Dopo un’estate assai difficoltosa – trascorsa tra i timori per il continuo rincaro del prezzo del gas – e un autunno che ha visto schizzare il costo dell’energia elettrica facendo lievitare sensibilmente il valore medio delle bollette, gli italiani si apprestano ad entrare nel periodo festivo di fine anno con tante incertezze sulle prospettive economiche del prossimo futuro.
C’è chi ha dovuto tirare la cinghia per le prospettive preoccupanti di molti settori del mondo del lavoro, rivivendo l’incubo della cassa integrazione o addirittura del licenziamento; e c’è chi si è già messo alla caccia delle offerte più convenienti per gli acquisti dei regali di Natale, con una spesa media che subirà un netto rialzo (purtroppo assai prevedibile) a causa dell’inflazione galoppante che non accenna a fermarsi.
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Bonus affitto 2023: un contributo per aiutare gli inquilini in difficoltà
In questo quadro di forte instabilità economica, si inserisce anche il grave problema di chi non detiene una casa di proprietà ma, allo stesso tempo, non riesce neppure a pagare l’affitto per un alloggio temporaneo. Non stiamo parlando di quella platea di alcuni milioni di persone che vengono classificati in stato di povertà assoluta, ma dei tanti individui (molti dei quali giovani, ma con altri anche più attempati) che faticano a racimolare la somma da versare ogni mese per il canone dell’abitazione in cui risiedono.
La maggior parte sono studenti o lavoratori che si sono visti costretti ad abbandonare il proprio luogo di nascita per proseguire la carriera nel mondo accademico o in quello professionale. Alcuni di loro non hanno risentito della crescita dei canoni di alloggio in virtù del contratto sottoscritto con il proprietario prima che le tante emergenze (a cominciare da quella pandemica) investissero in nostro Paese. Ma molti altri hanno dovuto subire una rivalutazione verso l’alto del costo dell’affitto: in una recente inchiesta vi abbiamo mostrato gli incrementi delle città italiane che hanno visto aumentare di più i prezzi medi per un monolocale.
Cosa cambia rispetto all’agevolazione del governo Draghi
Per porre un rimedio, anche se parziale, a questa diffusa condizione di difficoltà, il governo presieduto da Mario Draghi aveva introdotto nella legge di Bilancio 2022 il cosiddetto Bonus affitto giovani. Si trattava di un’agevolazione che permetteva di recuperare una parte importante di quanto versato per il pagamento del canone concordato con il proprietario.
La misura era chiaramente rivolta agli individui di una precisa fascia di età (compresa tra i 20 e i 31 anni) che presentano un reddito medio annuo non superiore alla soglia di 15.493,71 euro. Tramite il rimborso del 20% dell’affitto, con un limite massimo di duemila euro complessivi nei dodici mesi, l’esecutivo allora in carica tentava di andare incontro a molte ragazze e ragazzi che non risiedono nella casa di proprietà.
Ora però, a causa delle poche risorse a disposizione di Giorgia Meloni per scrivere la Manovra del 2023, il Bonus affitto giovani rischia di non essere prorogato: e così sono state le regioni (per adesso una in particolare) a mettersi all’opera per inserire nell’ordinamento locale una norma che sopperisca a quella voluta dall’ex capo della Bce.
Bonus affitto 2023: come funziona e chi lo riceverà
Al termine dell’ultima assemblea regionale, la Giunta lombarda guidata dal leghista Attilio Fontana ha stanziato nuovi finanziamenti per quello che viene comunemente chiamato come Bonus affitto, sganciato e di molto precedente a quello nazionale (infatti la sua prima comparsa risale al 2016).
Anche il suo meccanismo è diverso: infatti il contributo economico non è destinato direttamente agli inquilini in difficoltà, ma viene versato ai proprietari delle unità immobiliari concesse in locazione a soggetti che faticano a rispettare gli accordi inseriti nel contratto di locazione.
Quando scatta e per quali categorie di cittadini
In questo modo, i soggetti che risultano in ritardo con il versamento delle rate vengono aiutati in maniera indiretta. Questo perché le linee generali previste dalla Giunta regionale lombarda spiegano come si tratti di un’agevolazione volta proprio a “sostenere le famiglie in affitto che si trovano in uno stato di precarietà economica a causa degli effetti del Covid-19″.
Nel testo del decreto viene inoltre specificato come il Bonus affitto venga destinato ai proprietari (e non agli affittuari) per contrastare il dilagante fenomeno dello sfratto imposto per morosità incolpevole, che si verifica quando gli inquilini non riesco più a versare le rate per un’evidente condizione di indigenza e non a causa di una scelta compiuta in maniera arbitraria.
Bonus affitto 2023: chi lo erogherà e secondo quali criteri
I dettagli sui requisiti richiesti per ottenere il rimborso devono essere divulgati dai Comuni lombardi, che sono anche i soggetti incaricati di pubblicare i bandi di assegnazione. In alcune aree saranno i cosiddetti Ambiti territoriali (ossia le aggregazioni di diversi municipi limitrofi) a delineare modi e tempi con cui accedere al contributo economico.
Il Bonus affitto si compone di due distinte voci di spesa, indirizzate ad altrettante tipologie di beneficiari. La potenziale platea dei destinatari viene individuata secondo delle macro-indicazioni che la Giunta regionale ha delineato tramite un elenco di caratteristiche diffuse nelle situazioni in cui un inquilino non riesce a pagare le rate previste dal contratto.
Bonus affitto 2023: a chi spettano le due voci che lo compongono
La parte principale del Bonus affitto è stata denominata Misura Unica e prevede il pagamento di una somma (erogata anche in più tranche) rivolta ai proprietari degli appartamenti che non hanno ricevuto il pagamento del canone di locazione da parte degli affittuari. Il limite annuo fissato per il contributo è di 3.600 euro. I requisiti richiesti riguardano però i soggetti morosi, che devono avere un reddito annuo inferiore a 26mila euro e non devono essere titolari di alloggi presenti sul territorio regionale lombardo.
La seconda componente del Bonus affitto è la cosiddetta Misura Complementare. Anche questa è rivolta ai proprietari, ma si basa sulle caratteristiche degli inquilini inadempienti. Tra costoro infatti vengono privilegiati quelli che versano nelle seguenti condizioni:
- possiedono un reddito derivante principalmente da una pensione di anzianità o di invalidità;
- sono titolari di una residenza attualmente all’asta;
- hanno subito la perdita del lavoro;
- sono giovani under 35.