Irpef, Meloni vuole tagliare le tasse a chi guadagna più di 50mila euro

L’obiettivo del governo Meloni è introdurre una nuova riforma dell’Irpef, che abbassi le tasse a chi ha un reddito sopra i 50mila euro

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 15 Marzo 2024 09:39

Obiettivo del governo Meloni è ridurre le imposte per coloro che dichiarano redditi lordi superiori ai 50mila euro all’anno, finanziando tale iniziativa attraverso il concordato biennale delle partite Iva e degli autonomi. A comunicarlo oggi è il vice ministro dell’Economia in quota Fratelli d’Italia Maurizio Leo.

In un’intervista al Corriere della Sera, Leo ha sottolineato la riduzione dell’Irpef per il ceto medio-basso e ha evidenziato che tra aliquota del 43% ed addizionali chi guadagna più di 50 mila euro l’anno paga più del 50% di tasse. Ha affermato: “Ridurremo l’Irpef per loro in base alle risorse disponibili“. Il governo prevede di raccogliere “alcuni miliardi” tramite il concordato per poi destinare tale somma alla diminuzione delle imposte, ma soltanto per i redditi più elevati.

Le regole per il concordato preventivo

Leo spiega che il concordato preventivo biennale coinvolge oltre 4 milioni di Partite Iva e lavoratori autonomi. “Per loro, basandoci sulle informazioni in possesso dell’amministrazione e sui dati che saranno inseriti nel software che l’Agenzia delle Entrate rilascerà entro il 15 giugno, proporremo le imposte sul reddito da pagare nel 2024 e nel 2025.

I contribuenti valuteranno questa proposta e entro il 15 ottobre decideranno se accettarla. Coloro che accettano non saranno soggetti a controlli. Se quindi faremo proposte ragionevoli di adeguamento graduale dei redditi dichiarati a quelli reali, è probabile che otterremo un’alta adesione e un aumento delle entrate fiscali”, ha spiegato.

Tuttavia, ammette che al momento “è impossibile” fare previsioni su quante persone aderiranno. Per questo il ministro del governo Meloni afferma che sarà importante gestire con cura la fase delle proposte, così da avere un alto tasso di adesione. “Se ad esempio qualcuno ha sempre dichiarato 15 mila euro, non posso chiedergli improvvisamente di dichiararne 75 mila, ma sicuramente posso chiedere un adeguamento progressivo del reddito dichiarato alla realtà”, ha aggiunto.

Secondo Leo, una strategia per allineare il reddito dichiarato alla realtà potrebbe consistere nell’aumentare da 15 a 20 mila euro il primo anno, o anche di più, a seconda dei dati disponibili all’Agenzia delle Entrate, come quelli relativi alla fatturazione elettronica e agli indici sintetici di affidabilità fiscale (c.d. ISA) o altri dati correlati all’innovazione tecnologica.

“È impossibile ora fare cifre”, precisa. Tuttavia, Leo ritiene che potrebbe esserci una reazione negativa dalla Lega per il sacrificio delle partite Iva a beneficio del ceto medio. Tuttavia, afferma che c’è “una condivisione totale della riforma” con il Carroccio. Anche se la priorità di Salvini e del suo gruppo è la flat tax fino a 100 mila euro, Leo sostiene che “trovando le coperture si può fare tutto, aiutando anche il ceto medio”.

La riscossione dopo 5 anni

Leo spiega anche il funzionamento della regola dei cinque anni per la riscossione: “La cartella non viene semplicemente eliminata, ma restituita all’ente creditore, il quale deciderà se gestire la riscossione autonomamente, assegnarla tramite una procedura di gara a un soggetto privato, o riaffidarla nuovamente all’Agenzia delle Entrate sulla base di nuove informazioni”.

Questo avviene perché “se sono trascorsi più di 5 anni senza riscuotere, è probabile che il soggetto debitore sia deceduto o fallito, rendendo difficile il recupero del credito. Pertanto, è più sensato rimuovere questa cartella dal carico dell’Agenzia, consentendo così al personale di concentrarsi sul recupero dei crediti effettivamente recuperabili. Non si tratta di un’eliminazione, ma di una razionalizzazione della riscossione”.

Nei giorni scorsi si era parlato molto del fatto che il concordato preventivo poteva essere una mossa per favorire gli evasori. Leo aveva negato la cosa, affermando che la riforma è a beneficio di tutti. “Il concordato mira a far pagare di più coloro che finora non hanno versato quanto dovuto, premiando invece con queste risorse i contribuenti che hanno sempre adempiuto ai propri doveri. Stendiamo la mano a coloro che sono disposti ad adeguare le loro dichiarazioni, ma allo stesso tempo saremo inflessibili con chi evade il fisco. Tutto ciò al fine di ridurre le tasse per tutti: questo è il premio”.