Le domande all’Agenzia delle Entrate saranno a pagamento?

La bozza di legge delega sulla riforma fiscale prevede un contributo a pagamento per gli interpelli all'Agenzia delle Entrate. Nel 2022 sono stati quasi 18mila

Pubblicato: 13 Marzo 2023 18:44

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

I dubbi fiscali si moltiplicano a ogni passo in Italia. Per questo motivo i contribuenti hanno a disposizione una nutrita serie di istruzioni e Faq da parte dell’Agenzia delle Entrate per tentare di non incappare in nessun errore. A volte però le “predisposizioni” del Fisco non bastano, e vengono inoltrate richieste di chiarimenti. Chiarimenti che a breve potrebbero diventare a pagamento (evasione, recuperi record delle Entrate: le cifre).

Chiarimenti fiscali a pagamento: quando e perché

La novità è contenuta nella bozza di legge delega sulla riforma fiscale e non è ancora chiaro se finirà effettivamente nella versione finale del documento. Se approvata in via definitiva (il Consiglio dei ministri si riunirà la prossima settimana) comporterà un “contributo a pagamento” per chiunque chieda informazioni all’Agenzia su cartelle e contestazioni fiscali. L’articolo 4 del provvedimento parla infatti di “subordinare l’ammissibilità degli interpelli al versamento di un contributo”, il cui importo dovrebbe variare in base a due fattori:

  • la tipologia del contribuente;
  • la tipologia della domanda.

Il motivo è presto detto: disincentivare i cittadini dal riversare sulle spalle del Fisco una cospicua mole di ricorsi e richieste di chiarimento sui tributi da versare. Si calcola che nel 2022 l’Agenzia delle Entrate ha risposto a circa 18mila interpelli dei contribuenti. I ricavi servirebbero poi a finanziare la formazione professionale dei dipendenti del Fisco. Ma le novità non finiscono qui, perché i termini per fornire la risposta saranno sospesi nel mese di agosto e sarà preferito il mezzo delle Faq per risolvere i dubbi, anche tramite l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (chat bot).

Cosa cambierà?

Nel dettaglio, la razionalizzazione della disciplina degli interpelli avverrà tramite un mezzo principale che esula dal “dubbio fiscale”, e che riguarda una precisazione dei criteri di ammissibilità. Quest’ultima sarà esclusa ad esempio nel caso in cui l’Agenzia abbia già elaborato documenti di prassi sulla materia oggetto di richiesta di chiarimento. Si propone anche la valorizzazione delle Faq come fonte del diritto, definite dalla bozza come “servizi di interlocuzione rapida”, prima di arrivare allo “scoglio” necessario del versamento di un contributo (intanto sono arrivate le istruzioni dell’Agenzia per la sanatoria errori formali).

L’articolo 16 stabilisce poi la già menzionata sospensione dei termini di risposta nel mese di agosto, attualmente fissati in 90 o 120 giorni in base al tipo di interpello. I termini potranno dunque allungarsi di un mese. La modifica è particolarmente d’impatto se si considera che l’articolo 11 equipara l’assenza di una risposta nei termini previsti alla condivisione della soluzione prospettata dal contribuente (silenzio/assenso).

Le altre novità della riforma fiscale

L’eventuale approvazione della norma sui “chiarimenti fiscali a pagamento” si accompagnerebbe a una serie di altre misure pensate sempre per contenere la mole di richieste che l’Agenzia deve processare. Tra questi, il Governo Meloni starebbe pensando di limitare la possibilità di presentare interpelli al Fisco solo per quei casi in cui non è possibile richiedere risposte tramite i servizi di assistenza rapida.

Resta da verificare, però, se le novità delineate dall’Esecutivo saranno compatibili con l’articolo 11 della legge n. 212 del 2000, che tutela proprio il diritto dei contribuenti all’interpello. Nel 2022 all’Agenzia sono pervenute in media quasi 50 istanze di interpello al giorno (48,5), al ritmo di quasi 1.500 al mese (1.477). Una situazione che non sembra affievolrsi nel 2023, anzi. In meno di tre mesi, le Entrate hanno risposto già a 250 richieste di chiarimenti.