La flat tax per gli autonomi è una delle misure portanti della prossima Legge di Bilancio, misura a trazione fortemente leghista, caldeggiata in particolare dal Vicepremier Salvini: ma, numeri alla mano, quanto si risparmia rispetto ai lavoratori dipendenti?
Flat tax autonomi, i numeri
A rispondere a questa domanda ci ha pensato la simulazione dell’Osservatorio dei Conti Pubblici italiani dell’Università Cattolica che ha messo nero su bianco i numeri, prendendo due esempi: da un lato, un elettricista, dall’altro un consulente informatico, “che potrebbero svolgere la loro attività sia in autonomia che alle dipendenze di un datore di lavoro” con il presupposto, ovviamente, che entrambi abbiano un “fatturato di 75 mila euro”, condizione che li porterebbe dentro il nuovo limite per beneficiare della flat tax.
La simulazione: quanto si risparmia?
Decisamente consistente il risparmio per un elettricista forfettario che risparmierebbe più di 8.000 euro l’anno di imposte rispetto al regime ordinario; cifra che scenderebbe a 5000 euro per un operatore informatico.
Evidenziando i vantaggi per i lavoratori autonomi, dalla simulazione arriva un alert in termini di equità. Si parte dalla considerazione che l’Irpef nasce come imposta generale sui redditi che da tempo intercetta il solo lavoro dipendente e i trattamenti pensionistici, voci che rappresentano ormai l’85% della base imponibile. “Questo non fa altro che consolidare la tendenza a sottrarre gran parte dei redditi dei lavoratori autonomi alla progressività del tributo Irpef”, viene spiegato.
Alert sui rischi
Non solo. Ci sono altri due aspetti che finiscono sotto la lente di ingrandimento, sui quali occorre vigilare con attenzione. L’espansione del forfettario può “incentivare l’impresa a puntare su semplici collaborazioni con i lavoratori autonomi” piuttosto che su un rapporto di lavoro dipendente. Questo potrebbe dare una spinta “al fenomeno delle finte partite Iva”. Inoltre, un regime forfettario diffuso “incoraggerà una società di professionisti a scindersi per usufruire dei benefici fiscali garantiti dal forfettario”, passaggio che potrebbe portare ad “una crisi totale del modello virtuoso dell’impresa”.
La simulazione dell’Osservatorio indaga anche sulla differenza del “carico fiscale complessivo dell’elettricista e dell’operatore informatico se venissero assunti da un’impresa e svolgessero la loro attività come lavoratori dipendenti”, ovviamente prendendo in considerazione le differenze tra le due situazioni.
In questo caso, un elettricista lavoratore autonomo soggetto al regime ordinario dell’Irpef, rispetto ad un elettricista identico assunto in un’impresa, “pagherebbe circa 1.700 euro in più di imposte sul reddito e circa 3.200 euro in meno di contributi, con un reddito al netto di imposte e contributi di circa 1.500 euro maggiore”.