Bonus partite Iva fino a 350 euro, domande in scadenza

Sono in scadenza il 30 novembre le domande del bonus partite IVA per autonomi e professionisti, sia quello da 200 che quello aggiuntivo da 150

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

Pubblicato: 29 Novembre 2022 12:05

Sono in scadenza le domande del bonus partite IVA per autonomi e professionisti. Il termine ultimo per richiedere l’indennità una tantum di 200 euro contro il caro prezzi e l’integrazione di 150 euro prevista dal DL Aiuti ter è il 30 novembre 2022.

Non tutti i lavoratori autonomi e professionisti potranno ottenere il doppio bonus di 350 euro. Vediamo chi dovrà accontentarsi di una sola indennità e chi le riceverà entrambe. 

Bonus partite Iva: a chi spettano i 200 e i 150 euro

Le partite IVA in possesso dei requisiti richiesti possono presentare domanda per accedere al bonus 200 euro e all’integrazione di 150 euro (come disciplinato dall’articolo 33 del decreto Aiuti e dall’articolo 20 del decreto Aiuti ter) entro la scadenza del 30 novembre 2022.

I due bonus sono riservati ai lavoratori autonomi e i professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell’Inps e dei professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza. Il bonus 200 euro è per coloro hanno percepito redditi relativi al 2021 fino a 35.000 euro, l’importo aggiuntivo invece spetta solo a coloro che non superano la soglia dei 20.000 euro.

La domanda va inoltrata all’Inps o all’ente di previdenza cui il lavoratore titolare di partita Iva risulta iscritto, in caso di doppia iscrizione è sempre l’Inps ad avere la precedenza.

Bonus partite Iva, chi sono i professionisti che hanno fatto più richieste

Alla vigilia dalla scadenza delle domande, sono più di 300mila quelle ritenute valide. Un terzo delle domande è arrivato dagli avvocati (oltre 93 mila le domande ammesse su 241 mila avvocati iscritti alla cassa, più del 40%). Sono invece 65 mila quelli che hanno chiesto il bonus 150 e dunque hanno dichiarato un reddito inferiore a 20 mila euro per il 2021.
Al secondo posto ci sono architetti e ingegneri iscritti a Inarcassa (63 mila domande, di cui più della metà per entrambi i bonus).
Al terzo posto per numero di domande, i geometri (27 mila domande inoltrate). In fondo alla classifica, i notai: sono 40 quello che hanno fatto domanda per l’aiuto, 28 dei quali anche per i 150 euro.

Bonus partite Iva, i requisiti

Il limite per i singoli bonus, come da disposizioni normative, è di:

  • 35mila euro per ottenere il bonus 200 euro;
  • 20mila euro per ottenere il bonus 150 euro e quindi il doppio bonus.

Alle partite Iva con reddito fino a 20mila euro è riconosciuto l’incremento di 150 euro all’indennità una tantum di 200 euro per un totale di 350 euro.

Oltre al requisito reddituale, i titolari di partita Iva devono anche trovarsi nelle seguenti condizioni:

  • essere già iscritti alla gestione autonoma con posizione attiva alla data del 18 maggio 2022, data di entrata in vigore del decreto Aiuti;
  • essere titolari di partita Iva attiva e con attività lavorativa avviata al 18 maggio 2022;
  • avere effettuato entro il 18 maggio 2022, per il periodo di competenza dal 1° gennaio 2020 e con scadenze di versamento entro il 18 maggio 2022, almeno un versamento contributivo, totale o parziale, alla gestione d’iscrizione per la quale è richiesta l’indennità;
  • non essere titolari di trattamenti pensionistici diretti alla data del 18 maggio 2022, data di entrata in vigore del decreto Aiuti;
  • non essere percettori delle prestazioni di cui agli articoli 31 e 32 del decreto Aiuti (per dipendenti e pensionati).

Bonus partite Iva, come fare domanda

La domanda va presentata al proprio ente di previdenza secondo le modalità e gli schemi previsti dai singoli istituti. Il titolare di partita Iva deve seguire le indicazioni fornite dallo stesso ente e allegare:

  • la copia del documento di identità in corso di validità e del codice fiscale;
  • le coordinate bancarie o postali sulle quali effettuare l’accredito.

L’indennità è corrisposta sulla base dei dati dichiarati dal richiedente e disponibili all’ente erogatore al momento del pagamento ed è soggetta a successiva verifica, anche attraverso le informazioni fornite in forma disaggregata per ogni singola tipologia di redditi dall’amministrazione finanziaria e ogni altra amministrazione pubblica che detenga informazioni utili.