Tasse, ecco cos’è il Modello F24 e come usarlo per pagare

Come funziona il Modello F24 e come deve essere presentato senza commettere errori. Un breve vademecum per il contribuente

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Chi non ha mai avuto a che fare con un Modello F24? Serve per pagare l’Imu o per saldare l’Iva. È uno strumento utile per effettuare una serie di pagamenti all’erario: tasse, imposte e tributi. Il Modello F24, sicuramente, è lo strumento più utilizzato in Italia per effettuare i pagamenti. Questo, senza dubbio, è il motivo per il quale è necessario conoscere le regole per poterlo utilizzare senza commettere errori.

Partiamo da alcune regole di base. Il pagamento del Modello F24 può essere effettuato:

  • attraverso una modalità cartacea, nel caso in cui i contribuenti siano dei privati, non titolari di partita Iva;
  • utilizzando una modalità telematica. Questo metodo è obbligatorio quando si devono effettuare delle compensazioni o i contribuenti siano titolari di una partita Iva.

Quando il pagamento viene effettuato attraverso una modalità cartacea, i diretti interessati devono recarsi presso uno sportello bancario, alla posta o presso i vari uffici dell’ente riscossione. Quanti scelgono di effettuare il pagamento telematicamente lo possono fare attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate, di Poste Italiane o attraverso i servizi di home banking dei vari istituti di credito.

Fatte queste doverose premesse, andiamo ad analizzare quando si utilizza il Modello F24.

Modello F24: quali si tributi si pagano

Senza dubbio il Modello F24 risulta essere uno strumento comodo per saldare una serie di tributi. Tra questi rientrano:

  • l’Irpef e l’Ires, ossia le imposte sui redditi;
  • le ritenute sui redditi da lavoro e sui redditi da capitale;
  • l’Iva;
  • l’Irap;
  • l’imposta sostitutiva sulle vendite immobiliari;
  • le accise, l’imposta di consumo e di fabbricazione;
  • i contributi previdenziali e i premi versati a Inps, Inail, Inpgi, Cipag, Cnpr, Enpacl, Enpap, Enpapi, Epap, Eppi, Cnocl;
  • Imu, Tares e Tari;
  • imposta/contributo di soggiorno;
  • diritti camerali.

Solo per citare alcune delle imposte che generalmente vengono pagate utilizzando un Modello F24.

Come avviene il pagamento

Un modello F24 deve essere messo in pagamento presentandolo ad un istituto bancario o alle Poste. Nel caso in cui, invece, il Modello F24 contenga degli importi a compensazione o a saldo zero, il pagamento deve essere effettuato esclusivamente attraverso i canali telematici messi a disposizione dell’Agenzia delle Entrate: Entratel o Fisconline.

Le regole, che abbiamo appena visto, non valgono per i soggetti titolari di partita Iva, che devono mettere in pagamento il Modello F24 esclusivamente attraverso l’home banking o tramite i servizi messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. I titolari di partita Iva, in nessun caso, possono effettuare il pagamento utilizzando la modalità cartacea.

Il pagamento in compensazione

Particolare attenzione dovrà essere posta ai pagamenti che prevedono delle compensazioni. L’articolo 3, comma 2, del Decreto Legge n. 124/2019 ha espressamente esteso l’obbligo di utilizzare i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate per i pagamenti che contengono delle compensazioni, anche parziali. Obbligati ad utilizzare questo canale sono i contribuenti privati e quelli dotati di partita Iva, anche nel caso in cui il Modello F24 non abbia un saldo pari a zero e a prescindere dal credito vantato.

In estrema sintesi sono state estese alle persone fisiche, che non sono titolari di una partita Iva, le stesse regole che condizionano l’attività di liberi professionisti, lavoratori autonomi ed imprese. Sono tenuti ad utilizzare i canali telematici anche i sostituti d’imposta che abbiano maturato dei crediti nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. In estrema sintesi il pagamento del Modello F24 a saldo zero o in compensazione parziale con un saldo positivo, deve essere messo a disposizione attraverso i canali telematici messi a disposizione dell’AdE.

Ricordiamo che il Modello F24 a saldo zero costituisce un documento nel quale non vi è alcun importo a debito da versare. Questo è dovuto al fatto che l’importo che si sarebbe dovuto versare è stato completamente ed interamente compensato utilizzando un credito d’imposta. In alcuni casi, però, può capitare che le compensazioni risultino essere solo e soltanto parziali e che quindi il Modello F24 presenti un saldo positivo. Anche in questo caso il suo pagamento deve essere effettuato utilizzando i canali messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

Sospensione e sanzioni previste

Il pagamento di un Modello F24 può essere sospeso per trenta giorni. A prevederlo è l’articolo 37, comma 49-ter del Decreto Legge n. 223/06, che è stato introdotto dalla Legge n. 205/2017. L’Agenzia delle Entrate provvede a sospendere il pagamento di un documento al fine di verificare alcuni profili di rischio, che potrebbero essere connessi con le compensazioni. Nel caso in cui – a seguito dei controlli effettuati – il credito dovesse risultare correttamente utilizzato, il pagamento viene considerato come perfettamente eseguito.

Nel caso in cui dovesse esserci uno scarto del Modello F24, dovrà esserne data comunicazione all’intermediario. Il contribuente si vedrà addebitata una sanzione pari a 1.000 euro per ogni Modello F24 scartato. Questa sanzione – così come è previsto direttamente dalla normativa – non prevede cumulo giuridico e continuazione: questo comporta, in estrema sintesi, che nel caso in cui dovessero essere scartate due deleghe di pagamento, la sanzione è pari a 2.000 euro.

Spetterà al contribuente provvedere a pagare la sanzione e non all’intermediario abilitato, a differenza, invece, di quanto avviene a seguito della omessa o tardiva trasmissione delle dichiarazioni: in questi ultimi casi viene irrogata una sanzione anche all’intermediario.

Il contribuente rischia anche una sanzione per l’omesso o tardivo versamento delle imposte, nel momento in cui il modello F24 viene scartato ed il pagamento non è avvenuto.

Quando si può pagare il Modello F24 cartaceo

Il Modello F24 può essere presentato in modalità cartacea nel solo e soltanto in alcune circostanze particolarmente circoscritte, che sono le seguenti:

  • quando il Modello F24 è stato precompilato dall’ente impositore, per qualsiasi importo. Non devono essere presenti, però, dei crediti in compensazione. Il classico esempio è costituito da Modelli F24 che arrivano insieme a delle comunicazioni di irregolarità;
  • per i beneficiari di agevolazioni fiscali riconosciute sotto forma di crediti d’imposta, utilizzabili in compensazione esclusivamente presso gli agenti della riscossione.