Sbloccati i fondi per il reddito di libertà, 500 euro alle donne vittime di violenza

Il contributo è stato pensato per coprire diverse tipologie di spese, dall'affitto e le utenze della casa, alle cure mediche o psicologiche

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 9 Dicembre 2024 11:08

Dopo quasi un anno di attesa, sta per essere emanato il decreto attuativo che renderà disponibili i nuovi fondi previsti dalla Legge di Bilancio 2024 per il reddito di libertà. Questo sostegno economico è rivolto alle donne vittime di violenza che si trovano in condizioni di povertà. Priorità sarà data a chi ha già presentato domanda all’Inps senza ricevere l’aiuto a causa della mancanza di risorse. Per gli anni 2024, 2025 e 2026, sono stati stanziati 10 milioni di euro all’anno, con una riduzione a 6 milioni a partire dal 2027. Tuttavia, il primo anno è ormai trascorso e nessuna beneficiaria ha ancora avuto accesso ai fondi disponibili.

Nuovi fondi in arrivo

Il provvedimento collegato alla Manovra 2025 prevede la distribuzione delle risorse per i prossimi tre anni tra le Regioni, basandosi sulla popolazione femminile di età compresa tra i 18 e i 67 anni censita dall’Istat. Le somme assegnate a ciascun territorio saranno gestite dall’Inps e trasferite entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto.

Le Regioni, inoltre, potranno integrare i fondi con risorse proprie. Il reddito di libertà consiste in un contributo massimo di 500 euro mensili, erogabile per un massimo di 12 mesi. Con i fondi disponibili, si stima che ogni anno potranno beneficiare del sostegno economico circa 1.660 donne, considerando l’importo massimo. Tuttavia, la platea resta significativamente limitata rispetto alle necessità.

A testimoniarlo sono sia le numerose domande rimaste in sospeso negli anni precedenti, a cui sarà data priorità, sia i dati Istat pubblicati il 25 novembre, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Tra i principali aspetti emersi, si segnala un incremento delle richieste ai Centri Antiviolenza (CAV), con 61.514 donne che nel 2023 si sono rivolte a queste strutture, registrando un aumento dell’1,4% rispetto al 2022 e del 41,5% rispetto al 2017. In media, ogni centro ha accolto un nuovo caso ogni due giorni.

Inoltre, è cresciuto il numero delle donne che hanno intrapreso un percorso di uscita dalla violenza, arrivando a circa 31.500, con un aumento rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il 26,3% di queste donne ha interrotto il percorso nel corso dell’anno. Non meno rilevante è la persistente difficoltà legata alla dipendenza economica, che continua a rappresentare un ostacolo significativo per molte donne nel tentativo di sfuggire alla violenza.

Cos’è il reddito di libertà

Introdotto dall’articolo 105 bis del Decreto Rilancio durante l’emergenza Covid, il reddito di libertà è un contributo economico destinato alle donne vittime di violenza che si trovano in condizioni di povertà, legata a uno stato di bisogno straordinario o urgente, e che sono seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali. A differenza di altre misure di sostegno, il reddito di libertà non sarà compatibile con l’assegno di inclusione.

Le domande per accedere al contributo devono essere presentate all’Inps tra il 1° gennaio e il 31 dicembre di ogni anno. Tuttavia, in questa fase iniziale, la priorità sarà data alle richieste rimaste in sospeso negli anni precedenti a causa della mancanza di fondi. L’Inps sospende infatti l’accesso al sostegno quando le risorse disponibili sono esaurite.

Come fare domanda

Per presentare la domanda, è necessario fornire una specifica documentazione, che include:

  • un’autocertificazione della persona interessata;
  • la dichiarazione firmata dal rappresentante legale del Centro Antiviolenza per attestare il percorso di emancipazione ed autonomia intrapreso;
  • la dichiarazione del servizio sociale professionale di riferimento per certificare lo stato di bisogno legato alla situazione straordinaria o urgente.

Le domande precedentemente non evase potranno essere ripresentate entro 45 giorni, ottenendo accesso a un canale prioritario, mentre solo successivamente sarà possibile presentare nuove richieste.