Assegno unico, 14,7 miliardi di euro nei primi 9 mesi del 2025

L’Assegno Unico diventa un pilastro del welfare: 35 miliardi in due anni, sostegno redistributivo e impatti concreti su famiglie, figli e natalità

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

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I primi dati 2025 dell’Osservatorio Inps disegnano la fotografia di un sostegno che sta diventando strutturale per il Paese. Nei primi nove mesi dell’anno, l’istituto ha erogato 14,7 miliardi di euro, un flusso che, sommato ai 19,9 miliardi del 2024, porta il totale a oltre 34,6 miliardi di euro a favore delle famiglie, segnando un cambio di passo nelle politiche di sostegno alla natalità e al costo dei figli.

L’impronta sul presente e sul futuro

Il sostegno ha raggiunto 6,2 milioni di nuclei familiari, toccando la vita di quasi 10 milioni di figli. Questi numeri non sono solo statistiche: rappresentano l’eredità mensile di un sistema che, in media, ha garantito 273 euro a famiglia e 173 euro per ogni figlio. Un trasferimento che si sta consolidando come pilastro del welfare italiano, con un impatto diretto sull’economia reale e sulla lotta alla povertà educativa.

I dati di settembre 2025 rivelano come l’assegno stia costruendo un’eredità di equità generazionale:

  • 3,1 milioni di famiglie con un figlio hanno ricevuto 150 euro in media;
  • 2,2 milioni di famiglie con due figli hanno ricevuto 331 euro in media;
  • oltre 4.500 famiglie con almeno sei figli hanno ricevuto 1.938 euro in media.

Il sistema mostra la sua vocazione redistributiva attraverso le fasce Isee, lasciando in eredità un principio di giustizia sociale:

  • per la fascia più bassa (fino a 17.227 euro) l’assegno è stato di 224 euro/figlio;
  • per la fascia più alta (oltre 45.939 euro) è invece di 57 euro/figlio.

Come cambierà

Nel 2026 l’importo sarà rivalutato secondo l’inflazione, con stime iniziali attorno all’1,4-1,5%. Ma al di là degli aggiustamenti tecnici, l’eredità più importante è già visibile: 35 miliardi in due anni stanno scrivendo una nuova pagina del welfare italiano, un patto tra generazioni che riconosce finalmente il valore sociale della famiglia e dell’infanzia.

Il trend conferma che l’assegno unico è ormai una delle voci più significative della spesa sociale italiana, con un costo annuo prossimo ai 20 miliardi di euro. L’obiettivo dichiarato dal legislatore è quello di razionalizzare il sistema dei bonus e concentrare le risorse sulle famiglie e sta trovando una progressiva attuazione, sebbene resti aperto il confronto politico ed economico sul possibile rafforzamento della misura e sul suo effetto sulla natalità.

Nei prossimi mesi l’Inps diffonderà i dati definitivi dell’anno, fondamentali per analizzare l’andamento delle domande e valutare l’impatto delle modifiche normative entrate in vigore nel 2025.

Le date di pagamento nel 2026

Le date di pagamento dell’Assegno Unico Universale sono state giovedì 20 e venerdì 21 novembre 2025. Coloro i quali si apprestano a ricevere la prima rata dell’AUU sono soggetti alla regola generale, descritta dal Messaggio numero 2229/2025, per cui il

pagamento della prima rata della prestazione avviene, come di consueto, nell’ultima settimana del mese successivo a quello della presentazione della domanda.

Nella stessa data, peraltro, sono accreditati anche gli importi delle rate in cui l’AUU è stato oggetto di conguaglio, a credito o a debito.

A oggi l’Inps non ha ancora diffuso il calendario dei pagamenti dell’Assegno Unico Universale relativi all’annualità 2026. A tal proposito si attendono comunicazioni da parte dell’Istituto a mezzo dei consueti canali, come circolari, messaggi o news pubblicate sul portale “inps.it” sezione “INPS Comunica”.