEPP n0n è stato esente da critiche. Alcuni economisti, nello specifico, hanno espresso preoccupazioni riguardo al potenziale rischio di inflazione a lungo termine. E ancora, la continua dipendenza dalle politiche monetarie straordinarie potrebbe ridurre l’incentivo per le riforme strutturali nei Paesi membri oltre a generare disparità nei benefici tra i diversi paesi dell’Eurozona (a causa della flessibilità del programma).