Diventa più chiara la possibile struttura dell’Irpef 2025 grazie ai primi dati sulle adesioni al concordato preventivo biennale: si prevede un “tesoretto” di circa 1,3 miliardi di euro da destinare a un nuovo taglio fiscale. Le ipotesi discusse nei mesi scorsi prospettavano una riduzione di due punti percentuali sull’aliquota del secondo scaglione, ma secondo una simulazione della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, per realizzare questa misura servirebbero il doppio delle risorse, ovvero 2,5 miliardi.
Le cifre del concordato preventivo biennale
Il Disegno di Legge di Bilancio 2025 conferma l’Irpef a tre aliquote, introdotta quest’anno nell’ambito della riforma fiscale, e promette un ulteriore intervento finanziato dalle risorse derivanti dal concordato preventivo biennale. A evidenziare il legame tra queste due misure è stato più volte il viceministro all’Economia Maurizio Leo, che ha sottolineato l’importanza di avere certezze sulle future entrate tributarie, soprattutto in vista della possibile proroga per aderire al patto con il Fisco.
A circa una settimana dalla scadenza del 31 ottobre, i primi dati indicano maggiori entrate stimate in 1,3 miliardi di euro. Secondo la Fondazione Nazionale dei Commercialisti, questa dotazione potrebbe consentire una riduzione dell’aliquota del secondo scaglione dal 35% al 34%, beneficiando circa 11 milioni di contribuenti. Tuttavia, le risorse attuali non sarebbero sufficienti per abbassare l’aliquota al 33%.
In alternativa, il nuovo intervento sull’Irpef potrebbe non limitarsi a una riduzione dell’aliquota, ma anche estendere il secondo scaglione oltre il limite dei 50mila euro attualmente in vigore. Nei mesi scorsi, i Commercialisti avevano già indicato questa direzione come percorribile. Secondo le simulazioni, il costo per estendere il secondo scaglione dell’Irpef sarebbe equivalente a una riduzione di un punto percentuale dell’aliquota, richiedendo comunque risorse pari a circa 2,5 miliardi di euro, soprattutto se si optasse per innalzare il limite a 65mila euro.
Quanto sarebbe il taglio per i lavoratori dipendenti
Nell’ipotesi di ridurre di un punto percentuale l’aliquota del secondo scaglione Irpef (dal 35% al 34%), tenendo conto anche del nuovo taglio al cuneo fiscale, i benefici si concentrerebbero sui lavoratori dipendenti con redditi lordi superiori a 35mila euro. Per esempio, chi percepisce 40mila euro lordi risparmierebbe 543 euro all’anno, mentre coloro con retribuzioni tra 30mila e 35mila euro subirebbero una lieve perdita, rispettivamente pari a -101 euro e -145 euro su base annua.
Simili dinamiche emergono nell’ipotesi di un taglio di due punti (dal 35% al 33%): il risparmio annuale per i redditi di 40mila euro salirebbe a 627 euro, mentre quelli tra 30mila e 35mila euro registrerebbero rispettivamente un -101 euro e -107 euro. Queste stime, secondo i Commercialisti, evidenziano come i vantaggi fiscali non sarebbero uniformi, ma dipenderebbero dalle fasce di reddito coinvolte.
Retribuzione
lorda |
Reddito
imponibile 2025 |
Riduzione
Aliquota 2° scaglione al 34% |
Riduzione
Aliquota 2° scaglione al 33% |
30.000 | 27.243 | -101 | -101 |
35.000 | 31.784 | -145 | -107 |
40.000 | 36.324 | 543 | 627 |
43.000 | 39.048 | 230 | 340 |
45.000 | 40.865 | 129 | 257 |
50.000 | 45.405 | 174 | 248 |
55.000 | 49.946 | 219 | 439 |
60.000 | 54.486 | 220 | 440 |
Taglio Irpef per autonomi e pensionati
Risparmi più modesti, ma comunque positivi, sono previsti invece per lavoratori autonomi e pensionati. Ad esempio, per redditi compresi tra 30mila e 35mila euro, il risparmio annuo ammonterebbe a soli 20 euro con una riduzione di un punto percentuale dell’aliquota Irpef e a 40 euro con un taglio di due punti percentuali.
Reddito imponibile | Riduzione
Aliquota 2° scaglione al 34% |
Riduzione
Aliquota 2° scaglione al 33% |
30.000 | 20 | 40 |
35.000 | 70 | 140 |
40.000 | 120 | 240 |
45.000 | 170 | 340 |
50.000 | 220 | 440 |
55.000 | 220 | 440 |
60.000 e più | 220 | 440 |
Le simulazioni elaborate dai Commercialisti illustrano come ogni ipotesi di intervento fiscale potrebbe tradursi concretamente per le diverse categorie di contribuenti. Tuttavia, i tempi non sono ancora maturi per fornire certezze: le opzioni restano tutte sul tavolo.