Fatturazione elettronica o cartacea? In attesa del 1° gennaio 2024, quando tutte le partite Iva saranno obbligate a inviare la documentazione digitale al Sistema di Interscambio (SdI) gestito dall’Agenzia delle Entrate, alcuni contribuenti con il regime forfettario potranno continuare a scegliere la modalità di emissione da utilizzare. In merito all’obbligo della fattura elettronica per il 2023, proprio dall’Agenzia delle Entrate sono arrivate delle precisazioni attraverso una FAQ datata 22 dicembre (n.150), aggiunta agli altri chiarimenti presenti sul portale istituzionale.
Obbligo fatturazione elettronica: cosa dice la normativa
Dal 1° gennaio 2019 le fatture emesse a seguito di cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate tra soggetti residenti o stabiliti in Italia possono essere solo elettroniche. Fino al 31 giugno 2022 tutti i lavoratori forfettari erano però esclusi dall’obbligo, indistintamente dai rispettivi guadagni. Il DL n.36 del 2022 ha poi introdotto un criterio selettivo a partire dal 1° luglio 2022, stabilendo per loro la fatturazione elettronica obbligatoria in due tempi distinti:
- dal 1° luglio 2022 per i contribuenti che nell’anno precedente hanno avuto ricavi superiori a 25.000 euro (e quindi nel 2021);
- dal 1° gennaio 2024 per tutti gli altri contribuenti.
Il nodo emerso negli ultimi mesi ha tuttavia riguardato le regole da seguire nel 2023 per le partite Iva forfettarie che nel 2022 hanno superato la soglia di reddito di 25.000 euro.
Il chiarimento dell’Agenzia delle Entrate
Secondo quanto precisato dall’Agenzia dell’Entrate nella FAQ del 22 dicembre, i contribuenti forfettari che nel 2022 hanno superato il tetto indicato dalla normativa non sono obbligati alla fatturazione elettronica nel 2023: per loro l’inizio dell’obbligo continua a restare il 1° gennaio 2024, indipendentemente dai ricavi conseguiti.
Ad oggi, tra i contribuenti forfettari, solo chi ha superato i limiti nel 2021 non può servirsi della fattura cartacea. Chiaramente chi ha registrato ricavi inferiori potrà continuare a scegliere a propria discrezione quale modalità di emissione utilizzare. In pratica, non è stato introdotto un provvedimento generale.
Ricapitolando, l’Agenzia delle Entrate esclude quindi dall’obbligo di fatturazione elettronica le partite Iva in regime forfettario con ricavi o compensi inferiori alla soglia dei 25.000 euro nel 2021 e superiori nel 2022.
Qui abbiamo parlato dello sportello online dell’Agenzia delle Entrate.
Come funziona la fattura elettronica
La fattura elettronica si differenzia da una fattura cartacea principalmente per due fattori:
- deve essere necessariamente redatta tramite software utilizzando un pc, un tablet o uno smartphone;
- deve essere trasmessa elettronicamente al cliente attraverso il Sistema di Interscambio (SdI).
Il SdI, gestito direttamente dall’Agenzia delle Entrate, verifica se il documento contiene almeno i dati obbligatori ai fini fiscali, nonché l’indirizzo telematico (codice destinatario) al quale il cliente desidera che venga recapitata la fattura. Inoltra il sistema accerta che la partita Iva del fornitore (cedente/prestatore) e la partita Iva e il codice fiscale del cliente (cessionario/committente) siano esistenti.
In caso di esito positivo dei controlli, il Sistema di Interscambio consegna in modo sicuro la fattura al destinatario comunicando, con una “ricevuta di recapito”, a chi ha trasmesso la fattura la data e l’ora di consegna del documento.
Qui le cose utili da sapere in caso di fatturazione elettronica.
I migliori software in circolazione per la fatturazione elettronica
Ricordiamo che sono diversi i software che è possibile utilizzare per avere la fatturazione elettronica, reperibili sul mercato e conformi alle specifiche tecniche definite dalla normativa in materia. Tra questi, i più utilizzati sono:
- Libero SiFattura
- Aruba
- Danea
- Fatture in Cloud
- TeamSystem