Tari 2025, cos’è la tariffa puntuale e quanto si paga quest’anno

Nel 2025 diversi comuni punteranno alla Tari su tariffa puntuale, per incrementare la raccolta differenziata

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 26 Gennaio 2025 12:49

Entro aprile 2025 tutti i comuni dovranno comunicare ufficialmente quale sarà il metodo di calcolo della Tari, la tassa sui rifiuti che tutte le famiglie residenti o domiciliate devono pagare. La legge lascia infatti libertà ai singoli municipi di stabilire quale sia il modo più adeguato per riscuotere questa imposta e sempre più sindaci stanno puntando sulla tariffa puntuale.

Si tratta di un sistema, diffuso soprattutto in Emilia-Romagna, che prevede che il pagamento della Tari sia in parte legato alla produzione di rifiuti indifferenziati di ogni famiglia. Un sistema pensato per ridurre i costi di smaltimento e aumentare la puntuale di raccolta differenziata, ma che comporta alcune difficoltà logistiche.

La Tari 2025 e la tariffa puntuale

Entro la fine dell’anno tutte le famiglie, fatta eccezione per quelle esentate, dovranno pagare la Tari. Una legge del 2021 però permette ai singoli comuni di stabilire in che modo questa tassa, che serve per finanziare lo smaltimento dei rifiuti, viene calcolata. Per la maggior parte delle amministrazioni la scelta è tra due metodi: la metratura delle singole case o il numero di componenti del nucleo familiare.

Spesso questi due parametri vengono combinati in modo da non penalizzare le famiglie in difficoltà, che comunque possono richiedere un’esenzione. Chi ha un Isee sotto i 6.500 euro annui infatti non paga la Tari. Lo stesso vale per gli immobili disabitati, inagibili, senza utenze o arredi per le aree comuni condominiali non detenute o occupate in via esclusiva.

Per tutti gli altri però la tassa è assicurata e diversi comuni stanno cercando di legarne l’importo a parametri che non riguardano la raccolta differenziata, come quelli già elencati, ma proprio con la produzione di rifiuti indifferenziati di ogni famiglia. Si tratta però di una sfida dal punto di vista logistico, che prevede investimenti per introdurre metodi di calcolo dei rifiuti prodotti.

Come funziona e dove è attiva la tariffa puntuale in Italia

I metodi più diffusi per il calcolo della produzione di rifiuti indifferenziati si basano su una stima del volume degli stessi, effettuata nel momento in cui vengono immessi nel sistema di smaltimento. In sostanza, questo avviene o quando gli utenti buttano i propri rifiuti all’interno dei cassonetti, o quando gli operatori ecologici li raccolgono porta a porta.

Nel caso dei cassonetti, vengono impiegate delle tessere, simili a carte ricaricabili, che attivano il cassonetto stesso e che riportano il volume di rifiuti prodotti. Quando invece il comune ha disposto la raccolta porta a porta, sono gli operatori a essere in possesso dei sistemi per calcolare i volumi.

Il modo in cui la tariffa puntuale sul volume dei rifiuti prodotti influisce sul costo della Tari non è diretto. Il Comune, solitamente, stabilisce un limite entro il quale ogni famiglia paga soltanto una tariffa legata all’estensione della propria unità abitativa o al numero di componenti del nucleo. Superato il limite, viene aggiunta una maggiorazione in puntuale alla quantità di rifiuti prodotti.

Al momento la Regione che ha implementato una legge per l’introduzione delle tariffe percentuali sulla Tari è l’Emilia-Romagna. Nel 2025 questo metodo di calcolo si diffonderà nei comuni di Ravenna e Cervia.