Le novità introdotte dal Decreto Superbonus sul ravvedimento speciale hanno sorpreso. Ma hanno anche lasciato interdetti molti contribuenti, che adesso si chiedono quali scadenze siano state prorogate e fino a quando sia possibile sanare le proprie pendenze con il fisco, beneficiando delle sanzioni ridotte ad un diciottesimo del minimo.
La domanda che in molti si pongono è quali siano le scadenze da rispettare. E come debba essere gestito, a questo punto, il piano rateale dei pagamenti. Partiamo con la prima certezza, forse la più importante: il primo termine del ravvedimento speciale è il 31 maggio 2024. Questa è una certezza molto importante per riuscire ad orientarci sulle rate successive da versare.
Indice
Ravvedimento speciale: le nuove scadenze da rispettare
Il ravvedimento speciale è stato rivisto e modificato nel corso degli ultimi mesi. Lo strumento fa parte di un più ampio strumento – ossia quello della tregua fiscale – grazie al quale i contribuenti hanno la possibilità di mettersi in regola con l’Agenzia delle Entrate. I diretti interessati hanno la possibilità di beneficiare di sanzioni ridotte ad un diciottesimo del minimo. La prima scadenza era prevista un anno fa.
In più occasioni il calendario è stato rivisto. Le ultime modifiche sono andate a modifica anche l’ambito di applicazione. Attraverso il DL n. 39/2024 – meglio noto come Decreto Superbonus – ha fissato una nuova scadenza al 31 maggio 2024. Entro questa data è possibile rimuovere le violazioni e versare gli importi dovuti.
C’è un fattore a cui i contribuenti devono prestare attenzione: il calcolo delle rate da versare non è uguale per tutti. Ma cambia in base al periodo d’imposta che è oggetto della regolarizzazione.
Ravvedimento speciale: le modifiche intervenute
Come abbiamo anticipato in precedenza il ravvedimento speciale costituisce uno degli strumenti della tregua fiscale. Quest’ultima è stata prevista dai commi da 174 a 178 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2023.
Proprio attraverso la Manovra varata lo scorso anno, il Legislatore ha dato la possibilità ai contribuenti di regolarizzare le violazioni che coinvolgono le dichiarazioni fiscali che risultano essere state presentate nel periodo d’imposta 2021. E per quelle dei periodi precedenti. I diretti interessati hanno la possibilità di pagare le sanzioni ridotte ad un diciottesimo e non ad un decimo del minimo, così come prevede il ravvedimento operoso canonico. Vengono, inoltre, rimosse le violazioni e le omissioni.
Il raggio d’azione del ravvedimento speciale è stato ulteriormente esteso attraverso la legge di conversione del Decreto Milleproroghe: vi sono rientrate anche le dichiarazioni relative al 2022. La scadenza fissata in quell’occasione è stata il 31 marzo 2024.
In questo caso, però, alcuni dubbi sono emersi dalla stessa formulazione della norma, che ha aperto un interrogativo circa l’applicabilità della riapertura per i periodi d’imposta precedenti.
A scompigliare nuovamente i programmi è arrivato il Decreto Superbonus, che proprio a pochi giorni dalla scadenza è intervenuto nuovamente su questo strumento della tregua fiscale, fissando un nuovo termine: il 31 maggio 2024. La nuova deadline è valida per tutti i periodi d’imposta e, sostanzialmente, va a sciogliere i dubbi sul campo di applicazione del ravvedimento speciale. I cui tempi, a questo punto, diventano più lunghi.
Le rate da pagare entro il 31 maggio 2024
La nuova proroga del ravvedimento speciale al 31 maggio da un lato ha effettivamente fatto chiarezza sui soggetti che possono accedervi. Ma ha creato delle differenze sul piano degli importi che i singoli contribuenti devono versare per poter beneficiare delle sanzioni ridotte ad un diciottesimo. Ma vediamo nel dettaglio cosa cambia:
- quanti accedono al nuovo ravvedimento speciale per il 2022 hanno la possibilità di pagare gli importi dovuti in un’unica soluzione. In alternativa possono usufruire di un piano in quattro rate;
- quanti, invece, rientrano nel cosiddetto ravvedimento originario – che quindi è relativo al 2021 e agli anni precedenti – devono versare la somma completa o le prime cinque rate, che al momento risultano essere scadute. Per le successive è necessario far riferimento alla tabella di marcia prevista con la Legge di Bilancio 2023.
In altre parole è necessario seguire questo calendario.
Per il ravvedimento speciale previsto dall’articolo 3, comma 12-undecies, del Decreto Legge n. 215 del 29 dicembre 2023, il cui ambito di applicazione sono le violazioni riguardanti le dichiarazioni validamente presentate relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2022:
- prima rata entro il 31 maggio 2024;
- seconda rata entro il 30 giugno 2024;
- terza rata entro il 30 settembre 2024;
- quarta rata entro il 20 dicembre 2024.
Per il ravvedimento speciale previsto dall’articolo 7, comma 7, del Decreto Legge n. 39 del 29 marzo 2024, il cui ambito di applicazione sono le violazioni riguardanti le dichiarazioni validamente presentate relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e ai periodi d’imposta precedenti:
- un importo pari a cinque delle otto rate previste entro il 31 maggio;
- sesta rata entro il 30 giugno 2024;
- settimana rata entro il 30 settembre;
- ottava rata entro il 20 dicembre 2024.
Ravvedimento speciale: quando si verifica la regolarizzazione
A questo punto è necessario sottolineare che la regolarizzazione si va a perfezionare solo e soltanto nel momento in cui gli importi dovuti vengono versati entri i termini stabiliti. E con la rimozione delle relative irregolarità e omissioni. Per quanti aderiscono al piano di rateazione vengono applicati degli interessi nella misura del 2% annuo.
Per quanto riguarda gli anni d’imposta 2021 e precedenti sono stati riaperti i termini per l’utilizzo del ravvedimento speciale: questo permetterà ai contribuenti di beneficiare di sanzioni ultra ridotte al 5% – contro il normale 15% – anche per le eventuali omissioni che sono state segnalate in tempi recenti dall’Agenzia delle Entrate attraverso una lettera di compliance per l’anno d’imposta 2020.
Ricordiamo che non risulta essere precluso il ravvedimento speciale invece dell’ordinario per andare a sanare eventuali redditi omessi e che siano stati segnalati dall’Agenzia delle Entrate attraverso le comunicazioni da fisco amico.